Approfondimenti

Il governo russo chiude la radio “Eco di Mosca”. Intervista alla giornalista Irina Babloyan

Eco Di Mosca

Non era assolutamente un viaggio pianificato. Ho deciso di trasferirmi venerdì, quando hanno semplicemente ucciso la mia radio, l’Eco di Mosca. Ho preso un biglietto e nella notte ho preso un volo per l’Armenia e poi per la Georgia. Non era pianificato, era semplicemente pericoloso e quindi sono qui e non ho idea di quanto a lungo dovrò stare qui.

La giornalista Irina Babloyan ha lasciato la Russia dopo che il Roskomnadzor ha bloccato le trasmissioni della storica emittente Ekho Moskvy, Eco di Mosca, per la sua copertura dell’invasione russa dell’Ucraina. L’intervista di Martina Stefanoni.

Cosa è successo alla radio Eco di Mosca in cui lavoravi?

In agosto sarebbero stati 32 anni dalla nascita della nostra radio. Io lavoro lì… lavoravo lì, ora devo usare il passato…. Lavoravo lì da 17 anni. Il governo russo ha emanato una nuova legge che rende assolutamente impossibile lavorare. Una legge speciale di censura, secondo la quale, come giornalista, puoi trasmettere solo informazioni “ufficiali”. E basta. Non possiamo fare domande, non possiamo parlare con i giornalisti sul campo e specialmente per la trasmissione che conducevo io, che erano 4 ore al mattino durante le quali mi collegavo con i giornalisti in Ucraina, ministri ucraini, anche persone vicine al presidente Zelensky e ora non possiamo assolutamente più farlo.
Martedì scorso hanno bloccato il nostro sito e le frequenze radio. Avevamo ancora il nostro canale YouTube, e trasmettevamo lì. Ma venerdì ci hanno chiuso anche il canale YouTube.

Questo perché usavate informazioni indipendenti per raccontare la guerra?

Per me è impossibile. Ti senti stupido e ti vergogni di non poter dire che è una guerra. Devi dire che è un’operazione militare speciale, ci si sente così male. Quindi non l’abbiamo fatto, l’abbiamo chiamata guerra. Quello che rischiavamo era prima di tutto 15 anni di carcere, e una multa di 5 milioni di rubli, anche se ora – scherzavamo – equivalgono a carta igienica. Non puoi dire niente. Puoi solo aprire il sito del governo e leggere quello che c’è scritto lì, e basta. Hanno ucciso il giornalismo in Russia. Non ho idea di che cosa studieranno i giovani all’Università di giornalismo.

Credi ci sia ancora speranza per un giornalismo libero in Russia?

Lo spero veramente tanto, perché voglio davvero tornare a casa. Amo il mio lavoro. L’ho fatto per 17 anni, ed eravamo i più ascoltati a Mosca e nelle ultime settimane tra i più ascoltati in tutta la Russia. E vorrei davvero continuare a farlo. Spero davvero che un giorno ci sarà spazio per farlo, ma ora è impossibile. Qualcuno potrebbe dire che siamo semplicemente spaventati e sì, io ho paura. Non voglio andare in prigione perché dico la verità. Ci sono già così tante persone in carcere in Russia perché dicevano la verità. Ho paura. E ho paura per la mia famiglia. Qualche settimana fa, durante la mia trasmissione, mentre parlavo della guerra, qualcuno ha chiamato al mio numero di casa, dove ci sono i miei genitori e li ha minacciati a causa mia.

Anche i tuoi colleghi hanno lasciato la Russia?

Non tutti, ma molti. Sono in tante parti del mondo. È stato veramente duro separarmi da loro.
Non so nemmeno dove sono. Ci sentiamo, ma non ci diciamo dove siamo scappati. So solo che qui in Georgia ci sono tantissime persone che lavoravano a TV Rain. Parliamo tutti i giorni per cercare di capire cosa fare, ma siamo tutti confusi. Avevamo un lavoro e da un giorno all’altro non lo abbiamo più. E ovviamente non è solo perché abbiamo perso il lavoro, quello succede, ma ora noi non possiamo proprio più lavorare. E ieri ho scoperto che sulla stesa frequenza dove c’era la mia radio, ci sarà Radio Sputnik e il direttore sarà il direttore di Russia Today. E questa cosa mi uccide.

Secondo te che cosa dell’informazione indipendente sulla guerra spaventa così tanto Putin?

Non ne ho idea, non so dirtelo, perché non capisco che cosa c’è nella sua testa in questo momento. Qualche mese fa tutti noi abbiamo cercato di capire perché agisse in questo modo, ma non capiamo. Io non credo che siano spaventati, credo che semplicemente non vogliono sentire la verità. Non ne hanno bisogno, hanno le loro news, e bastano quelle. Putin non ha bisogno della verità.

La popolazione russa come vede questo controllo totale del Cremlino sull’informazione?

