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Il mondo intorno a Idomeni

Idomeni era un piccolo villaggio fino a solo qualche mese fa. Alla frontiera tra Grecia e Repubblica di Macedonia, a una settantina di chilometri da Salonicco. Nell’ultimo censimento del 2011 contava 154 abitanti. Ora il mondo intorno a Idomeni è fatto di tante tragedie e sprazzi di solidarietà. Ma su tutta questa disperazione c’è la scelta del governo di Skopje di costruire prima una, poi una seconda rete metallica con tanto di filo spinato. Da allora quel briciolo di terra di passaggio è diventato il muro inaccessibile.

Vediamo brevemente le ricadute di questa scelta sulla popolazione civile: una frontiera che fa paura e che sta generando terrore. Prima di tutto sui migranti bloccati a migliaia, almeno 15mila, stipati in un campo profughi. Poi le altre centinaia che non trovano spazio nemmeno nel campo e si arrangiano con teli plastificati e falò.

Tra loro rifugiati da Siria, Iraq e Afghanistan che si trovano per la porta verso l’Europa occidentale sbarrata. I migranti bollati come economici, provenienti da Marocco e Algeria, bloccati con il rischio di essere arrestati. I greci preoccupati per la crisi umanitaria provocata dalla scelta macedone. I macedoni terrorizzati che i serbi non riaprano mai più la loro frontiera.

In questo panorama desolante l’economia legata all’emergenza umanitaria, come quella di guerra, si infiltra in ogni crepa. La scorsa estate, quando il flusso dei profughi era già incessante sulla rotta balcanica, molti greci avevano comprato la licenza per diventare tassisti. Un investimento di 1.500 euro, ora andato in fumo, per portare le persone fino alla frontiera serba.

Poi ci sono i generi alimentari e soprattutto l’acqua. Il prezzo di mezza bottiglietta è lievitato da 50 centesimi a 2 euro sulla strada che porta da Salonicco a Idomeni. E così per molti alimenti base, tanto che il governo Tsipras è intervenuto imponendo prezzi fissi su latte, acqua, succhi di frutta e sandwich. Per chi sgarra, la multa è di 500 euro.

Intorno a Idomeni si aggirano i trafficanti senza scrupoli. La loro garanzia per passare e fendere quelle reti metalliche è in nuovi documenti. Un passaporto falso costa solo mille euro. L’altra alternativa che offrono ai migranti di ritentare un nuovo tragitto dalla Bulgaria e da lì attraversare le ostili montagne serbe. A gennaio due persone morirono di freddo proprio in questo percorso.

Ma il mondo intorno a Idomeni è fatto anche da un governo come quello di Atene che non si piega in silenzio alla realpolitik imposta dalla maggior parte dei colleghi europei, che assicura (e ha già iniziato a farlo) di voler sciogliere quel campo di disperazione in poco tempo, forse una settimana e trovare il modo di ricollocare in un posto dignitoso per chi scappa da guerra e fame.

A Idomeni ci sono poi le migliaia di volontari anche greci, oltre alle organizzazioni umanitarie, che portano aiuto, con quello che hanno: braccia, forza, generi di conforto e tempo, per chi ha smesso di calcolarlo e vive in un limbo infernale.

“Effetti collaterali. Popolazione civile in pericolo” è la rubrica, a cura di Cristina Artoni, in onda ogni lunedì su Radio Popolare alle 9.20

Ascolta qui la puntata su Idomeni

Effetti collaterali Idomeni p

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    Cristina Artoni
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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    “Abbiamo sempre preferito la take imperfetta ma magica”: i Satantango raccontano il nuovo album

    Un debutto interessante quello dei Satantango, nuovo progetto shoegaze proveniente dalla provincia cremonese. Il duo, composto da Valentina e Gianmarco, è oggi passato a Volume per raccontare e suonare in acustico alcuni brani del nuovo album “Satantango”. Il titolo è lo stesso di un film ungherese del 1994 della durata di oltre sette ore: “l’ambientazione e le atmosfere sono molto simili a quelle che ci sono nei nostri posti”, spiega il duo. Tra shoegaze, dream pop e slowcore, l’album dipinge un immaginario bianco e nero tra malinconie di provincia e nebbia, cinema chiusi e un senso di innocenza perduta, ed è ricco di riferimenti a pellicole vintage come “Gioventù Amore e Rabbia”. L'intervista di Elisa Graci e Dario Grande e il MiniLive dei Satantango.

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    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

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    Volume di mercoledì 03/12/2025

    Il nuovo singolo di Flea dei Red Hot Chilli Peppers a lanciare un nuovo progetto jazz previsto per il 2026 e il 60esimo di Rubber Soul dei Beatles. La rubrica sulle serie tv con Alice Cucchetti oggi dedicata all'ultima stagione di Stranger Things e il mini live dei Satantango che ci presentano il nuovo album omonimo. Concludiamo con il quiz sul cinema e l'annuncio di Cure + Mogwai al Firenze Rocks il 14 giugno 2026.

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    Musica leggerissima di mercoledì 03/12/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

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