Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Giovedì 28 gennaio 2021

Italia Viva Quirinale

Il racconto della giornata di giovedì 28 gennaio 2021 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia in Italia al bilancio provvisorio dopo la prima giornata di consultazioni e all’attesa per l’autorizzazione dell’EMA al vaccino di AstraZeneca mentre la Commissione Europea è ancora in stallo sui ritardi nelle forniture dell’azienda britannica. Il Presidente del Consiglio Conte è stato sentito dal Gup di Catania come testimone nel processo in cui è imputato Salvini per la vicenda della nave Gregoretti. Il reportage di Cora Ranci e Vittorio Agnoletto sui ritardi delle USCA in Lombardia. In Germania, intanto, è stato condannato all’ergastolo Stephan Ernst, l’estremista di destra che due anni fa uccise Walter Luebcke. Infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

492 morti, ancora in aumento. È il dato del bollettino giornaliero del Ministero della Salute. 14.372 i test positivi, col tasso al 5,2%, lo stesso di ieri. In calo i posti letto occupati in terapia intensiva e gli ingressi giornalieri, 102 nelle ultime 24 ore. Restano 8 le regioni oltre la soglia critica del 30% di posti letto di terapia intensiva occupati da pazienti COVID.

Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe conferma la fase della pandemia in cui si è assistito ad un rallentamento grazie alle misure dell’ultima settimana del 2020 e della prima del 2021, “destinati tuttavia ad esaurirsi a breve” sottolinea il presidente Nino Cartabellotta. Un’ipotesi confermata dall’analisi dei dati degli ultimi giorni, come quella del fisico Roberto Battiston, secondo cui la risalita dell’RT nazionale potrebbe essere il primo effetto delle riaperture del 7 gennaio.
Domani è atteso il monitoraggio settimanale dell’ISS, che dovrebbe determinare un alleggerimento delle misure in alcune regioni che dovrebbero entrare in fascia gialla.

Oggi intanto il ministro della salute Speranza è stato sentito come persona informata sui fatti, dal procuratore aggiunto di Bergamo Cristina Rota nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione della pandemia nella Bergamasca. La deposizione, durata per circa 5 ore, avrebbe riguardato in particolare il presunto mancato aggiornamento del piano pandemico e la mancata attuazione di quello in vigore, fermo al 2006 e mai aggiornato secondo gli inquirenti.

Il bilancio dopo le consultazioni con Italia Viva e Partito Democratico

(di Anna Bredice)

È ancora presto per capire chi guida la macchina, dice Renzi e se si tratta di Conte, Renzi quel nome ancora non lo fa. A quanto si apprende avrebbe chiesto un mandato esplorativo ad un’altra figura per capire se Pd e Cinque stelle vogliono ancora Italia viva nel governo. Nonostante Conte abbia chiamato al telefono Renzi prima che salisse al Colle, le posizioni di Italia viva restano sempre ferme a rivedere completamente il programma di governo, ma con temi declinati da Italia viva, il Recovery fund soprattutto con maggiori investimenti per le imprese. Parla di Mes, ma non lo mette come condizione essenziale, un programma e condizioni che Renzi vuole imporre agli altri alleati, soprattutto al Pd e ai Cinque stelle. Alla fine del colloquio Renzi delinea due ipotesi: un governo politico, ma che abbia una maggioranza larga, con la presenza forte di Italia viva, e poi se non funziona, se non si può fare, allora un governo istituzionale, lontane se non impossibili per Renzi le elezioni anticipate. Difficile vedere in queste posizioni, una strada facile per Conte, troppe condizioni mette Renzi sul cammino per un conte ter.

