Approfondimenti

Khaled Kalifa: “la Siria rinascerà”

 

E’ una storia dolce amara, anzi, più amara che dolce, quella che Khaled Kalifa racconta nel suo ultimo libro “Non ci sono coltelli nelle cucine di questa città”, edito da Bompiani.

L’autore, nato in un paesino vicino ad Aleppo, descrive la vita di una famiglia nel corso di quarant’anni ma nello stesso tempo ci parla dell’ascesa del partito Baath da cui nasce il regime del clan degli al Assad. E’ una saga familiare ma anche il racconto di una città che soffre e che osserva l’incrinarsi delle cose nel tempo. Il narratore resta sempre anonimo eppure, attraverso le sue parole e un linguaggio tragico e delicato, ci sembra di conoscere anche lui così come impariamo a capire la sorella Sawsan e il fratello Rashid.

“Non ci sono coltelli nelle cucine di questa città” è, in effetti, una lucida denuncia del regime della famiglia Al Assad e tutto quello che succede ai protagonisti del libro, ma anche a tutti gli altri cittadini siriani, non è che una rinuncia a un pezzettino della propria anima per venire a patti con la tirannide.  E sopravvivere. Khaled Kalifa è stato a Milano per presentare il suo libro e noi abbiamo colto l’occasione per fargli qualche domanda.

La Siria che ha descritto, per quanto già in decadenza, non esiste più, cosa prova?

Io credo che la Siria che ho descritto in questo libro non esista più. Esiste una nuova Siria, o meglio, esisterà anche se non sappiamo che aspetto avrà, come sarà. Tuttavia, penso che tra la morte di quella Siria e quella che nascerà ci sia la più grande tragedia umana che la storia ricorderà.

Nel libro si racconta dell’ascesa del partito Baath e di tutto quello che è successo fino allo scoppio della guerra. Secondo Lei, alla luce di quanto successo, le prime rivolte popolari del 2011 sono state strumentalizzate? Le cose potevano andare diversamente?

Prima di tutto, io credo che quel che è accaduto nel 2011 è stato qualcosa di assolutamente grandioso, perché ha dato dei segnali diversi e in completa contraddizione con quello che il resto del mondo pensava di sapere di noi. Il mondo guardava alle popolazioni arabe come a popolazioni che erano rimaste indietro, che erano rimaste fuori dalla storia, che non potessero aspirare a una democrazia o a una modernità. Quello che è successo nel 2011 ha dimostrato quanto fossero fallaci quelle convinzioni, quanto lontane dalle verità e quanto fosse vergognoso anche solo pensare questo. Oggi siamo arrivati a un’immagine completamente ribaltata. Oggi sono gli arabi che possono dire all’Occidente che non è vero che sono i paladini dei diritti umani, che è una bugia che si occupano di quel che accade fuori dai suoi confini. L’occidente è falso e ipocrita sotto questo aspetto e sono gli arabi ora che aspirano ai valori della dignità e della democrazia. Anche il concetto di “umanità unita” è solo un inganno con l’Occidente cui ci si riempie la bocca.

Nel libro i due personaggi principali, Sawsan e Rashid, fanno due scelte diverse nel corso della storia. Lei sostiene il regime in maniera crudele, lui invece decide diventare un combattente islamista. Entrambi, però, alla fine tornano ad Aleppo sconfitti, disillusi e pieni di vergogna. E’ quello che è capitato davvero ai tanti cittadini siriani che si sono lasciati coinvolgere dalla guerra?

Penso di sì, è successo questo, ma penso anche che a perdere siano stati tutti i siriani. Ma non hanno perso  per via della rivoluzione, bensì a causa della sua deformazione e del modo in cui è stata repressa e che ci ha portato alla sconfitta totale. Penso che questi due personaggi abbiano in comune la paura per il regime. Anche la scelta di Sawsan di sostenerlo nasce da una paura che serve a proteggere se stessa e la sua famiglia dalle repressioni. Sawsan non ha le caratteristiche, non è sufficientemente fascista per essere davvero un esponente del regime siriano. Penso che Sawsan rappresenti migliaia di persone in Siria ma anche la scelta dello stesso Rashid è stata quella di tanti ma, ripeto, sono decisioni prese sulla base del terrore che ha contraddistinto per anni e anni la vita di tutti i siriani.

Aleppo è la Sua città ed è protagonista del libro, si può dire. Nel libro uno dei personaggi, Boulos, a un certo punto dice che “le città, come le persone, muoiono”. Aleppo secondo Lei è morta?

Aleppo, con la sua storia, ha dimostrato che non può in alcun modo morire. Fin dalla sua fondazione, è stata più volte distrutta e devastata in varie occasioni. E’ stata la porta dalla quale sono entrati gli invasori che l’hanno sempre rasa al suolo, ma poi si è sempre rialzata e ha ricominciato a volare. Probabilmente è una città che come nessun’altra che ha assistito all’ingresso e all’uscita dei barbari che sono arrivati con i vari Imperi. Per cui,  non ha la possibilità di spegnersi. Quella nel libro è solo l’opinione di uno dei personaggi, non la mia.

