Approfondimenti

Idee a confronto tra candidati sindaco

Un’ora di dibatto su temi che hanno spaziato dall’immigrazione alla legalità, passando per i valori identitari e il piano della città. Il confronto tra candidati sindaco a Radio Popolare è stato il coronamento di mesi in cui i candidati sono passati dai nostri studi per confrontarsi con gli ascoltatori. La prima notizia è un’assenza: il candidato del centro sinistra Beppe Sala ha scelto di non partecipare. Presenti invece Gianluca Corrado del Movimento 5 Stelle; Stefano Parisi, candidato della coalizione di centrodestra; Marco Cappato dei Radicali; Basilio Rizzo, candidato della lista Milano in Comune e Luigi Santambrogio, candidato di Alternativa municipale.

“Sono stato chiaro su che cosa penso del candidato di Lealtà e Azione in Zona 8. Però chiedo a chi sta a questo tavolo di rispondermi se sente di più un problema di antisemitismo o di ritorno del fascismo”. Così Stefano Parisi risponde alla domanda sul candidato consigliere di zona in lista Lega Nord Stefano Pavesi. Un caso, perché Pavesi è un militante di un’organizzazione neofascista ed è iscritto alla Lega Nord. “La Lega non è solo questa roba qua – dice Parisi al confronto tra candidati di Radio Popolare -. Quando la Lega candida gente del genere fa un danno prima di tutto a se stessa”.

Il tema delle alleanze è tra i più caldi. Se Stefano Parisi “avrà problemi di coerenza interna” con la Lega in coalizione, per il candidato Cinque Stelle Gianluca Corrado “Beppe Sala avrà un problema analogo con le lobby e i conflitti di interesse”. E aggiunge: “Alcuni nostri attivisti hanno denunciato banchetti illegali dei sostenitori del candidato di lealtà e Azione e sono stati aggrediti”. Sul ballottaggio annuncia che il Movimento Cinque Stelle non darà alcuna indicazione di voto, nel caso in cui non ci arrivasse.

Sul conflitto di interessi nel centrosinistra il più diretto è Marco Cappato: “A meno di tre settimane dal voto, Beppe Sala è ancora un consigliere di Cassa depositi e prestiti. Penso che farebbe bene a dimettersi prima del voto”. Nessuna indicazione su chi votare al ballottaggio, nel caso in cui i Radicali non dovessero farcela: “Le nostre idee le realizzeremo lo stesso, come abbiamo sempre fatto. È il nostro stile”.

Luigi Santambrogio di Alternativa municipale ha avuto un passato nella Lega Nord. Erano gli anni Novanta, a Milano sindaco era il leghista Marco Formentini, di cui Santambrogio è stato assessore dal 1993 al 1997. “Era una Lega Nord diversissima da quella attuale, c’era un forte senso civico. Questa Lega è molto distante da quella di allora”.

“Se governeremo noi staremo attenti a non concedere spazi – replica sulla presenza di fascisti in lista Basilio Rizzo, candidato di Milano in Comune -. Spesso dietro eventi culturali, concerti o tornei sportivi ci sono frange estremiste che cercano di prendersi pezzi di città. Dobbiamo impedire che ci siano squallide manifestazioni nei nostri cimiteri”. Quale sarà l’indicazione di Basilio Rizzo nel caso in cui Milano in Comune non dovesse spuntarla per arrivare al ballottaggio? “Ora pensiamo al primo, poi parlerò ma come cittadino”.

Basilio Rizzo elenca due battaglie chiave della sua lista: la prima è “creare verde e recuperare quello che già esiste di spazi inutilizzati”. La città di Milano in Comune ha come simbolo il recupero degli alloggi sfitti e le bacheche di annunci per vendita e affitto vuoti. La seconda riguarda il ritorno del sindaco nel ruolo di “tutore numero uno della salute dei cittadini”: “Non si devono aspettare 3-4 settimane per intervenire quando i livelli di inquinamento sono diventati intollerabili”.

Se per Rizzo uno dei più grossi “motivi di orgoglio” della Giunta uscente è la gestione dell’emergenza profughi, per il candidato Stefano Parisi è invece una delle note più dolenti. “Come si fa ad essere soddisfatti – si chiede -. Gli ‘immigrati clandestini’ vivono nei parchi e nelle case occupate. Il problema non è stato governato”. Sulla questione emergenza profughi, per Parisi da tenere ben separata da quella dei migranti economici, dice di aver proposto un tavolo di confronto con la Giunta Pisapia e la Prefettura per coordinarsi in futuro, ma “Beppe Sala ha detto di no”. Anche Luigi Santambrogio di Alternativa Municipale ha proposto un tavolo di confronto in materia. “Alternativa municipale da due mesi propone un tavolo, perché rileviamo che non è stato fatto a sufficienza – spiega -. Non sono stati acquisiti fondi europei a sufficienza per strutture stabili che non diano solo da mangiare ma accompagnino gli ospiti in percorsi più complessi”.

Ultimo passaggio sulla legalità e la corruzione a Milano. Marco Cappato ha definito Giuliano Pisapia un “onesto conservatore, nel senso britannico del termine”, perché sostiene che il primo cittadino della Giunta arancione non è stato in grado di innovare. E sul tema della corruzione ha potuto solo contenere, in un Paese che ha un enorme problema di legalità.

Il candidato sindaco Cinque Stelle Gianluca Corrado insiste poi sulla presenza delle mafie. “A Milano secondo le associazioni dei commercianti, il 10 per cento degli esercenti paga il pizzo ad organizzazioni mafiose. Il problema della legalità esiste”. Aggiunge un altro dato, sugli affitti non riscossi: in tutto oltre 100 milioni. “C’è stato corruzione? Non lo so – dice – ma anche in questo caso il tema dell’assenza di legalità esiste”.

Ascolta il dibattito completo

Dibattito tra i candidati a sindaco di Milano, Radio Popolare 14 maggio 2016

  • Autore articolo
    Lorenzo Bagnoli
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    Addio al Plastic: ripercorriamo la storia del locale grazie ai ricordi di chi lo ha vissuto

    “Potevano entrare tutti quelli che non facevano entrare negli altri locali” racconta la cantante e musicista Patrizia Di Malta ricordando il celebre Plastic. Nel locale “ci si sentiva quasi in una piccola New York”: era un catalizzatore di musica, mode e culture alternative internazionali, nonchè punto di riferimento della comunità queer. “Anche solo fare la fila fuori era parte dell’esperienza” continua Piergiorgio Pardo, “c’era una selezione all’ingresso, pensata per far stare bene persone eccentriche che lì non si sentivano giudicate”. Ascolta l’intervista di Elisa Graci e Dario Grande.

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