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La sinistra milanese verso il Sala-bis: Rifondazione Milano resta all’opposizione

Rifondazione Comunista Milano - Sala

Rifondazione Milano e le alleanze per il Sala bis. In questi giorni a Prisma stiamo ospitando alcune delle forze politiche del centro sinistra interessate dalla ricandidatura di Beppe Sala alle comunali del 2021.

La coalizione che sosterrà Sala sarà larga e dovrebbe contenere la lista civica del sindaco, il Pd, una lista di sinistra e una lista con dentro Azione, Italia Viva, +Europa e Radicali. I Verdi non hanno ancora deciso se entrare o no nella coalizione che sosterrà Sala, Milano in Comune resterà all’opposizione. Fuori anche il Movimento 5 Stelle con un suo candidato sindaco.

Milano in Comune e l’area di Rifondazione Comunista resteranno all’opposizione. Una candidatura alternativa a Sala che guarderà al mondo dei comitati cittadini e a chi non si riconosce nelle politiche dell’amministrazione. L’intervista a Matteo Prencipe di Rifondazione Milano.

Avete già deciso la posizione di Rifondazione Milano rispetto alla ricandidatura di Sala?

Noi fin da settembre abbiamo avanzato una proposta politica alla città e alle aree ambientaliste con cui abbiamo lavorato in questi ultimi scorci di legislatura all’opposizione. Battaglie comuni son state fatte, pure su posizioni diverse. Abbiamo visto che c’erano delle contraddizioni e abbiamo avanzato una proposta di costruire una coalizione rossoverde nella città di Milano che riesca a dare una risposta diversa a questa città. Il cosiddetto Modello Milano non è più percorribile. Sono molto sorpreso che il Sindaco si ricandidi e la prima cosa che sottolinea sono le bellezze e le cose giuste fatte nella passata consigliatura, quando oggi è sotto gli occhi di tutti che quello era un modello falso. Barbacetto dice oggi sul Fatto Quotidiano che Milano era un soufflé, e concordo molto con questa osservazione. Potremmo parlare della bolla speculativa che si è costruita in questi anni. Ora ci troviamo dei bei grattacieli semi vuoti, e probabilmente il dramma occupazionale questa città ancora non lo sta passando, io spero di no. Vorrei ricordare a tutti i cittadini di sinistra che in via Di Missaglia ci sono ancora grattacieli tutti vuoti. Ve li ricordate negli anni ’90 cosa produsse ciò in questa città? Si è ricreato lo stesso schema, quello dei palazzinari, della valorizzazione della rendita fondiaria, mentre il lavoro è stato messo ai margini. Il lavoro in questa città sono i rider, è il capolarato, gli stipendi fermi da tanti anni e la precarietà. Il Sindaco è consapevole di questa cosa? Noi non vediamo un cambio di paradigma di questa amministrazione. Pensiamo che allo storytelling di questi anni se ne riprodurrà un altro. Noi dialoghiamo con questa amministrazione su alcuni punti come quello dell’antifascimo, dell’antirazzismo o dei diritti civili, ci mancherebbe. Però non vediamo nessuna volontà di cambiare lo schema della narrazione di questa città e soprattutto nessuna volontà di cambiare le scelte che son state fatte. Il Sindaco vuole e può cambiare la politica sugli scali ferroviari, può mettere in discussione queste cose. Perché non lo fa? Perché rifila alla città di Milano nuovamente palazzi di pregio, rendita fondiaria, consumo di suolo e non mette mano neanche a una costruzione di casa popolare? I grandi socialisti e comunisti di questa città hanno fatto grande Milano costruendo le case popolari. Oggi lo vediamo come sono ridotte.

Per la coalizione rossoverde a chi vi rivolgerete?

Ci siamo già rivolti ai Verdi e la stiamo avanzando anche ad altri soggetti e associazioni di sinistra con cui stiamo costruendo questa proposta di coalizione rossoverde. Se questa proposta non verrà accettata o non ci saranno le condizioni Milano in Comune sarà la piattaforma politica di raggruppamento, con cui la sinistra che vuole dare voce a un’altro tipo di narrazione in città si presenterà col consigliere indipendente Basilio Rizzo, che non ha fatto sconti a questa amministrazione.

