
«In una situazione così brutta sperare è un atto di protesta», «una forma di resistenza». David Grossman, grande scrittore israeliano, su Repubblica dà parole a dolore, sgomento, impotenze e richiama il dovere di dare futuro ai bambini di Gaza. Da suoi testi per bambini, Le avventure di Itamar, è tratto uno spettacolo della Scala. Il coraggio dell’immaginazione fa attuali scritti di Grossman negli anni. Parla lo scrittore-guaritore-ferito: il mostro della guerra s’è preso il figlio, il ventenne soldato Uri nel 2006 in uno dei conflitti di Israele. Quando una persona perde padre o madre dispone d’una parola per elaborare il lutto: orfano. Nel nostro dizionario non c’è termine che definisca lo status di padre e madre cui uccidono il figlio. Uno deve costruire da sé la parola che abbozzi un senso alla perdita, nei bui e nelle luci dalla vita. Col dono dell’arte Grossman ha accesso a metafora, simbolo; sfida i canoni; il suo immaginario va oltre stereotipi tipo Orco [Netanyahu] che pur di salvare sé stesso, il potere diabolico suo, degli orchi complici per ignavia o utilità disposti a trascinare il proprio Paese e il mondo nelle tenebre più profonde. Ha forza la fiaba-parabola. In un racconto di Grossman il protagonista Itamar (nell’etimologia “sacerdote”, sottotitolo “il cacciatore di sogni”) sta per avere un fratellino. Si chiede come sarà: un fratello pallone da lanciare fino in cielo? O di cioccolato da leccare e consumare tutto? O un fratello leone da cavalcare quando va all’asilo? Giocare, vincere paura e ansia, affrontare il pericolo d’un folletto blu per conviverci. Sono sfide al limite: paradosso, sogno, follia creativa mentre piovono bombe che uccidono Itamar veri a miglia a Gaza e segnano nell’anima i loro fratellini in Israele e Orchi al governo fan morire di fame bambini nella Striscia e privano di futuro piccoli israeliani. Grossman crede che dal dolore si generi speranza. Avverto consonanza di spiriti con Leone che si presenta col «Pace a voi» del Risorto. Il poeta è in minoranza tra i suoi. Il Papa è osannato da autorità baciapile che si dicono cristiane però non fan nulla per fermare le stragi. Diceva Francesco «la speranza è la più piccola delle virtù, ma la più forte». È unica. È vita!