Cosa vuole Renzi dal nuovo esecutivo

(di Luigi Ambrosio)

I soldi europei. Da gestire con un programma dettato da lui. Quando Renzi dice che vuole una discussione vera sul recovery fund e sul Mes dice che li vuole controllare, e chi li controllerà disporrà di un potere enorme. Che servirà a decidere le politiche dei prossimi anni e anche a determinare il nuovo assetto politico italiano. Con lui al centro.
”Non si discute di poltrone” ha ripetuto Renzi. In realtà Renzi avrebbe in testa proprio una poltrona nuova, quella di un ministero ad hoc per il recovery fund. Magari guidato direttamente da lui oppure affidato a una persona di sua fiducia. Certo è un grande azzardo politico, col Pd che dovrebbe cedere un bel pezzo del potere del ministero dell’economia. Renzi però fa leva sui gruppi parlamentari del Pd dove in tanti, sui soldi europei, la pensano come lui.
Nel suo disegno guarda anche al ministero dell’istruzione, dove vorrebbe piazzare Boschi al posto di Azzolina. Al ministero della giustizia dove siede Bonafede. Alla gestione della pandemia, sottraendo al commissario Arcuri la responsabilità della campagna di vaccinazione per affidarla a una sua persona. E poi c’è Rocco Casalino, artefice di molte campagne di attacco nei suoi confronti. Se ci fosse un Conte tre, dovrebbe essere senza Casalino.
Sono temi oggetto di una trattativa dura, che diventerà più dura nei prossimi giorni, alle spalle della narrazione del “non ci interessano le poltrone”. 
”Proprio adesso si gioca il futuro del Paese” ha detto Renzi. Anche il suo, di futuro, ma questo non lo ha detto. Renzi, messo ai margini, coi sondaggi in crollo, ha una sola strada: diventare l’artefice del nuovo governo e dell’uso dei soldi europei e con quella leva ricostruire un nuovo consenso.

Domani l’autorizzazione dell’EMA al vaccino di AstraZeneca

Domani l’Agenzia Europea del Farmaco dovrebbe dare il via libera al vaccino AstraZeneca, senza limitazioni, ma con la raccomandazione di somministrarlo solo sotto i 65 anni. Il Ministero della Salute tedesco ha già fatto sapere che la Germania lo somministrerà soltanto in questa fascia di età. Il problema è che la Commissione Europea non sembra in grado di sbloccare la situazione della distribuzione delle dosi.
Anche oggi Bruxelles ha accusato la casa farmaceutica di violare il contratto con l’Unione, tagliando la distribuzione ai Paesi Europei per distribuirlo al di fuori. Ma AstraZeneca non pare spaventata da quelle che per ora restano solo parole: la compagnia sarebbe pronta a rendere pubblico il contratto ed ha definito “difficile” un aumento della produzione. La conseguenza sono i gravi ritardi che stanno subendo i piani di vaccinazione in tutta Europa pregiudicando la fine della pandemia.
L’Italia non fa eccezione: il piano vaccinale di fatto è già saltato, mancano almeno la metà delle dosi rispetto al programmazione. “Siamo nelle mani delle case farmaceutiche, è stata una grossa ingenuità da parte di chi ha firmato questi contratti” dice Maurizio Bonati, Capo del dipartimento di ricerca sulla salute pubblica dell’istituto Mario Negri, intervistato nella trasmissione 37e2 da Vittorio Agnoletto:


 

Il COVID nelle comunità di accoglienza

Tra le realtà su cui il COVID ha pesato in modo forte ci sono le comunità di accoglienza, da quelle che ospitano migranti a quelle legate alla tossicodipendenza. Riccardo De Facci è presidente del CNCA, la federazione che le riunisce. Ai nostri microfoni racconta un caso emblematico per quanto riguarda l’impatto della pandemia su questo tipo di strutture: parliamo di una comunità di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano:


 

Caso Gregoretti. Ascoltato a Roma il premier Conte

(di Diana Santini)

Caso Gregoretti: oggi il Presidente del Consiglio Conte è stato sentito dal Gup di Catania come testimone nel processo in cui è imputato Salvini. I fatti risalgono al 2019, quando l’allora Ministro degli Interni per giorni negò la possibilità di sbarcare a una nave della guardia costiera italiana che aveva salvato dal naufragio 116 migranti nel canale di Sicilia.
La linea difensiva di Salvini è quella di una scelta concertata col capo del governo. Conte oggi al Gup ha detto qualcosa di diverso: la linea politica generale era sì condivisa, ma gli atti specifici erano decisi autonomamente dai singoli ministri, e quindi nel caso specifico da Salvini. Nel corso della prossima udienza, il 19 febbraio, saranno ascoltati Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese.

