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Il femminismo è giovane

Il femminismo è entrato nelle scuole, non grazie ai programmi istituzionali che l’hanno sempre escluso, ma per merito di studentesse che – giovanissime – hanno convinto i loro compagni ad affiancarle nell’essere anti-sessiste.

“Chi non salta maschilista è”, hanno scandito le migliaia di giovani che hanno partecipato al corteo studentesco di Milano, nel giorno del primo sciopero generale femminista. “I giornalisti ci chiedono perché usiamo le parole del femminismo degli anni Settanta. Perché ci vogliono riportare indietro di decenni – rispondono – togliendoci i diritti e il futuro. E questa sì è conservazione. Questo sì è il vecchio”.

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Il corteo, cui hanno aderito anche i sindacati e i centri antiviolenza, si è fermato davanti all’ospedale Fatebenefratelli, uno di quelli con più obiettori in città, per una breve azione dimostrativa poi si è concluso davanti alla sede di Regione Lombardia, un altro dei bersagli delle proteste. Regione Lombardia vuole infatti togliere l’anonimato alle donne che denunciano violenze e spreca i fondi pubblici per il centralino anti-gender.

Il corteo studentesco è stato solo l’inizio di una lunga giornata di sciopero globale, che si concluderà dalle 18 alle 21 con un corteo serale, in concomitanza con decine di piazze grandi e piccole in tutta Italia.

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Questo movimento – “Non una di meno” – è intergenerazionale e può contare su un gran numero di giovani attivisti e attiviste.

Ascolta qui le voci raccolte al corteo studentesco

manifestanti 12.30 donne andrea

  • Autore articolo
    Chiara Ronzani
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    È morta Patrizia Arnaboldi. Aveva 78 anni. Storica militante comunista, protagonista del femminismo a Milano e del movimento studentesco, negli anni Ottanta è stata deputata per Democrazia Proletaria. Legata a Rifondazione Comunista, negli ultimi anni ha partecipato a molte battaglie a difesa della città. Una delle ultime, quella legata agli alberi di piazzale Baiamonti. Patrizia Arnaboldi, 50 anni fa, è stata anche una delle firmatarie, davanti al notaio, dell’atto di nascita di Radio Popolare. Ecco il ricordo di Matteo Prencipe, segretario lombardo di Rifondazione Comunista, e di Basilio Rizzo, storico consigliere comunale milanese.

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    Fa troppo caldo: scioperano i lavoratori della Emmegi, che costruisce condizionatori a Cassano d’Adda

    Troppo caldo, lavoratori in sciopero. 36 gradi nel capannone dove si producono componenti per i condizionatori. Il paradosso è che, in quella ditta, si producono scambiatori di calore, componente fondamentale per gli impianti di climatizzazione. Che però, nei capannoni della Emmegi di Cassano d’Adda, non ci sono. La conseguenza, temperature roventi, che superano i 36 gradi, e condizioni di lavoro inaccettabili. Per questo lavoratori e lavoratrici stanno scioperando, per ottenere almeno un po’ di refrigerio, che però al momento viene negato dalla proprietà, che anzi ha incaricato un consulente per farsi dire che “la temperatura è acettabile”. Maurizio Iafreni è Rsu Fiom alla Emmegi e responsabile della sicurezza: (foto Fiom Cgil)

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