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Ecuador, la fuga del boss del narcotraffico Fito scatena il caos

Si chiama José Adolfo Macias Villamar, ma in Ecuador è noto a tutti come “Fito” E il capo del gruppo criminale Los Choneros, considerato uno dei più potenti del paese. Era in carcere dal 2011, ma la scorsa settimana è evaso e da allora è latitante. Dopo la sua fuga, il presidente neo eletto Daniel Noboa, che ha vinto le elezioni tre mesi fa promettendo un approccio molto duro nei confronti della criminalità, ha dichiarato lo stato di emergenza. La decisione ha dato vita a rappresaglie dentro le carceri – almeno un quarto delle quali si ritiene siano controllate dalle bande criminali – e fuori, nelle strade: in varie città ci sono state esplosioni, saccheggi di negozi, attacchi a ospedali, veicoli bruciati e scontri a fuoco, fino ad arrivare a ieri sera, quando in diretta TV, sulla televisione pubblica ecuadoregna, un gruppo di uomini armati ha interrotto i programmi, è entrato negli studi di Guayaquil e ha preso in ostaggio giornalisti e operatori.

Per circa mezz’ora le telecamere hanno continuato a trasmettere quello che stava succedendo, fino all’arrivo della polizia. Nei video circolati subito online, si vedono i dipendenti della TV, in ginocchio, che pregano di non sparare, con pistole e fucili puntati alla testa. Il presidente Noboa ha quindi elevato lo stato di emergenza già in vigore nel paese a quello di “conflitto armato interno”, ordinando l’evacuazione del parlamento di Quito e di tutti gli uffici pubblici, scuole e uffici, equiparato venti delle più importanti bande criminali del paese a “organizzazioni terroristiche”. Promettendo nuove operazioni di polizia per mettere fine alle violenze. Il presidente Noboa ha dichiarato ufficialmente guerra al narcotraffico, ma i tentacoli del narcotraffico in Ecuador non erano mai arrivati cosi in profondità nelle stanze del potere, e ora, tutti i gruppi criminali del paese, da tempo in competizione, hanno trovato un nemico che li mette tutti d’accordo: il presidente Noboa.

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    Martina Stefanoni
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    È morta Patrizia Arnaboldi. Aveva 78 anni. Storica militante comunista, protagonista del femminismo a Milano e del movimento studentesco, negli anni Ottanta è stata deputata per Democrazia Proletaria. Legata a Rifondazione Comunista, negli ultimi anni ha partecipato a molte battaglie a difesa della città. Una delle ultime, quella legata agli alberi di piazzale Baiamonti. Patrizia Arnaboldi, 50 anni fa, è stata anche una delle firmatarie, davanti al notaio, dell’atto di nascita di Radio Popolare. Ecco il ricordo di Matteo Prencipe, segretario lombardo di Rifondazione Comunista, e di Basilio Rizzo, storico consigliere comunale milanese.

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    Fa troppo caldo: scioperano i lavoratori della Emmegi, che costruisce condizionatori a Cassano d’Adda

    Troppo caldo, lavoratori in sciopero. 36 gradi nel capannone dove si producono componenti per i condizionatori. Il paradosso è che, in quella ditta, si producono scambiatori di calore, componente fondamentale per gli impianti di climatizzazione. Che però, nei capannoni della Emmegi di Cassano d’Adda, non ci sono. La conseguenza, temperature roventi, che superano i 36 gradi, e condizioni di lavoro inaccettabili. Per questo lavoratori e lavoratrici stanno scioperando, per ottenere almeno un po’ di refrigerio, che però al momento viene negato dalla proprietà, che anzi ha incaricato un consulente per farsi dire che “la temperatura è acettabile”. Maurizio Iafreni è Rsu Fiom alla Emmegi e responsabile della sicurezza: (foto Fiom Cgil)

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    Gaza, ipotesi di tregua tra le bombe d’Israele, con Paola Caridi, giornalista, saggista, esperta di Palestina. La trattativa sui dazi e la debolezza dell’Europa, con Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano, editorialista del Sole 24 Ore. Il caso del libro di storia che non piace a Fratelli d’Italia, con uno degli autori del libro, lo storico Carlo Greppi. Milano sempre più cara, chiudono anche i negozi per gli affitti troppo alti: il microfono aperto. Mao Valpiana del Movimento Noviolento ricorda Alex Langer a 30 anni dal suicidio. La quarta puntata di “Racconto Lucano” con Sara Milanese.

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