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Macron e von der Leyen a Pechino, il piano per la siccità, le ultime sull’ispettorato del lavoro e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di giovedì 6 aprile 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. La doppia missione di Macron e della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a Pechino: sono arrivati in Cina con obiettivi diversi, ma entrambi hanno cercato di fare pressione su Xi perché assuma un ruolo da mediatore tra Russia e Ucraina. Cresce la tensione in Medio Oriente dopo uno scambio di lanci di missili tra il Libano e Israele. Sulla siccità la parola d’ordine del governo è sveltire, anche se ancora non si sa bene che cosa. quella che ci attende è un’altra estate di conflitti legati alla risorsa acqua, come spiega Massimiliano Pasqui, ricercatore dell’Osservatorio siccità del Cnr. Il governo fa una mezza marcia indietro sullo smantellamento dell’ispettorato nazionale del lavoro. Oggi è stato diffuso il primo bollettino ufficiale che ha chiarito le condizioni di Silvio Berlusconi, ricoverato al San Raffaele.

L’Europa punta sulla Cina per la pace

L’Europa punta sulla Cina per la pace. La doppia missione di Macron e della presidente della Commissione europea Ursula Von der leyen a Pechino mira da un lato a convincere Xi Jinping a lavorare per una risoluzione del conflitto e dall’altro a mantenere e rafforzare i rapporti economici tra Ue e Cina. I due leader europei sono arrivati in Cina con obiettivi diversi, ma entrambi hanno cercato di fare pressione su Xi perché assuma un ruolo da mediatore tra Russia e Ucraina. Senza grandi sorprese, il presidente cinese ha ribadito la sua linea neutrale sul conflitto, ma si è detto aperto ad un colloquio con Kiev “quando sarà il momento”.
Poco dopo le dichiarazioni da Pechino, però, è arrivato il commento da Mosca che ha sostanzialmente chiuso ad ogni possibile mediazione. La Russia riconosce il potenziale di mediazione cinese – fanno sapere dal cremlino – , ma la situazione con Kiev è ancora difficile e non è ancora il momento di dialogare. Mosca oggi aveva anche liquidato come inconsistenti le dichiarazioni arrivate da Kiev secondo le quali un successo ucraino in Crimea rappresenterebbe la base per un negoziato.
Sulle effettive possibilità di Kiev di arrivare alla Crimea, abbiamo sentito Alessandro Marrone, analista militare dell’Ispi

Botta e risposta a colpi d’artiglieria tra il Libano e Israele

Cresce la tensione in Medio Oriente dopo uno scambio di lanci di missili tra il Libano e Israele. Uno scontro che arriva dopo lo scontro avvenuto tra palestinesi e polizia israeliana alla Spianata delle moschee.

(di Martina Stefanoni)

Continua da tutto il giorno il botta e risposta a colpi d’artiglieria tra il Libano e Israele. Un nuovo attacco è stato riferito proprio pochi minuti fa dal portavoce militare israeliano che ha detto che colpi di mortaio sono stati lanciati verso Metulla, località israeliana dell’Alta Galilea. Non si ha notizia di vittime né danni, ma la popolazione di Metulla ha avuto ordine di entrare nei rifugi o nelle stanze protette delle loro abitazioni.
In totale oggi Israele ha parlato di decine si missili, la maggior parte dei quali intercettati dal sistema anti missilistico. Secondo il Libano, Israele ha a sua volta risposto con colpi di mortaio che hanno colpito il sud del libano. L’esercito, però, sostiene di non aver risposto ai missili e l’esercito starebbe indagando su un possibile coinvolgimento dell’Iran.
Dietro i razzi lanciati dal sud del Libano verso Israele – secondo fonti della sicurezza israeliane – ci sarebbero “fazioni palestinesi legate a Hamas”. Secondo alcuni analisti però un attacco di tale ampiezza non avrebbe potuto essere realizzato senza un assenso di Hezbollah. Il gruppo, che controlla di fatto il sud del Libano, non hanno commentato quanto sta avvenendo, ma questa mattina avevano espresso solidarietà nei confronti delle organizzazioni armate palestinesi.
Poco fa il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha condannato gli attacchi missilistici e ha chiesto “a tutti gli attori di esercitare la massima moderazione” insistendo anche sulla necessità “di evitare qualsiasi azione unilaterale che possa portare a un’ulteriore escalation della situazione”.

