Approfondimenti

I movimenti sociali scuotono la Francia

Proteste degli studenti in Francia

In questo periodo assistiamo, in Francia, al moltiplicarsi delle proteste per le riforme volute dal presidente Emmanuel Macron e dal suo governo. Dal settore pubblico ai ferrovieri, passando per i netturbini, i movimenti sociali scuotono il paese.

Tra i protagonisti delle manifestazioni, sin da subito, non sono mancati gli studenti. Iniziato con la protesta dei liceali contro la riforma dell’accesso agli studi superiori, considerata ipocritamente selettiva, il movimento studentesco ha ripreso forza negli ultimi mesi con le occupazioni e i blocchi delle università.

Le proteste sono diventate particolarmente visibili ed intense dopo che un gruppo di persone incappucciate e armate di bastoni ha fatto irruzione nei locali dell’università di Montpellier, il 22 marzo, per espellerne violentemente gli occupanti. Tra le università parigine, quella di Tolbiac, uno dei campus della Sorbona, è forse la più emblematica. L’irruzione della polizia ha messo fine venerdì 20 aprile a quasi un mese di occupazione. Il rettore accusava gli occupanti di spacciare droga e favorire la prostituzione all’interno della facoltà. Radio Popolare li aveva incontrati pochi giorni prima dello sgombero:

Io studio a Tolbiac da 3 anni, sono nella facoltà di Storia. Quest’occupazione è stata preparata da delle persone che erano già un po’ militanti, qui a Tolbiac. All’inizio eravamo tra di noi, poi ci sono stati i fatti di Montpellier e molti studenti si sono resi conto che se le amministrazioni si spendevano a tal punto per sloggiare gli occupanti, è perché la cosa dava davvero fastidio allo Stato. E quindi che poteva davvero essere un modo per lottare contro questa legge e creare un rapporto di forza. Abbiamo votato l’occupazione in 100 e abbiamo fatto una cosa piccola. Ma all’assemblea generale successiva eravamo in 800, a quella dopo 1500 ed è andata crescendo. In pratica qui ogni giorno ci riuniamo con tutti quelli che dormono qui e che vivono qui. Si discute dei problemi interni, dei possibili conflitti, dei problemi di sicurezza, di cibo eccetera. Poi ci sono le riunioni del comitato di mobilizzazione che comprende tutti gli occupanti ma anche i militanti che vengono a dare una mano durante la giornata, che organizzano dei corsi o si occupano della pulizia. La base dell’occupazione è che cerchiamo di autogestirci al massimo. Ci siamo anche resi conto che c’erano molti militanti a Tolbiac. Quindi aiutiamo le altre università a distribuire volantini e spiegare questo progetto di legge che vuole distruggere l’università.

La legge Vidal relativa all’orientamento e la riuscita degli studenti è stata approvata dal Senato a fine febbraio, ma in cosa consiste e cosa contestano gli studenti?

Per riassumere: prima della legge funzionava che una volta ottenuto il BAC, la maturità, avevamo il diritto, ed era scritto nella costituzione, di andare all’università. Non potevano rifiutarsi di prenderci nelle filiere non selettive. Oggi questa nuova legge instaura la selezione all’ingresso. Saremo selezionati in base a diversi criteri a seconda delle università. Perché saranno le amministrazioni delle università a decidere. E si chiede ai liceali di scrivere dei curriculum e delle lettere di motivazione per andare all’università. Un po’ come se andassero ad un colloquio di lavoro.

Un’altra voce conferma:

A 17 anni non sappiamo per forza scrivere un curriculum e poi sarebbe vuoto, a quell’età! Anche scrivere una lettera di motivazione, non è facile! Non tutti lo sanno fare. Quelli che hanno i genitori che hanno studiato saranno facilitati mentre i figli di genitori non diplomati, per loro sarà molto difficile. E la differenza si vedrà. Quelli che potranno pagare o meno qualcuno che li aiuti a scrivere la lettera potranno entrare molto più facilmente che magari un figlio di immigrati che ha studiato in Francia ma magari ha i genitori che non parlano bene la lingua e farà più fatica a scrivere la lettera di motivazione. E poi le università potranno dare un voto ai licei. È una cosa difficile da fare e se escludiamo i grandi licei parigini è difficile classificare i licei. Prendiamo un alunno che ha 11 su 20 in un famoso liceo parigino. Varrebbe quanto un 17 su 20 in periferia ma non è vero. Non è che perché è un liceo di periferia danno più facilmente un bel voto, è completamente falso.

Per controbilanciare le accuse di chi considera gli studenti dei bamboccioni, come direbbero dalle nostre parti, più di 400 insegnanti hanno firmato una tribuna di sostegno al movimento studentesco. Michela (nome di fantasia) insegna Italiano proprio a Tolbiac:

La tribuna è stata firmata perché ad un certo punto ci siamo resi conto che, al di là della discutibilità dell’atto di occupare un’università, ci siamo resi conto che anche noi dovevamo giocare un ruolo. E quindi sostenere il movimento studentesco anche dal nostro punto di vista. Perché poi questa riforma tocca anche i professori. Io non ho voglia, per esempio, di lavorare in un’università con dei ragazzi preselezionati, io sono lì per tutti. Certo che c’è una volontà di sostenere gli studenti. Ma c’è anche la volontà di prendere la nostra responsabilità, in quanto professori, davanti ad una riforma di cui saremo complici, in qualche modo. La grande differenza con l’Italia è che qui ci sono delle filiere di eccellenza, come le Grandes Ecoles, la scuola Normale eccetera. Quelle sono già le filiere della selezione. L’università rimane l’ultimo bastione libero e quindi se un ragazzo non ha la forza di andare in classe preparatoria, perché non ha avuto un buon liceo, non è stato seguitissimo, può avere questa possibilità di riscatto all’università. Però, se chiudo anche lì in nome di una selezione che non è tanto chiara… Le cose diventano ingiuste.

