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Non solo mazzette: chi è José Maria Marin

Il suo nome è tornato a circolare nelle scorse ore, quando è giunta la notizia della sua estradizione negli Stati Uniti. Josè Maria Marin è uno dei sette alti dirigenti Fifa arrestati a maggio a Zurigo nel corso della maxi retata ordinata dal dipartimento di Giustizia americano.

L’ex capo della Federcalcio brasiliana e volto istituzionale degli ultimi Mondiali è accusato di aver accettato delle tangenti per l’attribuzione dei diritti di marketing di due grandi eventi sportivi sudamericani.

Josè Maria Marin, 83 anni, è uomo abituato a flirtare con il potere e a difendersi dalle accuse. Nel 1964, abbandonata in giovane età la non indimenticabile carriera da calciatore, entrò nel partito governativo Arena. In un Brasile retto coi carri armati per 21 anni salì rapidamente gradino dopo gradino, fino alla guida dello Stato di San Paolo.

In quegli anni violenze e limitazioni della libertà furono quotidianità. Ne sa qualcosa Vladimir Herzog , uomo di cultura e direttore dell’emittente pubblica Tv Cultura, che il 26 ottobre del 1975 fu arrestato. Gli uomini del regime, che non apprezzavano la libertà con cui intendeva il suo lavoro, volevano spaventarlo. Invece lo uccisero.

A quell’epoca Marin era deputato. Un paio di settimane prima di quell’assassinio, rimasto senza colpevoli, era andato in aula a agitare lo spettro del complotto comunista: “La sinistra controlla i media, bisogna reagire”, tuonò.

Marin supportò un regime che arrestò, torturò, rapì e uccise. Fu gente come lui a legittimare anni di atrocità” dice oggi Ivo Herzog, figlio del giornalista ucciso quaranta anni fa. Ivo ha sempre cercato un confronto con Marin, il cui curriculum è stato ripulito nel 1979 da una grande amnistia. Dopo tanti rifiuti ha condotto una campagna per fare conoscere il passato dell’ex presidente della federcalcio brasiliana e denunciare la presenza di un fascista alla guida del comitato organizzatore dei Mondiali.

Ogni appello di Herzog, che ha raccolto 55 mila firme affinché Josè Maria Marin lasciasse l’incarico, è caduto nel vuoto. Solo le indagini dell’Fbi e il grande scandalo Fifagate hanno fermato la corsa dell’ex centravanti del San Paolo. Questa è la chiacchierata che, prima dei Mondiali 2014, abbiamo fatto con Ivo Herzog.

Intervista a Ivo Herzog

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    Dario Falcini
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    Claudio Longhi, direttore artistico del Piccolo Teatro: "Credo sia più che mai importante restituire al teatro quella funzione aggregativa"

    Claudio Longhi ha ricevuto il “Premio Nazionale Franco Enriquez per un teatro, un’arte, una letteratura e una comunicazione di impegno sociale e civile”. La motivazione del riconoscimento, attribuito a Longhi “per la direzione artistica del Piccolo Teatro di Milano”, recita così: "La Giuria del Premio Franco Enriquez, ha riconosciuto, a Claudio Longhi, all’unanimità, un coraggio encomiabile, per avere dirottato la Storia del Piccolo Teatro, Teatro d’Europa, da un Teatro di Regia, quello della linea Strehler-Ronconi, a un Teatro dalle molteplici traiettorie, non solo europee, ma internazionali, verso orizzonti capaci di abbattere ogni forma di frontiera, sempre alla ricerca di nuovi linguaggi che appartengono ai palcoscenici del mondo dando, anche, alle nuove generazioni, attraverso una oculata politica delle Residenze, la possibilità di cercarli e trovarli nel territorio italiano. [...]". A Cult, Ira Rubini ha intervistato proprio Il direttore artistico del Piccolo, Claudio Longhi.

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