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Verstappen – Hamilton, il duello che ha resuscitato la F1

Lewis Hamilton Max Verstappen

Alla fine il mondiale più lungo della storia, con i suoi 22 gran premi, si è giocato tutto nell’ultimo giro. Con il campione che precede lo sfidante, ne subisce l’attacco, tenta la reazione fino all’ultimo e solo allora si arrende, praticamente sulla linea del traguardo. Da ieri Verstappen è campione del mondo di Formula 1. Quando lo sport regala questo tipo di spettacoli, degni di una sceneggiatura, poche cose possono competervi a livello di coinvolgimento emotivo. Un coinvolgimento emotivo che questa categoria non sperimentava da lustri, essendo riuscita a trasformare l’adrenalina e il brivido della velocità che l’hanno sempre caratterizzata in complicati e spesso noiosi spettacoli da pennica pomeridiana.

Il più grande merito di questo improvviso risveglio va ai due protagonisti di quest’annata da ricordare. Due personaggi perfetti per sostenere la trama e arricchire la narrazione umana sportiva e romanzesca intorno a uno dei topos più classici, quello della sfida della tenzone. Due personaggi perfetti perché agli antipodi. Il campione navigato, carico di esperienza e consapevole della sua forza e di quella, invero, del suo mezzo. E lo sfidante, giovane, volitivo, spigoloso in pista al limite del rischio, e veloce. Ma veloci lo sono tutti e due. Così come entrambi non propriamente simpatici fuori dalla cerchia dei loro tifosi, ma questo spesso si accompagna a chi è vincente. Due piloti in grado di presentarsi all’ultima partenza con lo stesso esatto punteggio, dopo ventuno gare. E poi di presentarsi appaiati fino all’ultimo giro, quasi fin sotto la bandiera a scacchi. Questo anche grazie a una gara che ha ricompattato il plotone quando alla fine mancava poco per un intervento della safety car, che ha lasciato il circuito proprio per l’ultima tornata. Cosa che ha fatto infuriare non poco il muretto della Mercedes, ma di polemiche quest’anno ce ne sono state tante. Del resto, veramente avremmo voluto vedere chiudersi questo mondiale dietro la Safety Car? Hamilton probabilmente si, avrebbe mantenuto la posizione, ma c’è da riconoscergli che, a parte uno sbotto a caldo via radio, anche nella sconfitta questa volta è riuscito a dare lezioni di stile, dimostrando a 36 anni di avere acquisito una delle abilità più rare, di aver imparato una delle lezioni più dure per uno sportivo. La capacità di saper perdere.

Una menzione finale va per Kimi Raikkonen, che con il ritiro di ieri chiude una carriera che lo ha visto portare alla Ferrari il suo ultimo titolo piloti. “Ciao Kimi, ora ti lasceremo in pace” gli hanno scritto i meccanici sulla fiancata della sua alfa romeo, citando un suo famoso rimprovero via radio. “Ciao Kimi, ora puoi bere quanto ti pare”, recitava invece uno striscione a bordo pista, citando un’altra, meno nobile, passione di uno degli ultimi piloti vecchio stampo del circus.

  • Autore articolo
    Matteo Villaci
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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Il drammaturgo Christopher Adams vince il Premio Annoni sfidando gli stereotipi della mascolinità

    Venison è il testo teatrale che si è aggiudicato il Premio Annoni per la Drammaturgia LGBTQ+ 2025 nella sezione in lingua inglese. Il suo autore, il drammaturgo angloamericano Christopher Adams, porta sulla scena una storia d'amore queer fra due giovani uomini, le cui vicissitudini professionali finiscono per scatenare dinamiche di competizione e predominio, tipiche di una mascolinità stereotipata. Il testo li consegna a una specie di resa dei conti nel cuore di una foresta, vicino a un capanno da caccia. Lo abbiamo intervistato mentre, a Londra, era appena uscito da un corso di tip tap. L'intervista di Ira Rubini.

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    Ritorna la rubrica mensile con Stefania Ferroni e Riccardo Vittorietti di @Officina del Planetario di Milano sul cielo e gli animali. A cura di Cecilia Di Lieto.

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    Il Senato approva in seconda lettura la riforma della giustizia della destra. Per Meloni serve a "liberare la magistratura da quella degenerazione correntizia", mentre Antonio Tajani parla di "battaglia storica fatta non per Berlusconi, che ci guarda da lassù, ma per ogni cittadino italiano". In primavera il referendum confermativo della riforma. I magistrati si preparano a mobilitarsi per il “no”. Per le opposizioni lo scopo finale della riforma è mettere la magistratura inquirente sotto il controllo politico del governo. Sul modello Trump. Ai nostri microfoni il Vicepresidente dell’Associazione nazionale magistrati, Marcello De Chiara: “Questa riforma cambierà l'assetto costituzionale del nostro Paese di fatto introducendo un quarto potere". Lo scopo finale della riforma non è togliere potere ai PM ma metterlo sotto il controllo politico per farlo diventare strumento delle politiche del governo. Come già fa Trump negli USA. L’intervista di Claudio Jampaglia e Cinzia Poli.

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    CARLO ROVELLI - IL VOLO DI FRANCESCA - presentato da Ira Rubini

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