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Donna con le ali

marco garzonio - l'ambrosiano

Come piccolo contributo alla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne porto un pensiero su Alda Merini a 15 anni dalla morte. Spunto un incontro a Casa Merini col libro di Marco Campedelli, Il vangelo secondo Alda Merini, edizioni Claudiana. Nella testimonianza dell’amico che ha raccolto tante volte testi poetici sussurrati al telefono, spicca il sottotitolo “Ho messo le ali”. Spiega l’Autore che cosa ha voluto che passasse: «Un libro per rileggere, nelle insurrezioni e risurrezioni di Alda Merini, anche la nostra testarda voglia di rinascere. “Non dimentichiamoci”, scriveva Alda, “che la farfalla all’inizio è solo un bruco strisciante … io ho avuto questa gloriosa metamorfosi e ho messo finalmente le ali”». Dall’introduzione di Angelo Casati prendo una citazione: «La Scrittura cresce con chi la legge», frase dell’ultimo grande Padre della Chiesa Latina, Gregorio Magno (fu Papa dal 590 al 604; monaco, poeta lui stesso, con inni e il Canto). Vuol dire: anche la Bibbia non è stata scritta una volta per tutte; si fa, poiesis, nella vita di chi nel corpo, nelle ferite di esso e dei sentimenti, oltreché nelle gioiose riprese, reca cicatrici, segni dolorosi e scintille di luce. Alda Merini è stata donna la cui esistenza ha portato e porta e sempre ha inciso in molti versi lo stigma della sofferenza mentale acuito da una delle pratiche più controverse e violente: l’elettrochoc. C’è violenza anche nella cura delle donne: nel corpo, nella mente, nel cuore. È realtà da cui trarre monito, non solo in occasione della Giornata Internazionale. «Ho messo finalmente le ali»: più che augurio vale come meta di cambiamento di mentalità interiore e civile, culturale, politica. Nel 2006 Alda Merini fu in Duomo: prima rappresentazione de Il poema della Croce, con Giovanni Nuti. Non è il luogo che fa religiosa la poesia, ma la poesia, poiesis, trasformazione, consacra i luoghi sacri se necessario, riscatta e rigenera le donne (oltre agli uomini a patto che si convertano al femminile loro e altrui). Il giorno dell’incredibile evento c’ero. Mi riecheggia la voce roca d’un bruco divenuto farfalla, a nome d’infiniti bruchi; sento che la Scrittura cresce. La poesia è pane di vita (G. Langella).

  • Autore articolo
    Marco Garzonio
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    28 ottobre, anniversario della Marcia su Roma. Nella sede di Fratelli d’Italia a Parma, in pieno centro storico, si riuniscono i giovani del partito di Giorgia Meloni. E dalle finestre aperte sulla piazza si sentono cori fascisti e inni al duce. Dopo la diffusione del video sono cominciate le prime reazioni, anzitutto dalla città emiliana, medaglia d’oro della Resistenza. Il sindaco Michele Guerra ha condannato l’accaduto, il Partito Democratico regionale ha chiesto conto alla presidente del consiglio. Il coordinamento Regionale dei giovani di Fratelli d’Italia è intervenuto annunciando il commissariamento della sezione parmigiana, per quella che ha definito “incompatibilità politica”. Ricordiamo che non è la prima volta che i giovani del partito di Meloni finiscono al centro dell’attenzione: fece molto rumore l’inchiesta di Fanpage intitolata “gioventù meloniana”, da cui emergevano parole antisemite e fasciste nelle loro riunioni. Alessandro Principe ha intervistato il presidente dell'Anpi provinciale di Parma Nicola Maestri.

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