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“Dalla Francia un bel messaggio al mondo”

Sono venuti in tanti domenica sera davanti alla piramide del Louvre per sostenere Emmanuel Macron. Quando gli schermi giganti hanno mostrato le prime proiezioni, la piazza è esplosa in un boato di gioia e ha iniziato a sventolare bandiere francesi ed europee. Annunciato oltre il 60 per cento, Macron ha sfondato quota 65 e questo, per chi era in piazza, è un segnale importante. Perché fa capire che la Francia ha scelto di pronunciarsi contro il populismo e i muri, per l’Europa e l’unità del Paese, contro l’odio e la divisione incarnati dal Front National. Anche se non sono pochi a ricordare che secondo loro Le Pen non sarebbe nemmeno dovuta arrivare al secondo turno, al Louvre tutti festeggiavano quella che definivano la vittoria della democrazia.

Come mi hanno ricordato un prete in borghese e diversi giovani, si celebrava l’entusiasmo dei francesi per un progetto che parla a molti di loro e che li ha spinti a mobilitarsi in questi mesi. “Non so se Macron realizzerà davvero questo progetto – mi hanno detto – ma è bello vedere questo entusiasmo e questa voglia di fare, di dare il proprio contributo a un’idea nuova che non mette in pericolo il sistema democratico”.

Ecco alcune delle voci di chi ha festeggiato la vittoria di Macron al Louvre:

Romain, 46 anni: “ Beh, siamo molto contenti, perché il FN è rimasto sotto al 35 per cento ed è un gran bel messaggio che la Francia manda al mondo. Soprattutto in un’epoca in cui c’è la Brexit, Donald Trump e in Europa emergono tutti gli estremismi. Penso che la Francia, scegliendo un presidente di 39 anni, con un margine così ampio contro il FN, abbia fatto una gran bella cosa. Ne parlavamo prima, della piazza: è la vera Francia, quella multiculturale. Se Marine Le Pen avesse vinto, stasera, sarebbe stata una Francia totalmente diversa a festeggiare ma noi è questa Francia che amiamo”.

Ester, 24 anni: “Siamo qui per una Francia nuova! Un giovane al potere, speriamo che cambierà le cose e che porti aria fresca. Siamo qui per quello, per sostenere Macron e perché non volevamo Marine le Pen al potere, semplicemente! Non so cosa pensare del risultato, sono solo contenta che Marine Le Pen non abbia vinto perché voleva una Francia divisa ma la Francia è un Paese colorato. Ci sono un sacco di stranieri e siamo tutti francesi. Abbiamo dei genitori stranieri ma siamo nati in Francia, ecco tutto”.

Samia, 45 anni: “Intanto mi piace il suo progetto. Ho guardato il dibattito e onestamente è stato bravo. È per quello che lo sostengo e che sono qui stasera, che sono felicissima e che sventolo questa bandiera tricolore”.

Julien, 31 anni: “Sono qui per curiosità. Un po’ per sostenerlo ma soprattutto perché… penso sia interessante vivere questo momento. Penso che Marine Le Pen abbia troppi consensi per un Paese come la Francia ed è per questo che non bisogna essere troppo felici di come sono andate le cose”.

Domenica sera, pero’, in pochi avevano voglia di pensare o commentare l’astensione record, il 12 per cento di voti bianchi e nulli (mai visto prima) e l’impressionante numero di suffragi ottenuti dall’estrema destra (più di 11 milioni). Per le riflessioni e le analisi, forse, ci sarà tempo nei prossimi giorni.

  • Autore articolo
    Luisa Nannipieri
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    Il genere horror governato con maestria, una suspense contagiosa, un ritmo sapiente che coinvolge lettori e lettrici di varia provenienza, ma non solo… “La notte devastata”, romanzo del celebre scrittore francese Jean Baptiste Del Amo, uscito da poco per Feltrinelli Gramma, si addentra nella mente e nelle fragilità di un gruppo di adolescenti di provincia, che vivono negli anni ‘90 in un sobborgo poco entusiasmante di Tolosa, e che cercano la sfida come strumento di auto autoaffermazione. Fino a esplorare una casa maledetta, un classico dell’horror, e ad assistere alla morte violenta di uno di loro. Sul sottofondo dei Nirvana e dei Metallica, Del Amo ci rivela un tempo e un luogo della Francia ancora poco esplorati dalla letteratura. Jean Paul Del Amo è stato ospite di Ira Rubini durante una delle dirette dal Castello Sforzesco di Radio Popolare a Bookcity 2025.

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    In Sardegna quattro operai sono saliti per protesta su un silo a circa 40 metri di altezza, nel contesto della lunghissima vertenza che riguarda la Eurallumina di Portovesme, nel Sulcis. Cgil, Cisl e Uil di categoria sostengono l’iniziativa e spiegano che c’è stata un’assemblea ai cancelli dello stabilimento, dove è stato proclamato uno “stato di mobilitazione generale”. I sindacati chiedono lo sblocco di fondi pubblici che sarebbero necessari per far proseguire l’attività dell’azienda, controllata da una società russa e colpita dalle sanzioni legate all’invasione dell’Ucraina. Enrico Pulisci è uno dei lavoratori che si trovano a 40 metri di altezza.

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