Ci ha lasciati il nostro collega e amico Ezio Degradi

(di Claudio Agostoni)

Ezio De Gradi è stato un pezzo importante di Radio Popolare.

Era arrivato in radio dalla fabbrica, non dalla scuola di giornalismo. Musicista. suonava il basso in una band sognando di emulare il suo idolo, Roy Orbison. Incise anche alcuni vinili. Una volta in radio venne Franco Battiato con un flexi disc, di quelli che regalava la Settimana Enigmistica. Sul lato B un brano di Battiato, sul lato A la band di De Gradi.

Per chi lavorava alla redazione programmi, il segmento della radio che produce le trasmissioni ed è fatta anche da tanti collaboratori che hanno un lavoro altrove ma producono format radiofonici, lui era il “capo servEzio”. Sto parlando di una radio analogica, dove al posto degli mp3 c’erano le cassette, anche per le pubblicità.

Non c’era Whatsapp, ma i messaggi che Ezio scriveva a mano. Come le radio guide.

È vero che era il secolo scorso, ma è la radio in cui molti di noi sono cresciuti.

Preciso, pignolo, rustico, granitico. Nei gusti musicali e nelle convinzioni politiche, che spesso mischiava. Il compromesso non era il suo forte.

“Claudio sei anche una persona intelligente, ma perché metti in onda certa musica di merda?” da lui me lo sono sentito dire centinaia di volte. Se c’era da fare qualcosa per aiutare la radio non si tirava indietro: indimenticabili le sue performance ad extrafestival, dove ha interpretato, in Ezio style, Khaled e Manu Chao.

I cassetti della sua scrivania erano un rifugio per vecchi vinili, copie di riviste musicali che da anni non uscivano più in edicola, ritagli di giornali…

Ritardi sulle USCA in Lombardia: il problema non è stato la mancanza di medici

(di Cora Ranci e Vittorio Agnoletto)

“Abbiamo ricevuto la sua disponibilità̀ per le USCA, la ringraziamo e la terremo in conto qualora ci trovassimo in difficoltà a reperire risorse”.
Così rispondeva l’ATS di Milano a metà aprile 2020 a un giovane medico – come vedremo a breve, non è stato il solo – che aveva partecipato al bando con cui Regione Lombardia cercava di mettere in piedi le Unità Speciali di Continuità Assistenziale (le USCA). Si tratta, come ormai noto, di equipe di medici operative sul territorio e in grado, assistendo i malati di COVID a domicilio, di alleggerire le pressioni sugli ospedali. Le USCA si recano a casa dei pazienti ed effettuano vari tipi di servizi, tra cui anche tamponi diagnostici, lastre polmonari e somministrazione di terapie. [CONTINUA A LEGGERE]

Germania, ergastolo all’estremista di destra Stephan Ernst

(di Diana Santini)

In Germania è stato condannato all’ergastolo Stephan Ernst, l’estremista di destra che due anni fa uccise Walter Luebcke. Il neonazista aveva motivato il suo gesto con l’avversione alla linea di tolleranza e accoglienza nei confronti migranti incarnata dal politico della Cdu. Si tratta del primo ergastolo comminato nella storia della Repubblica federale tedesca per l’omicidio di un politico a causa del fondamentalismo di destra. Il razzismo e il neonazismo non sono però un fatto nuovo in Germania, soprattutto nelle regioni dell’est. Guido Caldiron è un giornalista e scrittore esperto di nuove destre:


 

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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