Approfondimenti

L’ultimo desaparecido del Cairo

No. Non lo conoscevo, ma la storia di Giulio Regeni mi è familiare. Quando sei anni fa atterrai per la prima volta al Cairo ero una come Giulio. Felice, confusa, accaldata e con un visto di studio in tasca da fare timbrare sul passaporto dalle autorità egiziane. Ecco perché la sua scomparsa mi tocca, anzi mi tormenta.

Cittadino del mondo, non per modo di dire. Già a 17 anni, Giulio era a studiare in New Mexico per poi trasferirsi in Inghilterra. Poi la passione per il Medio Oriente. All’inglese e allo spagnolo, che ormai domina, aggiunge quindi l’arabo. Ostico, ma essenziale per chi non si accontenta di conoscere quello che si dice del mondo arabo, ma la sua essenza. E da qui, naturalmente, la voglia di toccare con mano questo mondo, atterrando al Cairo, Umm Addunia, la madre del mondo.

Un’esperienza alla sede dell’Unido e infine, una volta testato il terreno, la decisione di imbarcarsi in un dottorato su tematiche economiche. Non so se Giulio frequentasse gli archivi, ma posso assicurarvi – per esperienza mia e di tanti ottimi ricercatori e giornalisti in loco – che per fare qualsiasi tipo di ricerca al Cairo, anche quella sulle Piramidi e la gloriosa epoca faraonica, ci vuole una buona dose di coraggio e tantissima determinazione.

Quando alla fine del 2011 iniziai a fare il giro di Italia per presentare il mio libro sui Ragazzi di Piazza Tahrir, qualcuno non credeva ai miei racconti del clima che si respirava nell’Egitto mubarakiano. Quello dei servizi segreti che ti seguivano, passo passo, quando andavi a fare un’intervista a un oppositore del regime. Quello delle mukhabarat che chiedevano al portiere del tuo palazzo i tuoi ritmi di vita e le tue frequentazioni. Quello dove ogni oggetto che volevi portare in archivio con te doveva essere autorizzato. Una matita, una penna per non parlare di uno scanner portatile, bloccato alla dogana per mesi.

Quando ne parlavo pensavo che il tempo verbale più corretto da usare fosse il passato. Ottimista, dopo aver vissuto quella che per me resta una rivoluzione di piazza, pensavo che l’Egitto si stava lasciando alle spalle il capitolo più nero della sua storia. E pensavo che anche noi occidentali avessimo imparato la lezione. Ovvero, che la stabiltà forzata non si era mostrata sostenibile. Ergo, ma più sostenerla ciecamente.

E invece, 5 anni dopo lo scoppio della rivoluzione, l’Egitto è più preoccupante di prima. Non ci vuole molto a capirlo. Non bisogna spingersi fino al Sinai e vedersi negato l’ingresso nel nord di questa Penisola per capirlo. Basta camminare nelle strade del centro e fermarsi a fumare una shisha (narghilè). Basta andare a una conferenza stampa. Basta entrare in una biblioteca. Basta essere iscritti a una newsletter. Basta addirittura leggere le poche cose che vengono pubblicate, anche in italiano, dalle Ong che cercano, a fatica, di continuare a lavorare in loco.

Già lo scorso anno Human Rights Watch aveva parlato di migliaia di arresti e, in almeno 90 casi, di persone scomparse nel nulla, di veri e propri desapaceridos. Alcuni sono stati poi ritrovati in carceri già famose durante il vecchio regime per essere ingranaggi di una macchina del terrore, ma il fenomeno non sembra scomparire. Anzi…

Fino ad ora a scomparire sono stati soprattutto oppositori del “nuovo” regime di Abdel Fattah Al-Sisi, il presidente su cui tanto ha scommesso Renzi, il primo leader occidentale atterrato al Cairo per stringergli la mano.

