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Open Arms e Almasri: doppio attacco del governo ai magistrati

Ministro Nordio (Open Arms e Almasri)

La procura di Palermo oggi ha impugnato la sentenza di assoluzione di Salvini su Open Arms, facendo ricorso in Cassazione. E’ intervenuta la presidente del consiglio, e ha parlato di “accanimento giudiziario”. Oltre allo stesso Salvini, naturalmente. Il ministro della giustizia si è invece scagliato contro un magistrato, ex capo di gabinetto del suo ministero e magistrato di Cassazione, Raffaele Piccirillo, reo di aver criticato in un’intervista il comportamento del Guardasigilli nel caso Almasri.

Prima inveisce contro il magistrato che fu in servizio al Ministero della Giustizia e che ha criticato la scelta di Nordio di liberare Almasri, suggerendo quale fosse la strada giusta, invece, per tenere il torturatore in carcere in Italia. “Bisogna chiamare gli infermieri”, grida oggi Nordio, scandalizzandosi perché il magistrato ha rilasciato un’intervista. Dopo aver quindi offeso il primo, poco dopo Nordio se la prende con gli altri. Questa volta i giudici che hanno impugnato la sentenza di assoluzione di Salvini per la vicenda Open Arms.

“Rimedieremo”, dice il magistrato prestato alla politica, ma che non sembra voler ricordare il suo passato di giudice; anzi, li offende e li denigra, compresi quelli che attualmente stanno indagando sul caso di Garlasco. Cita questo caso per parlare di Open Arms, usa le indagini in corso sull’omicidio di Chiara Poggi per dire che la lentezza della giustizia dipende dall’incapacità di molti magistrati di opporsi all’evidenza.

Nordio difende Salvini e la sentenza di assoluzione; lo fa anche Meloni, e il Ministro dei Trasporti, spesso in competizione con la presidente del Consiglio, oggi la ringrazia. Ma sullo sfondo di tutto questo c’è anche una riforma della giustizia dall’aspetto punitivo, che verrà approvata al Senato martedì, senza che né la stessa maggioranza, tantomeno l’opposizione, abbia potuto modificare una virgola, per fare presto — ma non così presto, a quanto pare, da arrivare anche al via libera alla Camera entro l’autunno.

Un attacco ai magistrati da parte di Nordio, funzionale alla riforma, che non servirà a risolvere il problema dei processi lunghi, ma a separare le carriere e il CSM, indebolendo il sistema giudiziario e colpendo la separazione dei poteri, che, sempre di più con Nordio al governo, appare ferita, con interventi denigranti e minacciosi.

  • Autore articolo
    Anna Bredice
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    Epstein Files: spunta una lettera di Trump

    La notizia che pubblica il Wall Steet Journal è clamorosa. Il quotidiano finanziario di New York ha reso pubblica una lettera che Trump scrisse a Jeffrey Epstein, morto in carcere dove era rinchiuso con accuse di traffico sessuale tra minorenni, per il suo 50esimo compleanno in cui si faceva esplicita allusione all’intesa tra i due per via del rapporto con le ragazze di Epstein. La lettera è contenuta in un album con le lettere di altri amici di Epstein. Trump scrisse un immaginario dialogo tra i due in cui alludeva alle avventure sessuali come il piu forte legame della loro amicizia, corredato dalla foto di una ragazza nuda. Trump ha reagito alla solita maniera: è una fake news, ha detto, e ha annunciato una causa al giorrnale e all’editore Rupert Murdoch. Poi ha detto che il ministero della giustizia renderà noti i documenti su Epstein. In realtà il complotto degli Epstein Files fu alimentato proprio dagli ambienti della Alt Right statunitense che sostiene Trump. E lo stesso Trump ha accusato di nuovo i democratici. Mario Del Pero, professore alla univeristà Science Po.

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    Via D'Amelio, 33 anni dopo: intervista a Roberto Scarpinato

    19 luglio 1992, la strage di via d’Amelio a Palermo. Il giudice Paolo Borsellino viene ucciso in un attentato insieme ai suoi agenti Agostino Catalano, Walter Eddie Cosìna, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traìna. A 33 anni dalla strage nuove polemiche segnano l’anniversario. La prima. L’Associazione dei parenti delle vittime delle mafie ha protestato una decina di giorni fa contro il governo Meloni per aver trasferito 43 milioni di euro dal fondo per le vittime delle mafie al finanziamento dei giochi olimpici di Milano-Cortina. La seconda vicenda – la principale – è quella che riguarda la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle mafie, presieduta da Chiara Colosimo, deputata di Fratelli d’Italia, fidata collaboratrice di Giorgia Meloni sui temi della criminalità organizzata. La Commissione antimafia è bloccata per un veto della maggioranza di destra contro due suoi componenti dell’opposizione, i senatori dei Cinque Stelle ed ex magistrati Roberto Scarpinato e Federico Cafiero de Raho. In particolare, l’ex procuratore generale di Palermo Scarpinato è osteggiato dai parlamentari della destra perché le sue denunce sulle stragi del 1992-93 coinvolgono anche esponenti dell’estrema destra e dell’eversione nera. Roberto Scarpinato è stato ospite oggi a Summertime. Lo ha intervistato Andrea Monti.

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