
Mentre in diretta raccontavamo l’arrivo del corteo in piazza Duomo, un ascoltatore ci ha mandato un messaggio che diceva piu o meno: la maggioranza di Milano oggi non è lì, è a rendere omaggio a Giorgio Armani, giovane di provincia che è venuto a Milano e si è fatto da solo.
I seimila milanesi che sono andati alla camera ardente hanno fatto benissimo, viva il genio di Armani, Milano è una grande città perchè per decenni ha offerto opportunità di ogni tipo a qualsiasi giovane cercasse la sua strada, che volesse fare lo stilista o militasse in un centro sociale. Oggi non è più così. Oggi un Giorgio Armani pieno di speranze e di sogni arriverebbe da Piacenza coi suoi pochi soldi e non troverebbe un appartamento o uno studentato a prezzi ragionevoli.
Anche per questo è scesa in piazza una Milano più che mai viva, uomini e donne che hanno portato i loro ricordi e il loro affetto per il Leoncavallo, ragazzi e ragazze pronte a lottare per difendere gli spazi sociali di oggi e di domani. Le 50 mila persone che hanno sfilato per le vie della città hanno mandato un messaggio alla politica, soprattutto a chi si candiderà nel 2027 per le comunali. Quella stessa politica a cui Manfredi Catella oggi ha parlato da bullo: “Andate in piazza coi centri sociali, poi vediamo chi vi vota”.
A dimostrazione, se ce ne fosse ancora bisogno, che a questo signore è stato lasciato un potere di influenza senza precedenti.
La sinistra gli ha risposto a tono. Si passi dalle parole ai fatti.