Politica leggera

Da Stresa ai Benetton a Cesare Battisti: o Stato di Diritto o barbarie

Quando crollò il ponte Morandi corsi a Genova, a lavorare come cronista per Radio Popolare.

Ricordo l’emozione e ricordo la rabbia e l’indignazione e la grande umanità dei genovesi, la loro tensione politica.
E ricordo i rappresentanti del governo, i 5 Stelle in particolare, arrivare a Genova a fare passerella sul ponte indicando il colpevole, a macerie ancora fumanti: i Benetton.

Di Maio, Toninelli, Conte avevano già scritto la sentenza. “Non aspetteremo i tempi della giustizia” dichiararono solennemente.

Meno di tre anni dopo, la gestione delle autostrade che erano in appalto alla famiglia Benetton è tornata nelle mani dello Stato. In cambio però di un indennizzo di circa nove miliardi di Euro.

Dell’esperienza come cronista a Genova ricordo la grande attenzione e partecipazione degli ascoltatori e dei lettori del nostro sito, ma ricordo anche una piccola shitstorm (tempesta di merda, nella cruda e chiara traduzione in italiano di questo termine anglosassone legato ai meccanismi dei social network) quando scrissi che al principio dello Stato di Diritto non si debba derogare mai e che nei confronti di chiunque, anche della famiglia Benetton di fronte a un ponte crollato e 43 morti, si debba attendere che sia un Tribunale a emettere la sentenza, stabilendo la verità giudiziaria in un Processo.

Ci ho ripensato, in queste settimane, allo Stato di Diritto, prima seguendo le vicende della strage della funivia di Stresa, e poi leggendo dello sciopero della fame dell’ex militante dei Proletari Armati per il Comunismo Cesare Battisti, il quale protesta per le condizioni in cui è detenuto.

Stato di Diritto significa cose come il principio di non colpevolezza fino a sentenza definitiva, o come l’umano trattamento dei detenuti. Di ciascun detenuto.

Ci ho pensato, oggi, ricordando quella piccola shitstorm (beh avete capito come si traduce), riflettendo su chi a Stresa ha già deciso che si debba “buttare via la chiave” e parla fin dal primo momento dei “tre colpevoli”, e riflettendo su chi Cesare Battisti magari lo vorrebbe vedere morto.

Ho pensato che probabilmente una singola persona, un lettore di questo post, potrebbe essere d’accordo con me su uno o due dei tre esempi ma non su un terzo, a scelta, a seconda dei gusti, delle sensibilità, delle idee politiche.
Da una parte il Diritto. Dall’altra il giustizialismo, il populismo, il sistema mediatico e quello politico che cercano visibilità, lettori e voti alimentando opinioni pubbliche con la bava alla bocca, e venendone al tempo stesso condizionati.

Quando crollano un ponte o una funivia, quando liberano un mafioso che ha scontato la pena, quando un innocente viene stritolato dal sistema giudiziario, quando un ex terrorista protesta per come viene trattato in carcere: o si è sempre per lo Stato di Diritto o non lo si è mai

  • Luigi Ambrosio

    Vorrei scrivere di mille cose e un giorno lo farò. Per ora scrivo di politica. Cercare di renderla una cosa umana è difficile, ma ci provo. Caposervizio a Radio Popolare, la frequento da un po' ma la passione non diminuisce mai

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    In un documentario la Milano di ieri e di oggi nei ricordi di Aldo, Giovanni & Giacomo

    “Ho sempre pensato che quella di Aldo, Giovanni e Giacomo fosse una favola. La loro vita artistica, che io ho seguito come assistente alla regia nei film di Massimo Venier, è sempre stata caratterizzata da rifiuti e invece hanno fatto di tutto e con grande successo, grazie alla loro determinazione”. E’ per questo motivo che Sophie Chiarello, già regista di “Il Cerchio”, ha voluto esplorare le vite del trio a partire dalla loro infanzia. “Erano tre ragazzini un po' 'sfigati' – come si autodefiniscono - che per provenienza sociale avevano un destino già scritto”. Sono loro a raccontarsi, a sfogliare le foto dell’infanzia e a percorrere la Milano di una volta, proletaria e in bianco e nero. Un ritratto personale, divertente, con le voci di chi li ha accompagnati in tutti questi anni da Paolo Rossi, Marina Massironi, alla Gialappa’s Band. “Attitudini: nessuna” è stato realizzato in diversi momenti con un percorso frammentato che punteggia la carriera artistica del trio tra cabaret, teatro, cinema e televisione. Ascolta l'intervista di Barbara Sorrentini a Sophie Chiarello, regista di “Attitudini: nessuna”.

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