Questa volta la citazione potrebbe suonare così: “I meriti dei figli non ricadano sui padri”, e soprattutto i padri ministri delle finanze. Come era accaduto a Padoan nei governi di centrosinistra, anche Tria pare soccombere allo stesso destino: i figli che scelgono di compiere gesti di cui forse in privato essere molto orgogliosi ma che in pubblico generano parecchio imbarazzo.
Uno degli skipper che si alternano in barca a vela a sostegno e aiuto della nave Jonio che nel Mediterraneo salva i profughi si chiama Stefano Tria, è entrato in contatto con la missione inviando semplicemente una candidatura on line.
E’ il figlio del ministro dell’economia che ha un bel po’ di grattacapi in questo momento a causa dei conti che non tornano e della lista inesauribile dei desideri dei Cinque stelle, ma soprattutto è ministro di un governo che chiude i porti agli stranieri e vuole arrestare gli equipaggi delle navi, anche italiane, che violano la legge e che vogliono salvare a tutti i costi i profughi che rischiano di annegare.
Mediterranea ha confermato che a bordo della nave c’è anche il figlio dei ministro, a cui non hanno chiesto di esibire il grado di parentela, come non lo hanno fatto per nessuno del resto. Una scelta di campo per Stefano Tria che probabilmente è giusto che rimanga nell’ambito dei chiarimenti più riservati tra padre e figlio.
Ma tornando indietro con la mente, come non associare Tria al precedente ministro dell’economia Padoan, la cui figlia ha guidato i cortei organizzati a Foggia contro il caporalato, un’attivista che da molto tempo si batte a difesa dei braccianti, soprattutto stranieri, e che lavora con associazioni che avevano chiesto misure più coraggiose di quelle che il padre con il governo di centrosinistra stava valutando contro gli sfruttatori di braccia nelle terre della Capitanata.
Meriti o colpe che viste da una parte o dall’altra, potrebbero in ogni caso essere un sano esempio di dialettica e confronto tra generazioni: i padri, anche ministri, che potrebbero imparare dai figli.
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1) A Gaza le disgrazie non arrivano mai sole. Nella striscia arriva la tempesta Byron: centinaia di migliaia di persone a rischio mentre pioggia e vento distruggono tende e rifugi. (Sami Abu Omar)
2) Siria, l’incognita della convivenza. Il futuro del paese dipenderà anche da come le diverse comunità etniche religiose riusciranno a vivere insieme. Reportage dalla zona Alawita della Siria. (Emanuele Valenti)
3) Stati Uniti, dopo 28 anni la candidata democratica diventa sindaca di Miami. Per Donald Trump, che ripete che il paese non è mai stato così bene, è un altro campanello d’allarme. (Roberto Festa)
4) Regno Unito, il labourista Starmer ha appena iniziato la sua battaglia contro l’immigrazione. Il primo ministro britannico ora vuole modificare la convenzione europea sui diritti umani. (Elena Siniscalco)
5) Operazione Overlord. I militanti di estrema destra inglesi che vogliono fermare le barche dei migranti che partono dalla Francia verso il Regno Unito. (Veronica Gennari)
6) Un mondo sempre più ricco e sempre più diseguale. Secondo il World Inequality report lo 0,001 controllano una ricchezza tre volte superiore a quella di metà dell'umanità. (Alice Franchi)
L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.
Tommy WA: la nuova promessa del folk africano si racconta a Radio Pop
L'abbiamo scoperto con l'EP "Somewhere only we go" e oggi a Volume abbiamo avuto modo di conoscere meglio la storia di questo cantautore nigeriano, che si è poi formato musicalmente in Ghana: "Nel corso degli anni le nostre musiche si sono fuse: l'highlife ghanese, il palm-wine, il folk di Kumasi, il suono contemporaneo della chitarra. Ho potuto unire questi due mondi, mescolandoli con le radio occidentali che ascoltavo da ragazzo". Il risultato è un folk pop pieno di anima e di profondità: "Il mio obiettivo non è solo una carriera internazionale, ma costruire qualcosa in Africa. Voglio creare una struttura che funzioni per artisti come me, gente con una chitarra o un tamburo, artisti contemporanei che non hanno modo di raggiungere il loro pubblico". Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia a Tommy WA.
Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza.
Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo.
A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza
Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale
Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale
Al Teatro della Cooperativa, a Milano ha debuttato in prima nazionale "Lo sciopero delle bambine", in scena Rita Pelusio e Rossana Mola di PEM Habitat Teatrali, compagnia che porta avanti una ricerca artista che declina contenuti civili e ironia. Lo spettacolo, con la regia di Enrico Messina, racconta una storia avvenuta a Milano nel 1902, quando le “piscinine”, che in dialetto meneghino significa “piccoline”, bambine, tra i sei e i tredici anni, che lavoravano senza diritti, sfruttate e sottopagate, ebbero la forza di scioperare e, per cinque giorni, fermare l’industria della moda della città. A raccontare la vicenda delle piscinine in scena sono due piccioni, due creature che abitano le piazze, le cui parole rispecchiano lo sguardo dei contemporanei, spesso stanchi e disillusi davanti alle sfide della storia. Nella trasmissione Cult Ira Rubini ha intervistato l’attrice Rita Pelusio.
Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita.
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La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba
Il commento alla classifica di NME dei migliori album del 2025, l'intervista al musicista nigeriano Tommy Wà a cura di Niccolò Vecchia e la storia di Jesse Welles, da fenomeno social a uno dei cantautori americani più apprezzati del momento.
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