La nave di Penelope

L’alternanza scuola-lavoro è davvero il male?

Abbiamo letto tutti la storia di Lorenzo Parelli, il diciottenne ucciso dal crollo di una putrella nel suo ultimo giorno di tirocinio, in provincia di Udine.

In attesa che gli inquirenti determinino le responsabilità per quanto accaduto, ci siamo tutti indignati per la tragedia. Non si può morire a 18 anni (ma neanche a sessanta) in una fabbrica. Sul tema della sicurezza – parlano i numeri dei morti sul lavoro – c’è molto da fare. Ma questa volta, per tutti quelli che hanno sentito di voler dire qualcosa, è un caso diverso. Non per la giovane età ma per il fatto che Lorenzo fosse uno studente in alternanza scuola-lavoro (che ora si chiama Pcto, cioè Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento) e che il posto degli studenti è la scuola, non in una fabbrica. Ma ci sono delle premesse sbagliate.

Ora vorrei fare un passo indietro ed entrare nello specifico. A tutti quelli che dicono che l’alternanza è stata uno scempio introdotto dal governo Renzi e che il posto di uno studente è dietro al banco di scuola e non in un’azienda vorrei spiegare una cosa. Lorenzo era uno studente di un centro di formazione professionale. I cfp sono dei percorsi di formazione regionali che durano quattro anni, con la possibilità di fare un quinto anno, passando a un istituto professionale o tecnico e conseguendo così anche un diploma di Stato. Sono scuole professionalizzanti che puntano a un rapido inserimento nel mondo del lavoro (dopo tre anni hanno già una prima qualifica, a quattro concludono). Percorsi in cui c’è molta poca teoria e tanta pratica, anche nelle aziende. Ancora più che negli istituti professionali, che conservano comunque una maggiore componente teorica e scolastica in senso classico.

Questa la premessa. Ora entriamo nel merito. Lorenzo non stava svolgendo una tradizionale alternanza scuola-lavoro, ma un tirocinio duale. Il quarto anno prevede un percorso misto: l’apprendimento si divide tra periodi passati a scuola e altri in azienda. Una sorta di formazione su campo, ispirata dal modello tedesco.

Ora ne approfitterei per parlare anche degli istituti professionali. Lì l’alternanza si è sempre fatta, ben prima che, con la riforma Moratti, si chiamasse così. Sono scuole con rapporti radicati con le aziende del territorio fin dalla loro fondazione. Scuole per chi vuole imparare un mestiere e non proseguire gli studi. E, di fatto, le ore di tirocinio nelle aziende sono tante e apprezzate dagli studenti di questi indirizzi. Studenti che hanno preferito un percorso di studi che, accanto a una base teorica, desse loro la possibilità di imparare soprattutto su campo, mettendosi alla prova. Altrimenti avrebbero scelto un altro tipo di scuola.

Questo discorso vale anche per gli istituti tecnici, in cui la pratica su campo è importante, anche se la componente teorica, in questo caso, aumenta notevolmente di importanza, tanto che molti poi proseguono verso una formazione universitaria.

Quindi, quando parliamo di abolire l’alternanza, di cosa stiamo parlando esattamente?

Torniamo al discorso “Buona scuola” di Renzi. Su una cosa siamo tutti d’accordo: ha creato tanti problemi. E uno di questi è stata l’introduzione dell’obbligo di alternanza scuola-lavoro per 200 ore nei licei e per 400 nei tecnici e nei professionali. Al governo successivo, l’allora ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, ha dato un colpo al cerchio e un colpo alla botte mantenendo lo schema e diminuendo il monte orario. Cosa che, ovviamente, non ha sciolto il nodo principale: il fatto di avere centinaia di migliaia di studenti ogni anno con decine di ore di alternanza da smaltire, soprattutto nelle aree d’Italia in cui le imprese non sono molte. Questo si è tradotto in stage spesso non di qualità o per niente formativi. O che si sono trasformati in situazioni di sfruttamento dello studente, trattato come manodopera a costo zero. Insomma esperienze inutili o dannose.

Ma in tutti questi anni ho avuto modo anche di conoscere ottime esperienze e ho parlato con ragazzi entusiasti di quello che facevano. Dagli studenti degli alberghieri che lavoravano nelle cucine di un ristorante a quelli di licei e istituti tecnici che hanno svolto l’alternanza in un laboratorio scientifico, passando per i ragazzi che hanno progettato marchingegni per la coltivazione di alghe per nutrire gli astronauti.

Allora io credo che il problema non sia l’alternanza, ma l’eccesso di ore e la scarsa qualità di quello che viene organizzato in mancanza di altro. Quindi, più che abolire del tutto questa possibilità, forse andrebbe riformata. E, di sicuro, dovrebbe esserci un maggiore monitoraggio di quanto viene fatto.

