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La tregua che non ferma la guerra

La Russia ha esteso di 24 ore la sospensione dei bombardamenti su Aleppo. Forse per le pressioni internazionali i russi hanno ora deciso di prolungare questa tregua unilaterale. L’obiettivo di questa operazione è far uscire ribelli e civili, in modo da poter poi prendere il controllo anche dei quartieri orientali della città.

I gruppi ribelli avevano però rifiutato la tregua già nei giorni scorsi. E stando alle notizie che arrivano da Aleppo quasi nessuno è uscito. Per questo erano stati creati dei passaggi, dei corridoi umanitari. Almeno otto. Come era già successo in passato il governo dice che i gruppi ribelli bloccano i civili, mentre l’opposizione spiega che nessuno si fida del regime e vuole lasciare la città. In prossimità di questi passaggi umanitari ci sono stati anche scontri a fuoco.

I media siriani hanno mostrato delle immagini con presunti miliziani dell’Esercito Libero Siriano che si arrendevano. L’opposizione, gli attivisti, gli stessi cittadini di Aleppo Est hanno smentito. Quelle immagini – dicono – sono solo propaganda. Sulla base delle verifiche che abbiamo fatto hanno probabilmente ragione.

La strategia di assediare, mettere alla fame, offrire passaggi umanitari è già stata usata dal regime per conquistare diversi centri in altre zone del paese. Ma Aleppo è un’altra storia e anche in questo caso si conferma come un perfetto microcosmo della crisi siriana.

Putin e Assad, accusati di crimini di guerra dall’Occidente, hanno pensato a questa tregua per togliersi di dosso, almeno in parte, l’etichetta di responsabili della morte di centinaia di migliaia di civili. Come dire: noi abbiamo creato le condizioni per far uscire i cittadini di Aleppo. Peccato che questo arrivi dopo la morte di donne, anziani e bambini.

Mercoledì sera Merkel e Hollande, durante un incontro con Putin sull’Ucraina, avevano chiesto al presidente russo di interrompere il massacro della popolazione civile. Nonostante la proroga della tregua è però evidente come non ci sia ancora alcun tipo di intesa diplomatica. È tutto fermo come prima. Assad e Putin non stanno facendo alcun un passo indietro nella loro campagna per Aleppo.

A questo punto bisogna capire cosa succederà dopo. La Turchia e i ribelli direttamente appoggiati da Ankara stanno avanzando dal confine turco verso sud, quindi anche verso Aleppo, ma finora si sono scontrati solo con i miliziani dell’ISIS e con i guerriglieri curdi, non con il regime che controlla una parte del territorio intorno ad Aleppo.

Mosca sta intanto mandando altre navi da guerra nel Mediterraneo. Segno che le operazioni militari andranno avanti.

  • Autore articolo
    Emanuele Valenti
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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

    Clip - 01-07-2025

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    Jazz in un giorno d'estate di martedì 01/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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    Poveri ma in ferie di martedì 01/07/2025

    quando le piante dei nostri balconi tirano un sospiro di sollievo, perché finalmente qualcuno che la sa lunga ci spiega come e quando bagnarle, come trattarle, reinvasarle, esporle al sole. Ospite della puntata Ambra Pagliari (pianteinveranda su Instagram). A seguire microfono aperto con tutti gli scempi da pollice nero di cui siete e siamo capaci. Con Vittoria Davalli e Alessandro Diegoli

    Poveri ma belli - 01-07-2025

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    Almendra è fresca e dolce. Almendra è defaticante e corroborante. Almendra si beve tutta di un fiato. Almendra è una trasmissione estiva di Radio Popolare in cui ascoltare tanta bella musica, storie e racconti da Milano e dal mondo, e anche qualche approfondimento (senza esagerare, promesso). A luglio a cura di Luca Santoro, ad agosto di Dario Grande.

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    Addio all’architetto Francesco Borella

    E’ morto l’architetto Francesco Borella, per tanti il papà del Parco Nord Milano. Lo ha diretto per venti anni dagli inizi degli anni ‘80, quando lo ha progettato insieme al paesaggista Adreas Kipar. Cava dopo cava, orto spontaneo dopo orto spontaneo, aziende agricole in dismissione dopo aziende agricole a fine ciclo, ha rigenerato e riconesso con percorsi ciclopedonali l’ampia area che tra Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo si estende a Cusano Milanino, Cormano e ai quartieri milanesi di Affori, Bruzzano, Niguarda e Bicocca. Un parco che negli anni ‘70, quando è stato voluto con le mobilitazioni popolari, sembrava impensabile che potesse avere le presenze che ha il più noto e storico Parco di Monza. Fabio Fimiani ha chiesto un ricordo dell’attuale presidente del Parco Nord di Milano, Marzio Marzorati. Radio Popolare si stringe affettuosamente con un abbraccio ai figli Joanna, Cristiana, Giacomo e Sebastiano Borella.

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    Il podcast di Francesco Tragni e Giuseppe Fiori registrato dal vivo a Germi. Enrico Gabrielli è stato il secondo ospite che ha raccontato quali sono i suoi vinili di riferimento: polistrumentista, compositore e arrangiatore, ha collaborato con artisti come Muse e PJ Harvey, e fa parte dei gruppi Calibro 35, Winstons e Mariposa (in passato anche negli Afterhours). Complessivamente compare in oltre 200 dischi. Ha anche suonato il flauto traverso nella sigla di Dodici Pollici.

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