
Niente mela olimpica in Valtellina, chiude Melavì, dal 1° maggio i 18 lavoratori della cooperativa sono in cassa integrazione e per i 53 avventizi non ci saranno ulteriori contratti.
L’accordo è stato siglato dopo un’assemblea con i dipendenti da Cgil Cisl e Uil di categoria e il consorzio. L’azienda ha depositato in tribunale a Sondrio l’istanza di accesso al concordato semplificato per la liquidazione del patrimonio e successiva cessazione dell’attività. In questo modo Regione Lombardia e Governo dovrebbero sostenere gli ammortizzatori sociali per consentire ai lavoratori, 10 operai e 8 impiegati di riqualificarsi e ricollocarsi.
Si chiude in modo drastico una storia iniziata nel 2013, quando per rilanciare la melicoltura in Valtellina erano state fuse le tre precedenti cooperative ortofrutticole di Ponte, Villa di Tirano e Alta Valle, in provincia di Sondrio. In questi anni Melavì non è riuscita a sostenere i debiti pregressi, e dal 2023 la situazione finanziaria è peggiorata, con difficoltà nei pagamenti di fornitori e lavoratori. Questo ha provocato divisioni tra i soci sulle strategie del consorzio.
A dicembre la Regione Lombardia aveva annunciato di aver comprato per 600.000 euro i diritti di una nuova mela, con caratteristiche interessanti di gusto e conservabilità sviluppata con l’Università di Bologna, proprio per Melavì. Ufficiosamente il progetto si sarebbe dovuto chiamare Mela Bernina ed era stato ipotizzato come frutto olimpico. Dopo l’annuncio della cessazione dell’attività del Consorzio Melavì è calato il silenzio da parte di tutte le istituzioni.