Proteste degli studenti in Francia
Foto da Facebook
  • Autore articolo
    Luisa Nannipieri
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 16/09 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 16-09-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 16/09 18:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 16-09-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 16/09/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 16-09-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di martedì 16/09/2025 delle 19:50

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 16-09-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Fuori registro di martedì 16/09/2025

    Voci tra i banchi di scuola. A cura di Lara Pipitone, Chiara Pappalardo e Sara Mignolli

    Fuori registro - 16-09-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di martedì 16/09/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 16-09-2025

  • PlayStop

    “Gaza City brucia di fronte al suo mare”. Israele lancia l’offensiva di terra sulla città

    L’esercito israeliano ha lanciato questa notte l’invasione di terra su Gaza City. Da ieri i carri armati sono entrati nel cuore della principale città della striscia, e i bombardamenti hanno colpito senza sosta strade, case, infrastrutture. Da questa mattina, i morti sono 89. Centinaia di migliaia di persone vivono ancora nella città. Migliaia di persone stanno invece cercando di fuggire, in un esodo verso un sud che non ha più spazio per ospitarli. Il servizio di Valeria Schroter.

    Clip - 16-09-2025

  • PlayStop

    Esteri di martedì 16/09/2025

    1) “Gaza brucia di fronte al suo mare, testimone della sua tragedia”. L’esercito israeliano ha lanciato l’offensiva di terra sulla principale città della striscia. L’esodo in mezzo alle bombe. Quasi 90 i morti da questa mattina. (Valeria Schroter) 2) Israele come Sparta. Mentre l’ONU stabilisce che quello in corso a Gaza è genocidio, Netanyahu ammette l’isolamento internazionale e dipinge un futuro di autarchia e guerra permanente. (Anna Foa, Eric Salerno) 3) Gli Stati Uniti continuano a colpire il Venezuela. Trump punta a rovesciare il regime di Maduro con la scusa della lotta al narcotraffico. (Alfredo Somoza) 4) Cinquant’anni fa l’indipendenza della Papua Nuova Guinea. Il paese oggi è vittima della maledizione della ricchezza e rischia di finire ostaggio di un nuovo braccio di ferro tra occidente e Cina. (Chawki Senouci) 5) Spagna, l’estrema destra torna a riunirsi a Madrid. Il primo passo verso una grande alleanza di tutte le destre europee. (Giulio Maria Piantadosi) 6) Rubrica Sportiva. Julia Paternain, la maratoneta uruguayana entra nella storia vincendo la prima medaglia ai mondiali di atletica per il paese sudamericano. (Luca Parena)

    Esteri - 16-09-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di martedì 16/09 18:35

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 16-09-2025

  • PlayStop

    Le Guthrie Family Singers portano avanti il messaggio di umanità del nonno Woody

    “E’ stato bello rendersi conto che la figura di Woodie Guthrie è ancora molto viva anche fuori dagli Stati Uniti”, racconta Sarah Lee, nipote dell’icona folk americana. “Le problematiche di cui cantava lui ottant’anni fa sono ancora attuali”, riferendosi al tema dell’immigrazione e alla difficile situazione al confine con il Messico. Con la sua musica Woody Guthrie "affrontava un concetto molto basilare di umanità e speranza, ovvero il trattare le persone come persone, aiutandosi a vicenda nei momenti di difficoltà": lo stesso messaggio che ora le Guthrie Family Singers vogliono portare avanti. Ascolta l’intervista di Elisa Graci alle Guthrie Family Singers.

    Clip - 16-09-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di martedì 16/09/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 16-09-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di martedì 16/09/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 16-09-2025

  • PlayStop

    Volume di martedì 16/09/2025

    Iniziamo parlando del festival Coachella 2026 di cui è appena stata annunciata la lineup e ricordando Victor Jara, cantautore cileno simbolo della canzone sociale e di protesta che scomparse oggi 52 anni fa durante la dittatura Pinochet. Proseguiamo con il mini live in studio delle Guthrie Family Singers, trio di discendenti di terza e quarta generazione dell'icona folk americana Woody Guthrie. Nell'ultima parte accenniamo al concerto di raccolta fondi per la Palestina del 18 settembre, organizzato a Firenze da Piero Pelù, e ricordiamo la stella del cinema Robert Redford appena scomparsa.

    Volume - 16-09-2025

  • PlayStop

    Una Napoli sconosciuta in bianco e nero in “Sotto le nuvole” di Gianfranco Rosi

    Già vincitore di un Leone d’Oro per “Sacro Gra” nel 2013 e di un Orso d’Oro tre anni dopo alla Berlinale, Rosi riceve anche il Premio Speciale della Giuria di Venezia 82. In “Sotto le nuvole” l’esplorazione si sposta nella Napoli della circumvesuviana, in un bianco e nero inedito per la città dei mille colori, tra la terra che ogni tanto trema, sotterranei archeologici in mano alla camorra, la centrale dei Vigili del Fuoco, le fumarole dei Campi Flegrei e il Porto di Torre Annunziata con con una nave siriana che scarica grano ucraino. “È il mio primo film non politico” sostiene Rosi, eppure nel fuoricampo di “Sotto le nuvole” il non detto arriva anche in senso politico. L'intervista di Barbara Sorrentini

    Clip - 16-09-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di martedì 16/09/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 16-09-2025

Adesso in diretta