Al secondo turno la volta scorsa, Rizzo aveva invitato però a votare Sala, e il vostro voto è stato determinante. Dopo aver visto il primo mandato di Sala è ipotizzabile qualcosa di simile?

Nelle amministrative per fortuna esiste il doppio turno e quindi gli elettori al secondo votano il meno peggio, perché ovviamente nessuno vorrebbe ritrovarsi la Lega estrema di Salvini. Noi chiediamo di darci fiducia e di smettere di votare il meno peggio subito. Date fiducia a una sinistra e a un’area ambientalista che potrebbe essere determinante. Portateci al 10/15/20% e vedrete come cambieranno le cose. Allora sì che si potranno fare le alleanze o si potrà dialogare anche con le aree centriste. Ma per cambiare, non per subire costantemente ricatti. L’elettorato è intelligente e autonomo. Milano in Comune l’ultima volta ricevette 20.000 voti circa; 16.000 di questi andarono al secondo turno a Sala. Il voto democratico e antifascista gli elettori ce l’hanno nell’anima, ma quello che conta è poter avere una voce e un’opposizione diversa all’interno del consiglio comunale, e se gli elettori ci premieranno tanto, anche condizionare per far cambiare veramente. Altrimenti si subisce sempre il ricatto perenne, e fanno quello che vogliono. Noi siamo stati al governo di questa città per cinque anni con Pisapia, con ben tre assessori in provincia di Milano. Abbiamo governato quest’area metropolitana e sappiamo bene quale sia la fatica nel farlo, ma vogliamo governare per cambiare, non pasturare i poteri che questa città sta rendendo insopportabile. La povertà che esiste nelle periferie e il COVID lo stanno mostrando, i dati della Caritas sono drammatici. Come si vogliono affrontare queste cose, continuando con le politiche di prima? Noi pensiamo di no.

Foto dalla pagina Facebook del Partito della Rifondazione Comunista PRC Federazione di Milano

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    C’è un tesoro in Italia, ambito da sempre, ed è il tesoro delle Assicurazioni Generali. Chi comanda a Trieste, comanda su un pezzo importante del paese. Per 70 anni il tesoro delle Generali è stato controllato da Mediobanca, che una volta era il salotto del capitalismo familiare italiano e oggi è una solida banca milanese. Nell’ultimo anno, grosso modo, due capitalisti nostrani, non si sa se anche coraggiosi, Francesco Gaetano Caltagirone, insieme a Francesco Milleri, hanno portato a termine il colpo del secolo: con un’operazione di scambio di azioni – e con il concorso esterno del MPS, fino a qualche mese fa banca di stato - hanno cacciato i vecchi azionisti dagli uffici di piazzetta Cuccia a Milano (Mediobanca) e al loro posto ci hanno messo se stessi più alcuni amici. In questo modo l’immobiliarista e editore Caltagirone, insiene al socio un po’ litigioso degli eredi Luxottica, hanno preso il controllo di Mediobanca. E lo hanno fatto con l’aiuto del MPS, banca pubblica privatizzanda. Preso il controllo di Mediobanca, i “nostri” Caltagirone&Soci hanno cominciato a vedere terra, la costa triestina, la casa mitteleuropea di Generali. Ora, su tutta questa operazione – sommariamente sintetizzata – qualcosa non ha funzionato. La Procura di Milano sta indagando per il mancato rispetto di alcune importanti formalità da codice penale: il “concerto” non previsto, il rispetto del “mercato” e delle autorità di controllo. Aspettiamo fiduciosi che la giustizia faccia il suo corso, mentre la politica rivendica i suoi meriti, giusti o sbagliati che siano. Pubblica oggi ha ospitato il giornalista e saggista Vittorio Malagutti (Domani) e il senatore del Pd Antonio Misiani.

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