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Gli “indesiderabili” secondo Trump. Come l’amministrazione Usa identifica e deporta le persone migranti

I Venezuali deportati da Trump
Nell’ondata di arresti e deportazioni avviate dall’amministrazione Trump nei confronti di immigrati, richiedenti asilo e semplici studenti stranieri, sta giocando un ruolo di primo piano la tecnologia. L’ICE, l’agenzia federale per la sicurezza delle frontiere e dell’immigrazione, sfrutterebbe in particolare un sistema che consente di incrociare informazioni da diversi database con l’obiettivo di individuare i bersagli delle sue operazioni.
Il più corposo si chiama ICM, acronimo che sta per (Investigative Case Management). A fornire i dettagli sul sistema è 404 media, che in un’inchiesta pubblicata online ne descrive le origini, le potenzialità e, soprattutto, l’opacità.
La creazione e gestione di ICM è stata affidata a Palantir, la controversa azienda fondata da Peter Thiel, imprenditore della Silicon Valley che ha collaborato a lungo con Elon Musk ai tempi di PayPal e che negli ultimi anni ha finanziato generosamente politici di estrema destra, tra cui l’attuale vice presidente JD Vance.
Palantir, che prende il nome dalle pietre veggenti immaginate da Tolkien nel Signore degli Anelli, è una società specializzata in analisi dei big data. Ha numerosi contratti con agenzie federali e con la Homeland Security statunitense.
Il database, secondo quanto riportato da 404 media, contiene informazioni di ogni tipo: dai dati anagrafici alle modalità di ingresso nel paese, passando per informazioni finanziarie, caratteristiche fisiche come colore dei capelli e degli occhi, e arrivare addirittura a tatuaggi e cicatrici.
Le logiche secondo le quali queste informazioni vengono utilizzate per designare una persona come “indesiderabile”, però, non sono chiare. Gli attivisti per i diritti civili denunciano errori e valutazioni arbitrarie. Tra le 238 vittime della recente deportazione verso le carceri di El Salvador, per esempio, alcune non avevano alcun precedente penale, ma sarebbero state individuate semplicemente perché avevano tatuaggi di un certo tipo.
Questi dati, inoltre, vengono incrociati con quelli provenienti da altre fonti. Tra queste anche le informazioni raccolte da Shadow Dragon, un sistema automatizzato che setaccia centinaia di siti web alla ricerca di informazioni personali e altri strumenti specifici per il monitoraggio dei social network. Questi ultimi sarebbero stati usati per individuare gli studenti stranieri che hanno partecipato a manifestazioni pro Palestina, espulsi poi con motivazioni legate a infrazioni stradali o reati minori recuperate sempre attraverso l’incrocio dei dati.
Proprio l’impressionante quantità di informazioni su cui si basa l’attività dell’agenzia per l’immigrazione sarebbe alla base di molti degli errori o forzature registrate nel caso delle deportazioni in Salvador. Secondo il Center for Democracy and Technology questa situazione potrebbe presto peggiorare.
Come riporta il Washington Post, infatti, l’amministrazione Trump si starebbe preparando a utilizzare le informazioni relative al pagamento delle tasse per individuare 700.000 sospetti immigrati illegali. Negli USA, da oltre trent’anni è in vigore una legge che impedisce la divulgazione di informazioni personali da parte dell’agenzia preposta alla riscossione dei tributi, se non per motivi specifici. Il contrasto all’immigrazione clandestina non rientra tra questi. Se il divieto dovesse venire meno, darebbe un’ulteriore spinta al meccanismo di sorveglianza voluto da Trump, che a questo punto raggiungerebbe un livello di pervasività mai visto negli Stati Uniti.
Non solo. Come fanno notare dalla stessa associazione, fino a oggi questo stato di cose ha permesso all’amministrazione federale di incassare le tasse anche dagli immigrati irregolari. La mossa di Trump, quindi, potrebbe rivelarsi un boomerang, che finirebbe per favorire la crescita dell’evasione fiscale.
  • Autore articolo
    Marco Schiaffino
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    A Rieti sarebbero una decina le persone individuate come possibili responsabili del lancio di sassi e del mattone contro il pullman di tifosi pistoiesi, al termine della partita di Lega2 di basket tra la squadra locale e Pistoia. Nell’assalto al pullman è stato ucciso il secondo autista, il 65enne Raffaele Marianella (nella foto). Alcune delle persone coinvolte sarebbero legate all’estrema destra locale, ma per ora non ci sono fermi, ha detto il procuratore di Rieti. Si indaga sull’ipotesi di omicidio volontario. Intanto la federazione italiana pallacanestro ha deciso che la Sebastiani Rieti disputerà a porte chiuse le prossime partite, fino al termine delle indagini. Nella pallacanestro gli episodi di scontri tra tifoserie sono sporadici, pochi casi negli ultimi anni, e raramente gravi. Quanto è successo a Rieti, per la sua gravità, è un’anomalia, ma interroga tutto il mondo del Basket italiano. Ne abbiamo parlato con Raffaele Ferraro, fondatore di una delle pagine di basket più seguite, La Giornata Tipo. Ascolta l'intervista di Mattia Guastafierro.

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    International: i Saint Etienne salutano il pubblico con un ultimo album

    Il nuovo disco dei Saint Etienne, uscito a settembre, sarà l’ultimo della storica band britannica. Così ci conferma Pete Wiggs, che ai microfoni di Radio Popolare racconta International, il disco con cui la band ha deciso di salutare i suoi fan. Capace di mescolare synth pop, disco e club culture con la freschezza di sempre, nel nuovo disco la band riguarda alla sua trentennale carriera con un pizzico di (inevitabile) nostalgia, ma non senza ironia e fierezza, celebrando una formula musicale che si riconferma ancora una volta elegante, leggera ma mai banale. Dalla decisione di salutare i fan, ai numerosi ospiti del disco fino alle possibili date in Italia. Ascolta l’intervista di Piergiorgio Pardo.

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