A un certo punto uno dei protagonisti dice una frase: “è assurdo avanzare nella morte facendola sinonimo di vita”. Che cosa voleva intendere?

All’ombra di un regime come quello siriano, nascono delle personalità che hanno davvero delle caratteristiche uniche e molto particolari. Ci sono persone in cui la voglia di vivere e morire convivono e coincidono. Io penso che il regime siriano sia un regime totalitario unico nel suo genere, che è riuscito a penetrare fin dentro ai reconditi angoli dell’umano siriano e le dimensioni, la magnitudo della distruzione che si è lasciato alle spalle è davvero spaventosa. Se guardiamo a quello che succede oggi, a com’è ridotta Aleppo ma anche Homs, a come si sta finendo di ridurre il Ghouta, appare molto chiaro cosa questo regime cosa si lascia dietro. Ed è per questo che penso che ci sia ancora tanto, ma tanto da dire e da scrivere su come i siriani hanno vissuto nei cinquanta anni precedenti.

Perché tutto il mondo si è accanito sulla Siria, secondo Lei?

Beh, questa è una domanda che dovremmo fare noi al mondo: perché vi siete accaniti così tanto su di noi? Cosa abbiamo fatto per meritare tutto questo?

Che cosa pensi di Bashar al Assad?

La mia opinione non è cambiata. Penso che Assad avrebbe dovuto andarsene già molto tempo fa.

La Siria è ancora casa?

Sì, e lo resterà per sempre.

  • Autore articolo
    Bianca Senatore
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 08/05 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 08-05-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve venerdì 09/05 07:01

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 09-05-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 08/05/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 08-05-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 09/05/2025 delle 07:16

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 09-05-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di venerdì 09/05/2025

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 09-05-2025

  • PlayStop

    Di palo in frasca di venerdì 09/05/2025

    A cura di Marco Piccardi - Playlist: 1. Penguin Cafè Orchestra, Scherzo and Trio (sigla) 2. Trilok Gurtu, Tuhe 3. Claudio Rocchi, Ogni uomo 4. Anjelique Kidjo, Voodoo Child 5. The Beatles, Now and Then 6. CCCP, Morire 7. Lou Reed, Who Am I? 8. Pierdavide Carone, Mi piaci ma non troppo 9. Rene Aubry, Salento 10. Philip Glass, Closing 11. Penguin Cafè Orchestra, Scherzo and Trio (sigla) Ospite in studio Riccardo Russino

    Di palo in frasca - 08-05-2025

  • PlayStop

    Labirinti Musicali di giovedì 08/05/2025

    "Labirinti Musicali" ideato dalla redazione musicale classica di Radio Popolare, in ogni episodio esplora storie, aneddoti e curiosità legate alla musica attraverso racconti che intrecciano parole e ascolti. Non è una lezione, ma una confidenza che guida l’ascoltatore attraverso percorsi musicali inaspettati, simili a un labirinto. Il programma offre angolazioni nuove su dischi, libri e personaggi, cercando di sorprendere e coinvolgere, proprio come un labirinto acustico da esplorare.

    Labirinti Musicali - 08-05-2025

  • PlayStop

    News della notte di giovedì 08/05/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 08-05-2025

  • PlayStop

    Live Pop di giovedì 08/05/2025

    Ogni giovedì alle 21.30, l’auditorium Demetrio Stratos di Radio Popolare ospita concerti, presentazioni di libri, reading e serate speciali aperte al pubblico.

    Live Pop - 08-05-2025

  • PlayStop

    Papa Leone XIV

    Ascolta lo speciale sul nuovo papa, Leone XIV.

    Clip - 08-05-2025

  • PlayStop

    Uscita di Sicurezza di giovedì 08/05/2025

    La trasmissione in collaborazione con la Camera del Lavoro di Milano che racconta e approfondisce con il vostro aiuto le condizioni di pericolo per la salute e la sicurezza che si vivono quotidianamente nei luoghi di lavoro. Perché quando succede un incidente è sempre troppo tardi, bisognava prevedere e prevenire prima. Una questione di cultura e di responsabilità di tutte e tutti, noi compresi. con Stefano Ruberto, responsabile salute e sicurezza della Camera del Lavoro di Milano.

    Uscita di Sicurezza - 08-05-2025

  • PlayStop

    Campagna abbonamenti di giovedì 08/05/2025 delle 20:04

    L’Abbonaggio di Radio Popolare minuto per minuto

    Campagna abbonamenti - 08-05-2025

  • PlayStop

    Esteri di giovedì 08/05/2025

    Il giro del mondo in 24 ore. Ideato da Chawki Senouci e in onda dal 6 ottobre 2003. Ogni giorno alle 19 Chawki Senouci e Martina Stefanoni selezionano e raccontano fatti interessanti attraverso rubriche, reportage, interviste e approfondimenti. Il programma combina notizie e stacchi musicali, offrendo una panoramica variegata e coinvolgente degli eventi globali.

    Esteri - 08-05-2025

Adesso in diretta