Così il governo si prepara ad affrontare la siccità

Per affrontare la siccità il governo ha deciso di istituire un tavolo di regia e di affidare a un commissario straordinario l’esecuzione delle opere: parola d’ordine sveltire, anche se ancora non si sa bene che cosa. L’istituzione della figura del commissario alla siccità è il piatto forte del decreto che il Consiglio dei ministri di questa sera è chiamato ad approvare. Di concreto, secondo le bozze circolate in queste ore, per ora non c’è molto altro, fatta eccezione per l’autorizzazione all’uso agricolo delle acque reflue depurate. Stamattina il ministro Salvini ha detto che ha pronto un milione di euro per riparare la rete idrica, che in Italia disperde quasi la metà dell’acqua che trasporta. Una cifra irrisoria secondo le associazioni ambientaliste. Infine, Salvini ha ammesso: “spero che questa primavera piova tanto”.
Secondo i meterologi è possibile che le precipitazioni nei prossimi due mesi si riportino su quanto atteso per la stagione. Il problema è il pregresso: dopo due anni di siccità le falde sono vuote e quella che ci attende è un’altra estate di conflitti legati alla risorsa acqua, come spiega Massimiliano Pasqui, ricercatore dell’Osservatorio siccità del Cnr

La mezza marcia indietro del governo sull’ispettorato del lavoro

(di Massimo Alberti)

Il governo fa una mezza marcia indietro sullo smantellamento dell’ispettorato nazionale del lavoro: la norma che ne avrebbe tolto l’autonomia portandolo sotto il controllo del Ministero è stata stralciata. Ma restano gli accordi con il consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, presieduto dal marito della ministra Calderone, per certificare le imprese “buone”. Una certificazione che presto potrebbe sostituire del tutto gli attestati di inps e inail, in un clamoroso conflitto di interessi.
Sindacati, ispettori, associazioni per ora brindano. Il piano di portare l’ispettorato nazionale del lavoro sotto controllo del ministero, togliendogli autonomia operativa, per ora è stata stralciata dal decreto sul riordino dei ministeri. Ma è una vittoria a metà. Non è chiaro se rispunterà in altre forma, e sul motivo ci sono solo ipotesi. La prima è molto politica: l’internalizzazione avrebbe dato troppo peso al ministero del lavoro, che avrebbe acquisito poteri ora di altri ministeri. Cosa che in maggioranza non sarebbe piaciuta a tutti. L’altra spiegazione ha a che fare con le proteste politiche e sindacali dopo la firma dei protocolli tra il consiglio nazionale dei consulenti delle imprese, di cui è presidente Rosario De Luca, marito della ministra Marina Calderone, a sua volta ex presidente dei consulenti, e l’ispettorato nazionale, il cui nuovo capo Paolo Pennesi è a sua volta ex direttore generale dei consulenti. In base ai protocolli, pagando i consulenti, le imprese possono ottenere un certificato, l’ Asse.co, che consente loro di finire in coda alla lista dei controlli, dando pure ai consulenti il potere di affiancarli nelle ispezioni. Non solo: l’Asse.co, ripetiamo, un certificato privata ottenuta pagando, potrà essere usato come attestato di regolarità negli appalti pubblici, a discrezione della stazione appaltante. E si ipotizza che in futuro possa del tutto sostituire il Durc, l’attestato di regolarità che le imprese devono ottenere da Inail e Inps. Ipotesi sostenuta da Calderone consulente, portata avanti oggi da Calderone ministra, a vantaggio dei consulenti di Calderone marito, in accordo col nuovo capo degli ispettori, ex direttore dei consulenti. Forse si è pensato che il controllo formale dell’ispettorato dalla ministra fosse troppo, visto che di fatto già c’è, in un clamoroso conflitto di interessi a scapito della sicurezza e della regolarità delle imprese.

Berlusconi soffre di una forma di leucemia cronica

La situazione di Silvio Berlusconi viene definita stabile. “Siamo più sollevati, c’è un miglioramento. Siamo fiduciosi”. Così Paolo, il fratello uscendo dall’ospedale San Raffaele. Al San Raffaele anche Fedele Conflaonieri che ha detto: “C’è preoccupazione, ma siamo più ottimisti. L’ho visto molto meglio”. Oggi è stato diffuso il primo bollettino ufficiale che ha chiarito le condizioni del leader di Forza Italia. Berlusconi soffre di una forma di leucemia cronica che si chiama leucemia mielomonocitica. Ne soffre da tempo – hanno spiegato i suoi medici – e questo ne indebolisce il fisico. Si tratta di una forma di leucemia che compare di solito in età avanzata e causa l’aumento di globuli bianchi nel sangue. Di per sé non è mortale ma indebolisce molto il fisico. In questa situazione, Berlusconi è stato colpito da un’infezione ai polmoni che ne ha causato il ricovero per difficoltà respiratorie.
Le cure a cui viene sottoposto sono quindi due: una cura antibiotica per combattere nell’immediato l’infezione polmonare. E’ la necessità più immediata, più urgente. Ci vorranno circa 48 per vederne gli effetti. La seconda cura è la chemioterapia per frenare lo sviluppo della leucemia che è cronica ma evidentemente si è aggravata nell’ultimo periodo, con una forte crescita di globuli bianchi e un forte impatto sul paziente. L’obiettivo della chemio è riportare la patologia a livelli stabili. Questo è il quadro, definito dai medici “serio ma stabile”. Bisogna tenere presente i problemi di cui Berlusconi ha sofferto in passato: ha avuto un tumore alla prostata, disturbi cardiaci e il Covid che lo ha molto indebolito. Oltre naturalmente l’età: Berlusconi ha 86 anni.

Foto | L’isola di Sirmione in secca, lago di Garda, Brescia

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