
Il banco del governo è affollato di ministri e sottosegretari. Un minuto di silenzio, seguito da un applauso di tutto l’emiciclo, dà inizio alla commemorazione per Bergoglio: ogni partito esalta gli aspetti più vicini, facendone un Papa amico per ogni gruppo politico, compresa la Lega con Matteo Salvini che siede accanto a Giorgia Meloni, lui che portava la maglietta con scritto “il mio Papa è Ratzinger”. Oggi i leghisti sottolineano il Pontefice della pace, quella pace che ora Salvini sostiene guardando più a Putin che a Zelensky.
La commemorazione inizia con Elly Schlein che punta subito a questo aspetto, “Il Papa, dice, non merita l’ipocrisia di chi deporta i migranti e nega le cure a chi non se le può permettere”. Alla fine prende la parola Giorgia Meloni che ancora una volta, dopo averlo detto in tutti i modi in questi ultimi giorni, racconta il rapporto personale con Papa Francesco, ma non fa nemmeno un cenno a come Papa Bergoglio chiedesse più umanità per i migranti, per i detenuti, per i malati e attenzione ai cambiamenti climatici.
I partiti di sinistra – sono intervenuti Schlein e Conte – evidenziano i tratti più progressisti del Papa, anche se la segretaria del Pd non tace le posizioni, e le definisce inconciliabili, su aborto e divorzio. Schlein ricorda il Papa vicino ai poveri, impegnato contro le tante diseguaglianze diffuse anche qui in Italia. Lo stesso fanno Conte, Fratoianni, Bonelli e Della Vedova, quest’ultimo riportando i ricordi della telefonata tra il Papa e Marco Pannella.
Al termine quasi tutti sono poi andati a San Pietro a rendere omaggio a Bergoglio, vestiti di nero, come i cinque giorni di lutto, a coprire anche il 25 aprile.