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La terza stagione di The Mandalorian dal 1° marzo su Disney+

The Mandalorian

The Mandalorian sta per tornare! Ci sono due serie dell’universo di Star Wars che anche chi non è appassionato di Star Wars dovrebbe recuperare. Una è Andor, di cui avevamo parlato lo scorso autunno, dopo i primissimi episodi, e che alla fine della sua corsa si è rivelata una delle migliori serie tv del 2022: ambientata qualche anno prima rispetto agli eventi del primo film di Guerre stellari, racconta la formazione della resistenza all’Impero galattico. Coordinata dallo showrunner Tony Gilroy, esperto di thriller politici e spionaggio action, Andor si muove in direzione opposta rispetto a quasi tutti gli altri prodotti della saga stellare: non ci sono spade laser, né cavalieri Jedi, non c’è la Forza, ma nemmeno troppi momenti ironici, né animaletti o robottini pronti a diventare adorabili giocattoli da vendere a peso d’oro.

La strada di Gilroy è quella di un certo realismo distopico, radicato anche nella storiografia novecentesca (l’autore si è studiato le storie di vere rivoluzioni terrestri, tra cui quella d’Ottobre): da un lato traccia un mondo in cui gli effetti del fascismo dell’Impero sono evidenti nel loro totalitarismo repressivo e soffocante, dall’altro illustra come la rivolta possa nascere da tante diverse scintille, a volte provocate e a volte spontanee, fino a una deflagrazione a effetto domino che s’innalza dal basso. Andor, in 12 episodi, contiene quattro macro archi narrativi, e scivola tra lo spy thriller e il prison movie, mette in scena un colpo grosso e un’evasione, almeno una battaglia spaziale spettacolare, giochi d’intrighi e strategie, e un messaggio politico potentemente antifascista e sovversivo.

La seconda stagione, che si sta già girando, sarà anche l’ultima, e porterà gli eventi e i protagonisti fino a quanto raccontato nel film Rogue One – A Star Wars Story, in cui i ribelli rubavano i piani della Morte nera da consegnare poi alla principessa Leia, innescando appunto i fatti del primo Guerre stellari.

L’altra imperdibile serie ambientata nell’universo ideato da George Lucas ha toni e atmosfere diversissimi da Andor, ma lo stesso gusto per il mix di generi e per la buona scrittura: si tratta di The Mandalorian, che è stata anche la prima serie non d’animazione ambientata nella “galassia lontana lontana”.

Il 1° marzo The Mandalorian ritorna con un’attesissima terza stagione: protagonisti, ancora una volta, sono il cacciatore di taglie mandaloriano Din Djarin detto “Mando” (interpretato da Pedro Pascal, sulla cresta dell’onda grazie anche a The Last of Us) e il tenero alieno Grogu, dai fan chiamato “Baby Yoda” (è un prodigio tecnologico, un “pupazzo” animatronico che sembra vero, al punto che Werner Herzog, guest star nella prima stagione, trovandoselo davanti si disse perfino commosso).

The Mandalorian, ideata dal regista Jon Favreau, si rivolge a un pubblico più trasversale anche per età, visto che si muove tra i territori del western spaziale e quelli dell’avventura fantascientifica. Ambientato in un altro periodo della linea temporale di Star Wars, per la precisione dopo Il ritorno dello Jedi (e quindi dopo la caduta dell’Impero), attraversa un universo non del tutto pacificato, in cui la neo instaurata Repubblica non è ancora riuscita a prendere il controllo di tutti i pianeti, e in cui i reduci imperiali non si danno per vinti, anzi tramano per riprendere il potere.

In questo contesto, fin dalla prima stagione, il “mandaloriano”, cavaliere solitario alla Clint Eastwood, si è trovato a proteggere il piccolo “Baby Yoda” (che, comunque, non è totalmente indifeso, visto che è in grado di controllare la Forza): i due, entrambi orfani, hanno pian piano stretto un commovente rapporto padre-figlio elettivo, e nel frattempo si sono spostati da un pianeta all’altro, spesso aiutando – proprio come in un western – comunità e personaggi in difficoltà.

Alla fine della seconda stagione era apparso addirittura Luke Skywalker (interpretato proprio dall’attore originale Mark Hamill, ringiovanito digitalmente), portando via con sé il piccolo Grogu, per addestrarlo a diventare uno Jedi. Ma nello spinoff The Book of Boba Fett, in onda un anno fa, il piccolo alieno verde ha deciso di abbandonare Luke per ricongiungersi con l’amico Mando.

In questa nuova stagione, pare che si recheranno sul mitico pianeta Mandalore, e i fan non vedono l’ora; ma, come dicevamo, non è necessario essere un adepto di Star Wars per godersi The Mandalorian: bastano la propensione e l’entusiasmo per lanciarsi, con Din e Grogu, verso nuove appassionanti avventure galattiche.

  • Autore articolo
    Alice Cucchetti
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    L’Istat ha pubblicato i report sugli scontri stradali, su base regionale (relativi al 2024) e anche alcuni dati sui primi sei mesi di quest’anno. Ci sono meno feriti e meno vittime sulle strade, anche se i numeri restano ancora drammaticamente elevati. Secondo l’Istituto di Statistica nel primo semestre del 2025 i morti sono stati 1310 (si parla di morti per scontri stradali se il decesso avviene entro 30 giorni dall’evento, quindi sono escluse le persone che muoiono, nonostante la causa siano le conseguenze dello scontro, oltre quel limite temporale) contro i 1406 dello stesso periodo dell’anno precedente. I feriti sono stati 111090, anche in questo caso in calo rispetto al 2024, quando erano stati 112428. Gli obiettivi europei sulla sicurezza stradale prevedono il dimezzamento del numero di vittime e feriti gravi entro il 2030 rispetto all’anno di riferimento, che è il 2019. In Italia al momento registriamo una diminuzione del 4,5% (in Lombardia del 12,6). Bisogna ancora fare molto per riuscire a raggiungere l’obiettivo. Uno degli aspetti fondamentali, oltre la diminuzione della velocità, è l’incremento dell’educazione stradale. Stefano Guarnieri, padre di Lorenzo, morto nel 2010 a causa di un omicidio stradale a Firenze ha fondato l’associazione Lorenzo Guarnieri, che da anni si impegna a portare avanti un discorso di educazione. Alessandro Braga lo ha intervistato nella trasmissione Tutto Scorre.

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    Nubi sull'università italiana: si moltiplicano le adesioni alle università private telematiche, mentre alle statali il governo Meloni taglia i fondi. Ospite l'economista Gianfranco Viesti. E poi, il caso Raiplay Sound, la censura nei confronti di un podcast – prima autorizzato e poi annullato - sulla storia di Margherita Cagol, una delle fondatrici delle Brigate rosse. A Pubblica Nicola Attadio, uno degli autori insieme al giornalista Paolo Morando e al musicista Matteo Portelli.

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