Che cosa ne pensate? Mi piacerebbe conoscere le vostre idee. Scrivetemi a: lanavedipenelope@gmail.com

  • Claudia Zanella

    Sono nata a Milano nel 1987. Ma è più il tempo che ho passato in viaggio, che all’ombra della Madonnina. Sono laureata in Filosofia e ho sempre una citazione di Nietzsche nel taschino. Mi piacciono tante cose ma, se devo scegliere tra le mie passioni quali sono quelle che più parlano di me, direi: la Spagna, il rock e il giornalismo. Dopo averci vissuto, Madrid è la mia città d’elezione; il rock scandisce il mio ritmo di vita e venero le mie chitarre come oggetti magici; infine, fare la giornalista soddisfa il mio impulso alla Jessica Fletcher di voler sempre vedere chiaro e poi raccontare. Ho lavorato per cinque anni per La Repubblica, come cronista e responsabile del settore “Educazione e scuola” a Milano. Cofondatrice del progetto di storytelling su Milano ai tempi del coronavirus: “Orange is the new Milano”. Sono approdata a Radio Popolare nel 2019, occupandomi di un po’ di tutto, ma mantenendo sempre un occhio vigile sul mondo della scuola.

ALTRO DAL BLOGVedi tutti
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio lunedì 01/12 12:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 01-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve lunedì 01/12 10:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 01-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di lunedì 01/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 01-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di lunedì 01/12/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 01-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    La Fura dels Baus a Milano con un Amleto contemporaneo che lotta per l'ambiente

    La Fura dels Baus, celebre compagnia catalana, torna a Milano, alla Fabbrica del Vapore con la sua nuova creazione immersiva “SONS: SER O NO SER”, ispirata all’Amleto di William Shakespeare. L’opera sarà in scena fino al 14 dicembre 2025 in un allestimento site-specific che trasformerà completamente gli spazi della Fabbrica del Vapore, offrendo al pubblico un’esperienza sensoriale e coinvolgente fuori dagli schemi, che attraversa temi contemporanei, dall'ambiente ai conflitti. Lo ha spiegato Carlus Padrissa, direttore artistico della Fura dels Baus.

    Clip - 01-12-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di lunedì 01/12/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 01-12-2025

  • PlayStop

    Cult di lunedì 01/12/2025

    Oggi a Cult, il quotidiano culturale di Radio Popolare: Marina Fabbri intervistata da Barbara Sorrentini sul programma dedicato ai libri e ai premi letterari del Noir in Festival; la mostra "Ombra di tutti" alla Casa della Memoria dell'artista Patrizio Raso; la compagnia Dammacco/Balivo con "Spezzato è il cuore della bellezza" all'Elfo Puccini; la rubrica GialloCrovi a cura di Luca Crovi...

    Cult - 01-12-2025

  • PlayStop

    Pubblica di lunedì 01/12/2025

    Bye bye progressività fiscale. Il governo Meloni cerca di cancellare uno dei principi fondamentali della Costituzione repubblicana e antifascista e propone un ritorno “di fatto” alle regole proporzionali dello Statuto Albertino. «L’ultima legge di bilancio è un proliferare di tasse piatte», ha raccontato Roberto Seghetti, giornalista economico e politico, ospite di Pubblica e autore di «Le tasse sono utili. Dal sistema fiscale dipendono democrazia e qualità della vita» (Nutrimenti 2024).

    Pubblica - 01-12-2025

  • PlayStop

    A come Atlante di lunedì 01/12/2025

    Trasmissione trisettimanale, il lunedì dedicata all’America Latina con Chawki Senouci, il mercoledì all’Asia con Diana Santini, il giovedì all’Africa con Sara Milanese.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 01-12-2025

  • PlayStop

    KADER ABDOLAH - QUELLO CHE CERCHI STA CERCANDO TE

    KADER ABDOLAH - QUELLO CHE CERCHI STA CERCANDO TE - presentato da Ira Rubini

    Note dell’autore - 01-12-2025

  • PlayStop

    Tutto scorre di lunedì 01/12/2025

    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi al microfono. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

    Tutto scorre - 01-12-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di lunedì 01/12/2025

    Giornata mondiale per la lotta all’AIDS, Roberta Villa, giornalista scientifica, racconta la preoccupazione della comunità scientifica internazionale per il ritiro degli USA dalle politiche di eradicazione dell'infezione: i farmaci ci sono, manca la politica. Paolo Meli, Responsabile delle Case Alloggio di Bergamo Casa Raphael e Casa San Michele, è stato Presidente del CICA nazionale, ci racconta come 6 nuove diagnosi su 10 in Italia siano tardive, e ci racconta cosa sia il fast-treck per la prevenzione della diffusione dell'infezione da HIV. Da Kiev, Sabato Angieri, analizza le aspettative ucraine per un accordo di pace. A Milano stasera all'Arci Bellezza si discute di Spazi sociali e cultura, ce lo racconta Carlo Testini responsabile disuguaglianze, diritti sociali e libertà – ARCI Nazionale

    Presto Presto – Interviste e analisi - 01-12-2025

  • PlayStop

    Rights now di lunedì 01/12/2025

    Viviamo un’epoca in cui la forza e la sopraffazione prevalgono su giustizia e solidarietà. Per questo occuparsi di diritti umani è ancora più importante. La Fondazione Diritti Umani lo fa utilizzando più linguaggi: qui con Rights Now, ogni lunedì alle 8. A cura di Danilo De Biasio. Per suggerimenti: direzione@fondazionedirittiumani.org

    Rights now – Il settimanale della Fondazione Diritti Umani - 01-12-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di lunedì 01/12/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 01-12-2025

Adesso in diretta