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Al Senato la fiducia per il governo populista

Giuseppe Conte al Senato

Sessantadue applausi, in un discorso obiettivamente lungo, ma gli applausi così numerosi sembravano riflettere soprattutto l’entusiasmo di una maggioranza, in particolare i grillini, ancora meravigliata e stupita di essere arrivata al governo.

Il primo discorso in Parlamento di Giuseppe Conte, è la sintesi del contratto, citato molte volte, ma scritto con l’abilità di chi vuole presentarsi come “l’avvocato del popolo” senza però entrare nello specifico di nessuna misura. Poi toccherà al suo portavoce, nel corridoio esterno ribadire che la flat tax per le famiglie partirà nel 2020 e che il reddito di cittadinanza per ora verrà declinato solo nelle pensioni di cittadinanza e nella riforma dei centri per l’impiego.

Conte ha preferito solo citare i temi, “volare alto” dicono i suoi e usando un’inattesa presenza scenica, ha impostato da oggi il governo dei populisti. I due rappresentanti dei movimenti più populisti degli ultimi decenni Di Maio e Salvini erano seduti vicini a lui, e soddisfatti lo ascoltavano rivendicare l’arrivo del populismo al potere, citando Dostoevskij:

Se populismo è l’attitudine della classe dirigente ad ascoltare i bisogni della gente, se antisistema significa mirare a introdurre un nuovo sistema, che rimuova vecchi privilegi e incrostazioni di potere, ebbene queste forze politiche meritano entrambe queste qualificazioni.

Di se stesso ha detto di essere un cittadino, usando a suo favore il non essere stato eletto, è “avvocato difensore del popolo”, e come avvocato punta sulla giustizia, ma dal sapore un po’ troppo punitiva: il daspo per i corrotti, l’agente provocatore, più carceri per gli evasori, riforma della prescrizione. Non ha citato la questione euro, ma ha tranquillizzato l’Europa e gli Stati uniti, promettendo il rispetto dei trattati internazionali, l’alleanza atlantica e la stabilità finanziaria dell’Europa, ma poi ha aperto alla rimozione delle sanzioni alla Russia.

Non c’è stato nessun riferimento alla scuola e tantomeno all’abolizione della legge Fornero.

La questione immigrazione gli ha regalato applausi sperticati quando ha parlato di una gestione per fare business mascherata da finta solidarietà. Ma poi ha ricevuto gli applausi di tutti, anche dell’opposizione quando ha citato il sindacalista bracciante ucciso nelle campagne del vibonese.
In conclusione di un lungo discorso, ciò che nella scorsa legislatura per i grillini era trasformismo da evitare con il vincolo di mandato, Conte lo modifica in un augurato appoggio anche di altri gruppi parlamentari per allargare la maggioranze e all’opposizione sembra quasi rivolgersi come in una concessione di altri tempi: “I ministri verranno nelle commissioni ed è mia intenzione applicare l’istituto delle interrogazioni a risposta immediata”, che altro non è che il question time che esiste da sempre.

Giuseppe Conte al Senato
Foto | Senato
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    Anna Bredice
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    1) “Il mondo non deve lasciarsi ingannare: a Gaza il genocidio non è finito”. Il nuovo rapporto di Amnesty International ci chiede di non voltare la faccia dall’altra parte. (Riccardo Noury - Amnesty Italia) 2) Negligenza e corruzione. Cosa c’è dietro l’incendio del complesso residenziale di Hong Kong costato la vita a decine di persone. (Ilaria Maria Sala, giornalista e scrittrice) 3) Stati Uniti, l’attacco di Washington potrà avere effetti a lungo termine sulle politiche migratorie dell’amministrazione Trump e sulla vita di migliaia di migranti. (Roberto Festa) 4) Francia, dall’estate 2026 torna il servizio militare volontario. Il presidente Macron ha annunciato oggi quello che sembra più che altro un segnale politico e strategico. (Francesco Giorgini) 5) Spagna, una marea di studenti e professori in piazza a Madrid contro i tagli alle università pubbliche. La regione della capitale, guidata dalla destra, è quella che spende meno per gli studenti in tutto il paese. (Giulio Maria Piantedosi) 6) World Music. Entre Ilhas, l’album che celebra diversità e affinità musicali degli arcipelaghi della Macaronesia. (Marcello Lorrai)

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    A Gaza il genocidio non è finito

    A oltre un mese dall’annuncio del cessate il fuoco nella striscia di Gaza, le autorità israeliane stanno ancora commettendo il crimine di genocidio nei confronti della popolazione palestinese. Un nuovo rapporto di Amnesty International, che contiene un’analisi giuridica del genocidio in atto e testimonianze di abitanti della Striscia di Gaza e di personale medico e umanitario, evidenzia come Israele stia continuando a sottoporre deliberatamente la popolazione della Striscia a condizioni di vita volte a provocare la sua distruzione fisica, senza alcun segnale di un cambiamento nelle loro intenzioni. Martina Stefanoni ne ha parlato con Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia.

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    Poveri ma belli di giovedì 27/11/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Stuart Murdoch: "Il mio primo romanzo non è una biografia, ma racconta la mia storia e la storia della mia malattia"

    Il leader dei Belle & Sebastian racconta "L'impero di nessuno", il suo libro d'esordio, ai microfoni di Volume. Un libro che lui stesso definisce di autofiction: "La maggior parte delle cose che accadono a Stephen, il protagonista, sono successe anche a me". 10 anni fa, Murdoch aveva scritto una canzone con il medesimo titolo: "Il romanzo tocca gli stessi temi: Stephen ha un'amica del cuore, Carrie, entrambi hanno la stessa malattia e si sostengono e ispirano a vicenda". La malattia è l'encefalomielite mialgica: "Mentre scrivevo immaginavo il mio pubblico, e il mio pubblico era il gruppo di supporto per l’encefalomielite che frequentavo negli anni Novanta. Immaginavo di scrivere per loro, e questo mi ha aiutato a trovare il tono giusto". Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia a Stuart Murdoch.

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