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Saint Levant, il rapper che canta Gaza

Saint Levant

La madre è in parte francese e in parte algerina; il padre serbo di origine palestinese; sia il padre che la madre crescono in Algeria: ma dopo gli accordi di Oslo, fiduciosi che la Palestina diventerà uno stato indipendente, negli anni novanta gli Abdelhamid si trasferiscono a Gaza, dove il padre progetta, costruisce e gestisce un albergo in riva al mare. Negli anni novanta però il processo di pace non arriva da nessuna parte. Marwan, figlio della coppia, nasce a Gerusalemme nell’ottobre del 2000, pochi giorni dopo che la provocazione di Ariel Sharon alla Spianata delle Moschee ha innescato la seconda Intifada. Marwan passa i primi anni della sua infanzia a Gaza, nell’hotel in riva al mare del padre: oggi Marwan, in arte Saint Levant, li ricorda come gli anni più belli della sua vita. Nel 2007 la battaglia di Gaza spinge la famiglia a trasferirsi ad Amman; Marwan cresce parlando inglese a scuola, francese a casa, e arabo nel campo profughi palestinese dove dopo la scuola gioca a pallone. Più avanti Marwan prosegue i suoi studi negli Stati Uniti, e nel 2022 si laurea in relazioni internazionali all’università di Santa Barbara, in California. Oltre a studiare, nel 2020 Marwan però comincia anche a fare musica, come cantante, fra hip hop e R&B. Compone – testo e musica – due brani, Jerusalem Freestyle e Nirvana in Gaza, pieni di riferimenti alla condizione dei palestinesi; nel primo dice fra l’altro: “bombardano le nostre città e dicono che è per la sicurezza” e “lottiamo per i nostri diritti ed è antisemita”. Marwan interviene anche su TikTok a proposito di storia palestinese ma anche di maschilismo nella cultura araba. Alla fine del 2022 fa uscire Very Few Friends, un brano in inglese, francese e arabo che ottiene un clamoroso successo, con due milioni di visualizzazioni su YouTube in un mese. Lasciato il nome di Marwan Abdelhamid per il più à la page Saint Levant, non smette però di riferirsi alla sua identità: nel 2023 – prima dello scoppio del conflitto in Palestina – esce con From Gaza with Love, in cui canta “le piaccio perché vengo da Gaza con amore”. Quest’anno ha firmato con Universal Arabic Music e ha pubblicato Deira, un brano nello stile shaabi di Algeri realizzato assieme con il rapper di Gaza MC Abdul: “deira” in arabo significa “casbah”, “città vecchia”, ma Deira era il nome dell’albergo costruito dal padre, la casa della sua infanzia: distrutto nel 2023 nel corso dell’attacco israeliano a Gaza. Il successo di Saint Levant, che vive a Los Angeles ma torna regolarmente ad Amman, fa di lui un personaggio pienamente dentro il mainstream, tanto che lo scorso anno è stato nominato da Dior “Fragrance Ambassador”, il primo per il Medio Oriente. Invitato a parlare in una intervista con Harper’s Bazaar della sua musica e del suo attivismo, ha dichiarato: “la gente pensa che (…) i palestinesi odino gli israeliani. Quello che non sanno sono gli ottant’anni di occupazione, oppressione, deportazione e pulizia etnica, quindi io penso che sia importante farlo presente e cerco di farlo attraverso la musica”. L’11 aprile Saint Levant ha pubblicato il suo nuovo brano, 5am in Paris, una brillante – anche nell’aspetto video – riflessione, in inglese, francese e arabo, sulla sua identità e sull’esilio: “il mio corpo è a Parigi, il mio cuore a Gaza, la mamma ad Algeri, la mia ex a Casablanca, la mia fidanzata a Los Angeles, non mi sento a casa da nessuna parte”. Poi nei giorni scorsi Saint Levant si è esibito per la prima volta al Coachella Festival, in California, considerato il più grande festival musicale del mondo, una manifestazione che per tanti artisti rappresenta una consacrazione; Saint Levant si è rivolto al pubblico dicendo: “spero siate tutti consapevoli che la popolazione di Gaza negli ultimi sei mesi ha subito un brutale genocidio, e che il popolo palestinese ha subito una brutale occupazione negli ultimi settantacinque anni”. Coachella pubblica l’esibizione degli artisti sul proprio canale Youtube: dello show di Saint Levant al momento si trovano solo tre minuti, ma non sono quelli di questo richiamo a ciò che sta accadendo a Gaza.

  • Autore articolo
    Marcello Lorrai
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    L’esercito israeliano ha lanciato questa notte l’invasione di terra su Gaza City. Da ieri i carri armati sono entrati nel cuore della principale città della striscia, e i bombardamenti hanno colpito senza sosta strade, case, infrastrutture. Da questa mattina, i morti sono 89. Centinaia di migliaia di persone vivono ancora nella città. Migliaia di persone stanno invece cercando di fuggire, in un esodo verso un sud che non ha più spazio per ospitarli. Il servizio di Valeria Schroter.

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    1) “Gaza brucia di fronte al suo mare, testimone della sua tragedia”. L’esercito israeliano ha lanciato l’offensiva di terra sulla principale città della striscia. L’esodo in mezzo alle bombe. Quasi 90 i morti da questa mattina. (Valeria Schroter) 2) Israele come Sparta. Mentre l’ONU stabilisce che quello in corso a Gaza è genocidio, Netanyahu ammette l’isolamento internazionale e dipinge un futuro di autarchia e guerra permanente. (Anna Foa, Eric Salerno) 3) Gli Stati Uniti continuano a colpire il Venezuela. Trump punta a rovesciare il regime di Maduro con la scusa della lotta al narcotraffico. (Alfredo Somoza) 4) Cinquant’anni fa l’indipendenza della Papua Nuova Guinea. Il paese oggi è vittima della maledizione della ricchezza e rischia di finire ostaggio di un nuovo braccio di ferro tra occidente e Cina. (Chawki Senouci) 5) Spagna, l’estrema destra torna a riunirsi a Madrid. Il primo passo verso una grande alleanza di tutte le destre europee. (Giulio Maria Piantadosi) 6) Rubrica Sportiva. Julia Paternain, la maratoneta uruguayana entra nella storia vincendo la prima medaglia ai mondiali di atletica per il paese sudamericano. (Luca Parena)

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