La moschea di Finsbury Park era tristemente nota alle cronache per l’estremista Abu Hamza, che ne fu l’imam dal 1997 al 2003 e sotto la cui guida la moschea era diventata sinonimo di estremismo islamico nel Regno Unito. Nel 2003 la polizia aveva chiuso la moschea, ma Hamza continuava a predicare il venerdì nelle vicinanze di Seven Sisters Road, proprio dove domenica sera si è svolto l’attentato. Hamza è stato arrestato nel 2004 e sta scontando una condanna all’ergastolo per terrorismo negli Stati Uniti.
La moschea ha riaperto le porte nel 2005 sotto una nuova guida, contrastando l’estremismo e il settarianismo, e riguadagnando così la fiducia delle autorità e della comunità. Sabato scorso, a meno di 48 ore dall’attentato, la moschea aveva ospitato un evento per commemorare la morte di Joe Cox, parlamentare laburista uccisa un anno fa da un estremista della supremazia bianca. Islington, il quartiere di Londra che ospita la moschea, è estremamente vario, e i musulmani compongono il 9 per cento della sua popolazione. Più di mille persone si riuniscono regolarmente alla moschea di Finsbury Park. Ieri i fedeli avevano appena finito il tarawih, la preghiera serale del ramadan.
Oggi la premier Theresa May ha incontrato il leader della moschea, Mohammed Kozbar, insieme ad altri leader religiosi, per coordinare la risposta all’attacco.
Alcuni media notano come la sua risposta sia stata di gran lunga più rapida rispetto all’incendio della torre di Grenfell, dove 79 persone hanno perso la vita, secondo l’ultimo bilancio della polizia. May ha visitato due superstiti in ospedale domenica, dopo forti critiche per aver mancato di incontrarli per “motivi di sicurezza”.
Jeremy Corbyn, leader dell’opposizione e parlamentare del partito laburista proprio nella circoscrizione di Islington, si e recato sul luogo dell’attentato ieri sera e ha affermato di conoscere molto bene i leader religiosi della zona.
Sia May che Corbyn hanno definito l’attentato alla moschea distruttivo e contrario ai valori del Regno Unito tanto quanto i recenti attentati di Londra e Manchester.
I membri della comunità islamica di Islingon si dicono spaventati. Alcuni presenti sulla scena hanno lamentato come un attentato perpetrato da un bianco non richieda le scuse da parte di nessun gruppo politico o religioso, mentre i musulmani devono scusarsi e dissociarsi ogni volta che un attentatore compie un atto terroristico di matrice islamica. Il primo ministro ha annunciato un maggiore dispiegamento di forze dell’ordine a protezione delle moschee.
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A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.
1) Israele prepara l’invasione di Gaza City. Centinaia di carri armati ammassati alle porte della città. Centinaia di migliaia di persone in fuga. In esteri la testimonianza dalla striscia: “questa volta è diverso, sentono che non torneranno più”. (Esperanza Santos, MSF)
2) Washigton conferma il suo sostegno a Tel Aviv, mentre i paesi arabi riuniti in Qatar condannano a parole, ma continuano a mancare azioni concrete. (Emanuele Valenti)
3)Spagna, il premier Sanchez chiede che Israele venga espulsa dalle gare sportive internazionali dopo che i manifestanti pro Palestina sono riusciti a bloccare la Vuelta. (Giulio Maria Piantadosi)
4) Elezioni in Siria rinviate a data da destinarsi. Il paese continua a fare i conti con instabilità regionali e divisioni interne. (Valeria Schroter, Francesco Petronella - ISPI)
5) Dopo 5 anni, Stati Uniti e Cina trovano un accordo su TikTok. La divisione americana della piattaforma sarà statunitense. (Marco Schiaffino)
6) Serie Tv. Agli Emmy Awards Adolescence domina, ma sono Gaza e la Politica a rubare la scena. (Alice Cucchetti)
L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.
Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza.
Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo.
A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza
Non si può vivere senza farsi spezzare il cuore: Jehnny Beth racconta il suo nuovo album
“Siamo ancora molto primordiali con le nostre emozioni, e l’amore è spesso connesso alla violenza”, racconta Jehnny Beth ai microfoni di Radio Popolare.
È questo il tema centrale di You Heartbreaker You, il nuovo disco dell’ex cantante dei Savages: canzoni d’amore tese tra grida e sussurri, parole che si rompono, suoni noise e industrial.
“Viviamo tempi bui” ma se vogliamo cambiare le cose, dobbiamo “imparare a respirare con una costola rotta”. L'intervista di Dario Grande.
HeyMan! il primo festival per ripensare il maschile arriva a Milano, per avere un luogo fisico dove ripensare la mascolinità e cosa significa essere uomini oggi. Ce lo racconta Francesco Ferreri (@antropoche) di MicaMacho.
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Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni
La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba
Dopo uno slalom tra le novità musicali della settimana, approfondiamo il disco della settimana Essex Honey di Blood Orange, con Niccolò Vecchia che ce lo racconta in studio. Proseguiamo con l'intervista di Dario Grande a Jehnny Beth, ex cantante dei Savages, in occasione del nuovo disco appena uscito, You Heratbreaker You. Nella seconda parte l'intervento di Marta Fantin di TicketOne, intervistata da Elisa Graci in merito alle discusse modalità di vendita dei biglietti dei Radiohead. Concludiamo con l'intervento telefonico di Nur Al Habash, una delle organizzatrici di Nessun Dorma, che ci racconta il concerto di raccolta fondi per la Palestina tenutosi ieri a Roma.
Volume - 15-09-2025
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