
Il via l’ha dato Giorgia Meloni ieri prendendo spunto da un post social, facendo poi un attacco generale, colpendo così tutta l’opposizione, parlando di “sedicenti antifascisti” per poi chiudere con un “non ci faremo intimidire”.
È il vittimismo meloniano. Ma la destra in Italia non si è fermata qui, perché stamattina la grancassa dei giornali di destra hanno ripetuto i concetti con titoloni come “morto a destra, festa a sinistra”, un altro titolava “a sinistra c’è chi gongola”, per arrivare alla fine ad oggi pomeriggio, al ministro di Fratelli d’Italia, Luca Ciriani, che uscendo dal sentiero dei rapporti con il Parlamento è arrivato, addirittura, a paragonare la sinistra alle Brigate rosse, al clima di quegli anni tra “Brigate rosse e Sergio Ramelli”, grida l’esponente molto fedele a Giorgia Meloni. L’operazione, quindi, è completa, da pochi post social, si arriva ad accusare tutta l’opposizione, strumentalizzando l’omicidio avvenuto negli Stati Uniti per creare un clima di allarme anche in Italia, per Luca Ciriani questo avverrebbe perché il Governo starebbe “funzionando”. Quasi maldestro, se non fosse drammatico e rischioso il tentativo del Governo e della stampa amica di utilizzare quell’atto violento per mettere in cattiva luce l’opposizione, “si confonde la dialettica democratica e pacifica con azioni violente fatte da ignoti”, dice Chiara Braga del Pd. Renzi è ancora più arrabbiato, perché il ministro meloniano cita Italia Viva, con Borghi che aveva osato chiedere dove fosse la presidente del Consiglio la scorsa settimana, e poi nello stesso comunicato parla appunto di Brigate rosse e di Ramelli. “Un livello di vergogna e squallore”, dichiara Matteo Renzi. Il vittimismo della destra è noto, solo che – come sostiene Riccardo Magi – il rischio è che sia la destra ad aumentare il clima di odio nel Paese.