L’inno Fidā’ī della Nazionale di calcio palestinese risuona nello stadio San Mames di Bilbao e dentro l’Olimpico di Barcellona.Martedì 18 novembre, al Montjuic, c’erano più di 30 mila persone ad assistere alla partita tra la selezione della Catalogna, una formazione non riconosciuta dalle istituzioni del calcio, e la Palestina. Tre giorni prima, a Bilbao, per Paesi Baschi-Palestina gli spettatori erano oltre 50 mila. Due sfide, due amichevoli che hanno dato una testimonianza più preziosa di qualsiasi trofeo. Erano più di 15 anni che la squadra maschile della Palestina non giocava in Europa.A Bilbao, dall’ingresso delle squadre in campo fino ai momenti immediatamente successivi alla fine della partita, l’atmosfera è stata commossa, rabbiosa, festosa. Sempre e comunque emozionante. La coreografia del pubblico ha messo l’una vicina all’altra due enormi bandiere dei Paesi Baschi e della Palestina. Prima della partita i calciatori hanno indossato la kefiah, in solidarietà con la popolazione palestinese. Sono entrati sul campo con delle rose bianche in mano per ricordare le vittime di Israele a Gaza. La Nazionale ospite ha srotolato uno striscione con la scritta: “Stop genocide”.Da dopo il 7 ottobre 2023, più di 900 atleti e atlete sono stati uccisi in Palestina. Oltre 400 arbitravano, allenavano, giocavano a calcio in una società sportiva. Dal campione Suleiman Al Obeid, ucciso mentre aspettava di ricevere aiuti umanitari nel sud della Striscia di Gaza, ai giovanissimi atleti della Al Mohtarifin Football Academy di Gaza City, uccisi dai bombardamenti israeliani.Le loro storie, i vuoti che hanno lasciato, sono state ricordate anche a Barcellona. Il giorno prima della partita tra Palestina e Catalogna, 400 magliette bianche sono state sparse sul prato dello stadio Olimpico. Gli incassi delle vendite dei biglietti saranno destinati agli aiuti umanitari per la popolazione palestinese e a sostenere la ricostruzione di Gaza. In più di un’occasione, nei giorni scorsi, l’allenatore del Manchester City, Pep Guardiola, un simbolo del calcio per Barcellona, per la Catalogna e per la Spagna, ha ribadito la sua posizione contro i crimini di Israele e contro le complicità dei Paesi occidentali, ha esortato ad andare alla partita dello stadio Olimpico.Il commissario tecnico palestinese Ehab Adu Jazar e alcuni calciatori sono stati intervistati da Al Jazeera e da El Pais nei giorni che hanno trascorso in Spagna: “Il calcio è una piattaforma per raccontare la nostra storia, un motivo per sorridere” ha detto il ct Adu Jazar. “Tutto questo è un messaggio al mondo su ciò che sta accadendo in Palestina” ha aggiunto Ahmad Alqaq, 23 anni, centrocampista che ha esordito con la maglia della Nazionale pochi giorni fa a Bilbao. La prima di due partite che sono state molto più di due semplici partite di calcio.


