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Le geografie di Pasolini | 25 febbraio 2022
Pasolini e il PCI
A cura di:a cura di Claudio Agostoni
"Voto comunista perché ricordo la primavera del 1945, e poi anche quella del 1946 e del 1947. Voto comunista perché ricordo la primavera del 1965, e anche quella del 1966 e anche quella del 1966 e del 1967. Voto comunista, perché nel momento del voto, come in quello della lotta, non voglio ricordare altro. La natura ci ha dato la facoltà di ricordare (o sapere) e di dimenticare (o non sapere), volontariamente o involontariamente ciò che vogliamo: qualche volta la natura è giusta. Ricordo e so che nel ’45, ’46, ’47 si poteva vivere la Resistenza. Ricordo e so che nel ’65, ‘66, ’67, quando era ormai ben chiaro che avevamo vissuto la Resistenza ma non la liberazione, si poteva vivere una lotta reale per la pace, per il progresso, per la tolleranza: una Nuova Sinistra in cui confluiva il meglio di tutto. Ricordo e so che, anche quando questa illusione necessaria é andata perduta, siete restati solo voi giovani comunisti". "Cos’è questo golpe? Io so", di Pier Paolo Pasolini. FOTO: Una ricostruzione, nel Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia, della bacheca della sezione del PCI di Casarsa con un manifesto originale dell’epoca, che si trovava sotto portico di San Giovanni di Casarsa, una piccola frazione di Casarsa della Delizia situato a fianco della chiesa parrocchiale. Gli scritti in italiano e in friulano erano ispirati da Pasolini allora segretario di questa sezione del PCI.
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