Giulio è uno di questi desaparecidos? Anche se nulla mi porta a pensare che rientri nel circolo dei dissidenti anti Al-Sisi, Giulio va formalmente aggiunto alla lista dei desaparecidos scomparsi al Cairo. Da una settimana non sappiamo dove è. È sparito nel nulla la sera del 25 gennaio. Una data non casuale. Una giornata dove temendo manifestazioni anti-regime, l’apparato di sicurezza è stato mobilitato in maniera significatvia. I nostri funzionari in Egitto lo hanno cercato. Fino ad ora però invano. Hanno pensato a tutte le eventualità. Hanno ponderato quando parlare. Hanno mosso ogni contatto di alto livello. Visti gli ottimi rapporti bilaterali,sono certa che i nostri funzionari siano riusciti a contattare chi conta. Eppure nulla. Giulio non si trova.

Nessuno sa dire che cosa gli è successo, ma questa vicenda costringe tutti – chi non ha mai smesso di denunciarlo e chi ha preferito fino ad ora ignorarlo- a fare una riflessione sullo stato di polizia che vige in Egitto.

Parlarne non ci darà la certezza di rifarci trovare Giulio, ma ci aiuterà a capire meglio l’Egitto nel quale è scomparso. Ci potrà servire a tenere gli occhi aperti, a suggerire agli altri di tenerli più aperti, senza farsi ingannare da promesse di stabilità che, ancora una volta, hanno un prezzo molto costoso in termini di diritti umani. Chi, come Giulio, ama il Medio Oriente e cerca di capirlo profondamente, lo farebbe. È per questo che chiedo a ognuno di voi di tenere alta l’attenzione. Di aiutarci ad andare oltre quello che ci vogliono fare vedere. La speranza, quella più vera e sincera, è quella di coinvolgere presto anche Giulio in questo nostro esercizio.

Per seguire su Twitter gli aggiornamenti sulle ricerche di Giulio l’hashtag è #whereisgiulio

Articolo tratto dal blog I ragazzi di piazza Tahrir

  • Autore articolo
    Azzurra Meringolo
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio mercoledì 24/12 19:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 24-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve mercoledì 24/12 18:29

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 24-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di mercoledì 24/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 24-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 24/12/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 24-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Gli speciali di mercoledì 24/12/2025 - ore 20:30

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 24-12-2025

  • PlayStop

    Gli speciali di mercoledì 24/12/2025 - ore 20:02

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 24-12-2025

  • PlayStop

    Popsera di mercoledì 24/12/2025

    Popsera è lo spazio che dedicheremo all'informazione nella prima serata. Si comincia alle 18.30 con le notizie nazionali e internazionali, per poi dare la linea alle 19.30 al giornale radio. Popsera riprende con il Microfono aperto, per concludersi alle 20.30. Ogni settimana in onda un giornalista della nostra redazione.

    Popsera - 24-12-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di mercoledì 24/12/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 24-12-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di mercoledì 24/12/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 24-12-2025

  • PlayStop

    Gli speciali di mercoledì 24/12/2025 - ore 15:35

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 24-12-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di mercoledì 24/12/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 24-12-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di mercoledì 24/12/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 24-12-2025

  • PlayStop

    Divani&Divani licenzia 500 lavoratori e chiude due stabilimenti alla vigilia di Natale

    Natuzzi, azienda specializzata in arredamenti e proprietaria del marchio Divani&Divani, ha annunciato 497 licenziamenti e l’intenzione di chiudere due stabilimenti nel barese a poche ore dal Natale. È l’ultimo sviluppo di una crisi che però va avanti ormai da più di 15 anni. Parte della produzione è stata spostata all’estero, decine di milioni di finanziamenti pubblici ricevuti non sono bastati a salvaguardare i posti di lavoro. Il mese scorso 1800 impiegati dei cinque stabilimenti italiani di Natuzzi erano stati messi in cassa integrazione. Ascolta l'intervista a Ignazio Savino, segretario generale della Fillea Cgil Puglia.

    Clip - 24-12-2025

Adesso in diretta