
L’occasione era ghiotta e ne ha approfittato. Quale momento migliore, del resto, dell’apertura di una nuova sede della Lega in un quartiere periferico di Milano per buttar lì qualche dichiarazione sul futuro candidato sindaco del centrodestra?
“Civico, politico, poco importa”, dice Salvini, provando a tendere una mano agli alleati che, sul profilo del candidato, sono molto distanti, salvo poi sottolineare come la Lega stia parlando con molte personalità e che nomi buoni sicuramente ne hanno.
Un modo, questo, per stoppare la candidatura di Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, sponsorizzato da Fratelli d’Italia, e anche per far capire a Forza Italia, che sgomita per indicare il candidato, che la scelta sarà fatta collegialmente, senza passi avanti solitari — cosa che, tra l’altro, Salvini spesso fa. Ma tant’è: il leader leghista ostenta ottimismo e si dice “certo che riconquisteranno la città dopo l’epoca di Pisapia e Sala”, probabilmente puntando sulla sicurezza, vecchio cavallo di battaglia della destra.
“Milano è la città più bella del mondo, ma in questo momento anche la meno sicura e la più multata”, ha sottolineato. Quel che è certo, al momento, è che il centrodestra è ancora in alto mare nella scelta, così come il centrosinistra, che deve scegliere il nome del successore di Sala, ma litiga anche sulle modalità della scelta. Ultimo scontro: quello tra Lia Quartapelle, ala riformista del PD, e il leader di Azione Carlo Calenda.
Quest’ultimo ha riproposto il nome di Carlo Cottarelli, definendo una bufala l’idea di fare le primarie. Secca la replica di Quartapelle, che ha ribadito che la scelta sarà fatta attraverso le primarie. Con quali nomi, è presto per dirlo.