La mia radio era la radio più popolare in russia. Milioni di persone ci ascoltavano, ma in Russia ci sono più di 140 milioni di persone. E la maggior parte di loro guardano le news alla televisione. E a loro non interessa di Tv Rain, dell’Eco di Mosca o della BBC. Pensano che siamo al servizio dell’occidente. Ma ci sono persone a cui piace pensare, che ci ascoltano e che mi scrivono tutti i giorni, e ci chiedono di tornare a raccontare, a dare le notizie. Sono preoccupata per loro, perché ora vivono nell’isolamento assoluto. Non hanno possibilità di leggere qualcosa che non sia informazione governativa.
Io capisco le persone che dal resto del mondo dicono che noi russi non protestiamo. In molti scrivono sui social che dovremmo scendere in piazza, ma le persone hanno paura. E poi ci sono quelle a cui non interessa, quelle che guardano le notizie sui canali governativi e veramente pensano che i loro problemi arrivano dagli Stati Uniti e non dall’interno del Paese. Ed è un problema molto grande.

Come è cambiata la vita quotidiana in Russia da quando è scoppiata la guerra?

In realtà non è cambiata molto. Più che altro la gente è preoccupata per i suoi soldi e fuori dalle banche ci sono code immense per cambiare i soldi. Ma le persone a me vicine piangevano tutti i giorni perché sono preoccupati. E si sentono in colpa per la gente in Ucraina. E si rendono conto che stanno perdendo i loro lavori, che stiamo perdendo il nostro paese. Ma non sono sicura che ci siano così tante persone che lo capiscono. Ho visto le foto di queste persone, in tutta la Russia, con la lettera zeta. Sai a cosa mi riferisco. Ecco, io mi vergogno anche solo guardando quelle foto. Ma credo che solo – diciamo – il 10% della popolazione capisce. E sono depressi, preoccupati, spaventati. E non tutti possono lasciare il paese. E sappiamo che è solo l’inizio. Ci sarà una crisi economica enorme. C’è già, ma sarà molto peggio. Ma la gente ancora non capisce.

  • Autore articolo
    Martina Stefanoni
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 18/11 19:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 18-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 18/11 18:32

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 18-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 18/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 18-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di martedì 18/11/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 18-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Soulshine di martedì 18/11/2025

    Soulshine è un mix eclettico di ultime uscite e classici immortali fra soul, world music, jazz, funk, hip hop, afro beat, latin, r&b, ma anche, perchè no?, un po’ di sano rock’n’roll. L’obiettivo di Soulshine è ispirarvi ad ascoltare nuova musica, di qualsiasi decennio: scrivetemi i vostri suggerimenti e le vostre scoperte all’indirizzo e-mail cecilia.paesante@gmail.com oppure su Instagram (cecilia_paesante) o Facebook (Cecilia Paesante).

    Soulshine - 18-11-2025

  • PlayStop

    Fuori registro di martedì 18/11/2025

    Voci tra i banchi di scuola. A cura di Lara Pipitone, Chiara Pappalardo e Sara Mignolli

    Fuori registro - 18-11-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di martedì 18/11/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 18-11-2025

  • PlayStop

    Legionella a Milano, 8 persone in ospedale: non ancora identificata l'origine del focolaio

    Non è ancora stata identificata l’origine del focolaio di legionella nel quartiere San Siro a Milano. I tecnici di Ats hanno effettuato diversi campionamenti di acqua nelle abitazioni e ora si attendono gli esiti degli esami di laboratorio. Le analisi si stanno concentrando soprattutto nell’area vicina a via Rembrandt, anche se ci potrebbero essere casi anche in altre zone. I casi registrati fino ad ora sono 11, con 8 ospedalizzati e un morto nei giorni scorsi. Abbiamo sentito l’infettivologo Fabrizio Pregliasco.

    Clip - 18-11-2025

  • PlayStop

    Esteri di martedì 18/11/2025

    Il giro del mondo in 24 ore. Ideato da Chawki Senouci e in onda dal 6 ottobre 2003. Ogni giorno alle 19 Chawki Senouci e Martina Stefanoni selezionano e raccontano fatti interessanti attraverso rubriche, reportage, interviste e approfondimenti. Il programma combina notizie e stacchi musicali, offrendo una panoramica variegata e coinvolgente degli eventi globali.

    Esteri - 18-11-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di martedì 18/11 18:36

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 18-11-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di martedì 18/11/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 18-11-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di martedì 18/11/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 18-11-2025

  • PlayStop

    Volume di martedì 18/11/2025

    Un po' di nuovi ascolti ma anche i compleanni di due album storici: Achtung Baby degli U2 e Psychocandy dei Jesus And Mary Chain. L'intervista di Niccolò Vecchia al cantautore texano Micah P. Hinson e il suo nuovo album The Tomorrow Man, l'evento di Live Pop del 20 novembre a cura di Claudio Agostoni e il consueto quiz sul cinema per concludere.

    Volume - 18-11-2025

  • PlayStop

    “Un cambiamento profondo nella mia vita”: Micah P Hinson racconta il nuovo album The Tomorrow Man

    Il cantautore texano Micah P Hinson questa sera sarà dal vivo a Milano, a Santeria (e poi a Roma il 19 novembre e a Torino il 22), con le canzoni di un album ambizioso ed emozionante. È il secondo disco che realizza con Alessandro "Asso" Stefana, che ha conosciuto allo Sponz Fest di Vinicio Capossela: "Devo tantissimo ad Asso, in questi anni è stato il mio cheerleader e il mio manager: ha avuto una visione sul mio futuro musicale e mi ha aiutato a raggiungerlo". In questa intervista con Niccolò Vecchia, Micah P Hinson ci ha raccontato come e quanto questo nuovo album sia il disco di cui è più orgoglioso.

    Clip - 18-11-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di martedì 18/11/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 18-11-2025

Adesso in diretta