
La giudice del Tribunale per i minorenni Antonella De Simone ha convalidato gli arresti e disposto come misura cautelare gli arresti domiciliari per i due studenti del liceo Carducci di Milano, un ragazzo e una ragazza di 17 anni, accusati di resistenza aggravata per gli scontri avvenuti lunedì davanti alla stazione Centrale di Milano al termine del corteo per Gaza. Dopo quasi tre giorni di detenzione al minorile Beccaria giovedì mattina è arrivata la decisione della giudice, molto dura. “Con le stesse accuse i maggiorenni sono stati scarcerati, i minorenni messi ai domiciliari. Sembra un accanimento sui minori, non potranno neanche andare a scuola” dice uno dei due legali degli studenti, Mirko Mazzali. “Non c’è alcuna funzione educativa in questa decisione che impugneremo”. Le accuse sono di resistenza aggravata e danneggiamento.
Mazzali, cosa ha deciso la giudice?
Inopinatamente ha deciso di convalidare l’arresto, e questo ci poteva anche stare. Però ha applicato gli arresti domiciliari, senza concedere neanche la possibilità di andare a scuola. È chiaro che le sentenze si impugnano – e lo faremo – ma anche senza essere giuristi, per un cittadino comune questa decisione è incomprensibile.
Perché la ritiene incomprensibile?
Perché per le stesse identiche condotte – la comunicazione di notizia di reato è unica e riguarda due minorenni e due maggiorenni – i maggiorenni sono stati liberati, mentre i due minorenni sono stati messi ai domiciliari. È un corto circuito della giustizia: profondamente diseducativo, perché a ragazzi minorenni dovresti far capire che un provvedimento è giusto e comprensibile. Qui invece sembrava di essere davanti a due terroristi lanciati contro la locomotiva di Guccini, non a due studenti minorenni.
Le accuse sono uguali per tutti o specifiche per ciascuno?
Sono uguali, ripetute parola per parola. Tanto che nel caso del ragazzo si sono pure sbagliati con un aggettivo, trasformandolo in una donna.
Hanno fatto copia-incolla?
È evidente. Non si può dire: “Questi hanno fatto di più, quindi è giusto che siano ai domiciliari”, perché hanno fatto la stessa cosa.
Quindi c’è un accanimento sui minorenni?
Sembrerebbe di sì. Eppure il nostro ordinamento prevede un trattamento di favore per i minorenni, proprio perché sono minorenni. Qui invece è stato il contrario: è diventata una sfortuna essere minorenni.
Quando inizierà il processo?
Più avanti, ci vorranno mesi. Nel frattempo i ragazzi non potranno andare a scuola. Al momento non c’è l’autorizzazione: la giudice ha detto che, quando produrremo l’orario definitivo, sentirà il pubblico ministero e probabilmente concederà il permesso. Ma poteva inserirlo già nel provvedimento di oggi. Così, lunedì i due non andranno a scuola.
Ma la giudice sapeva che frequentavano la scuola?
Certo che lo sapeva. È stato detto più volte che andavano al liceo Carducci. Gli stessi educatori del Beccaria hanno incontrato i ragazzi e hanno redatto relazioni positive. Ma se il giudice prende tutto in maniera critica, anche se presenti un video – cosa che abbiamo fatto – ti risponde che non si vede bene la faccia.
Quindi impugnerete il provvedimento?
Esatto. Abbiamo portato un video dove la ragazza si vedeva, ma la giudice ha detto di no, che non si distingueva bene. A questo punto non resta che fare ricorso e chiedere l’annullamento di questo provvedimento che consideriamo un abominio.