Se il governo italiano fa fatica a seguire le proposte dei Paesi “volenterosi” sull’Ucraina, c’è un altro tema che invece il Governo, in particolare il ministro della Difesa Crosetto, vorrebbe imitare soprattutto dalla Francia: la leva militare su base volontaria, non obbligatoria. Crosetto ne ha parlato oggi a Parigi, quando gli è stato chiesto proprio della decisione presa dalla Francia e poi anche dalla Germania. Non la esclude quindi per l’Italia, annunciando che potrebbe presentare un disegno di legge, non un decreto perché – spiega – la decisione deve essere presa dal Parlamento.
Si tratta di aumentare le forze militari, lavorando, aggiunge, su organizzazione e regole. E, di fronte a possibili polemiche e richieste di chiarimenti, precisa che si tratterebbe di una leva volontaria. In ogni caso, il contesto è del tutto diverso rispetto a soli dieci anni fa, quando si discuteva semmai di come ridimensionare gli eserciti.
Ora la guerra in Ucraina, la minaccia di una guerra ibrida, gli obblighi previsti dall’adesione all’articolo 5 della Nato impongono un ripensamento delle forze schierate per la difesa dei Paesi europei, come hanno fatto Francia, Germania e soprattutto i Paesi più vicini al confine russo, come Lituania e Svezia, che hanno reintrodotto la leva.
In Italia la leva obbligatoria è stata sospesa esattamente vent’anni fa, ma non abolita, perché in teoria, di fronte a una dichiarazione di guerra all’Italia, potrebbe essere riattivata. Queste le idee del ministro della Difesa, ben accolte naturalmente dall’industria militare. Diverse invece quelle di Matteo Salvini, che la pensa in maniera molto diversa sull’invio di armi a Kiev e che anche sulla leva militare ha altri propositi: vorrebbe un servizio civile per uomini e donne.
Se il disegno di legge arriverà in Parlamento, bisognerà anche capire quali gruppi lo voteranno.


