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Ora si attende un sì di Berlusconi

Matteo Salvini e Silvio Berlusconi

Berlusconi potrebbe dare il via libera ad un governo Lega-Cinque Stelle. Da Luigi Di Maio questa mattina un primissimo passo verso il riconoscimento del nemico numero 1: “Nessun veto verso Berlusconi, ma vogliamo trattare solo con la Lega”.

Ed è così che potrebbe accadere: Forza Italia potrebbe decidere di far nascere il governo con l’astensione, come ha rivelato un deputato dopo un’assemblea, “né con un appoggio esterno e neanche votando contro”. In sostanza un’astensione, “astensione benevola”, la definisce Toti, che non ha nessun effetto in termini di maggioranza, perché Salvini e Di Maio insieme la raggiungono ampiamente.

Ma in questo modo Berlusconi mantiene integra l’alleanza di centrodestra, la tenuta della coalizione che è determinante per le regioni dove si governa insieme e per un buon risultato di Forza Italia alle prossime elezioni amministrative ed europee.

La coalizione rimane unita, e Berlusconi si tiene le mani libere per votare sì o no ai vari provvedimenti, dalla flat tax al reddito di cittadinanza, recuperando un ruolo importante per gli equilibri della coalizione e nello stesso tempo una specie di “salvatore della patria” per il governo futuro.

Certo, un’astensione non consente a Forza Italia di avere dei ministri, di entrare ufficialmente nel governo, ma nelle commissioni importanti, da quelle economiche ed istituzionali, potrebbe avere parlamentari di garanzia. Così come potrebbe aver ricevuto garanzie per le sue aziende: non è un caso che esponenti di spicco di Forza Italia, i più stretti consiglieri di Berlusconi, come Gianni Letta, Fedele Confalonieri e Niccolò Ghedini lo incoraggiano ad aprire ad un governo giallo-verde.

Per altri motivi fanno il tifo per questa soluzione i parlamentari, i quali sono terrorizzati dall’idea che solo il quaranta per cento di loro potrebbero rientrare, vista l’emorragia dei voti a favore della Lega se si tornasse a votare presto.

Ultimo punto, che forse è quello ancora irrisolto e fondamentale, è la figura del premier. Non sarà Di Maio, del resto si era reso lui disponibile a fare un passo indietro qualche giorno fa, e non lo sarà, a quanto pare, neppure Giancarlo Giorgetti, inviso ai Cinque stelle. Una figura terza di cui ancora non si conosce il nome.

Matteo Salvini e Silvio Berlusconi
Foto dal profilo Facebook di Silvio Berlusconi https://www.facebook.com/SilvioBerlusconi/
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    Anna Bredice
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    Società Civile per il No. È nato il comitato, promosso da vari esponenti della società civile, da sindacati, associazioni e realtà democratiche, che sostiene le ragioni del No al referendum costituzionale sulla riforma della Giustizia del Guardasigilli Carlo Nordio. Presieduto da Giovanni Bachelet, il comitato ha nel direttivo nomi importanti come il segretario della Cgil Maurizio Landini, la presidente di Libertà e Giustizia Daniela Padoan e l’ex ministra Rosy Bindi. I principali punti del comitato vertono sul fatto che una magistratura autonoma, indipendente, che non guarda in faccia a nessuno sia una cosa che conviene ai cittadini. Il prossimo 10 gennaio a Roma si terrà la prima assemblea generale, per la partenza della campagna referendaria, che vedrà la nascita di comitati territoriali in tutta Italia per lanciare una campagna informativa sulle ragioni del No. “Riteniamo che sia una battaglia per evitare che venga minato un principio fondamentale della nostra democrazia”, ha detto Rosy Bindi, che fa parte del direttivo del comitato, nella nostra trasmissione Radio Sveglia. L'intervista di Alessandro Braga.

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