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Nel paese degli inuit, il graphic novel di Alice Milani

Nel paese degli inuit

Alice Milani è una fumettista italiana diventata famosa per il suo lavoro sulle biografie a fumetti di grandi figure storiche femminili. In questa rubrica avevamo parlato del suo Sofia Kovalevskaja, l’avvincente storia di una matematica geniale uscito per Coconino. Riprendendo la vena umoristica e graffiante ma anche profondamente empatica con cui affronta le biografie, Milani ha deciso di scrivere per la prima volta una storia per bambini, che in realtà è una lettura molto piacevole a qualunque età. È così che per la collana Dino Buzzati di Canicola, che accoglie storie diverse in cui i bambini intervengono a gamba tesa mentre imparano a interpretare il mondo, è andata a esplorare il paese degli inuit, regalandoci una piccola perla di divertimento e avventura color pastello.

L’idea del romanzo nasce quando l’autrice legge il libro di un’antropologa che ha vissuto con una comunità inuit per quasi due anni negli anni ’60, e che ha dovuto imparare da zero lingua, abitudini, cultura di un popolo lontano anni luce dal nostro modo di vivere. Ma il fumetto trasforma la sua storia in un’avventura fantastica, di cui sono protagonisti una mamma nevrotica, altezzosa e decisamente insopportabile, e una bimba curiosa che viene catapultata con lei nel Canada ghiacciato. Dove dovranno passare due settimane per girare un documentario, imparando ad adattarsi e a cavarsela in un mondo dove valori e vita quotidiana hanno ben poco in comune con quelli che conoscono.

Mentre la piccola Elena impara a fare il fuoco al freddo e al gelo e a pescare nei buchi nel ghiaccio saltellando per non far attaccare le suole delle scarpe, scopre anche che l’affetto si esprime in mille modi e in mille lingue e che non tutti prendono la vita nello stesso modo. È particolarmente stupita dalla pazienza degli inuit, che non si arrabbiano mai e detestano i conflitti, al punto che anche davanti alle richieste più fastidiose o agli scherzi più monelli non reagiscono mai, mettendosi semplicemente a fissare l’orizzonte. Almeno finché si tratta di bambini, che sono piccoli, non hanno ancora il sale in zucca e devono solo imparare. Ma reagiranno davvero allo stesso modo se ad attaccare briga sono gli adulti? Ovvero la mamma rompiscatole e poco disposta a vedere le cose da un altro punto di vista? E cosa succede se gli inuit si arrabbiano?

Con il suo stile delicato e incisivo che riduce al minimo i tratti di contorno, con i suoi personaggi espressivi e con un uso dei colori che aiuta a delimitare e identificare spazi e personaggi, compresi i cieli e le distese artiche, Milani anima un fumetto che non solo affronta in modo originale il tema dell’inclusione e del rapporto all’altro. Ma che fa anche della solidarietà tra ragazzi una delle linee principali del romanzo, ricordandoci che la loro capacità di adattamento e di comprensione reciproca è una delle basi su cui si può costruire un mondo migliore.

Nel paese degli inuit. Di Alice Milani. 64 pagine a colori, Canicola, 17 euro.

  • Autore articolo
    Luisa Nannipieri
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