Approfondimenti

I timori per un accordo sul clima poco ambizioso, l’entrata in vigore della direttiva di Lamorgese e le altre notizie della giornata

Cop26 ANSA

Il racconto della giornata di giovedì 11 novembre 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. A poche ore dalla chiusura ufficiale della Cop26 cresce il timore che l’accordo finale non sia abbastanza ambizioso. Domani, in Italia, il primo sabato di manifestazioni dopo l’entrata in vigore della direttiva emanata questa notte dal Ministero dell’Interno, ma le proteste dei No Green Pass e No Vax non si fermeranno. La ricchezza creata nel 2021 in Italia non viene redistribuita e non si traduce in nuovi posti di lavoro, ora lo certifica anche la Commissione Europea. 17 persone, incluso il sindaco Andrea Carletti, sono stati rinviati a giudizio per la vicenda degli affidi illeciti di Bibbiano e della Val d’Enza. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

Verso la chiusura della Cop26, ma si teme un accordo poco ambizioso

“Il minimo comune denominatore non basta, sappiamo cosa va fatto”: con queste parole oggi il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres è intervenuto a Glasgow a poche ore dalla chiusura ufficiale della Cop26. 
Entro domani è atteso il documento conclusivo, resta alto il timore che l’accordo finale non sia abbastanza ambizioso.
 Guterres ha quindi ricordato che, anche contando tutti gli impegni sulla carta, non riusciremo a contenere il surriscaldamento globale entro il grado e mezzo: “Lo scenario resta catastrofico” ha detto, ribadendo la necessità di decarbonizzare e di ridurre le emissioni da subito.

Sul successo della conferenza sul clima pesano le scelte dei singoli paesi, spesso di facciata. Proprio come quella compiuta oggi dall’Italia, con il Ministro della transizione ecologica Cingolani che annunciato l’adesione all’alleanza Boga, una coalizione internazionale che punta all’abbandono della produzione di gas e petrolio. 
L’iniziale entusiasmo di società civile e ambientalisti però si è raffreddato subito: l’Italia è solo un membro osservatore dell’alleanza, e quindi non è obbligata a fermare le trivelle.

Che succederà nel primo sabato di manifestazioni dopo la direttiva di Lamorgese?

Domani sarà il primo sabato di manifestazioni No Green Pass e No Vax dopo l’entrata in vigore della direttiva emanata questa notte dal Ministero dell’Interno. Nelle città i comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica stanno decidendo cosa fare, cosi come gli organizzatori delle manifestazioni. Milano è la città dove si guarda con più attenzione, dopo 16 sabati di cortei consecutivi, le pressioni dei commercianti e dello stesso sindaco Sala.
I prefetti potranno vietare manifestazioni in movimento in tutta la città e qualsiasi forma di protesta nei centri storici, e si applica per ogni manifestazione. Secondo il governo ci sono ragioni sanitarie per la stretta; ma non solo, si tratta anche di preservare l’economia, cioè gli acquisti di Natale.
Nel testo infatti si citano le criticità nel libero esercizio di diritti come lo svolgimento di attività lavorative in una fase di ripresa, da equilibrare col diritto ad esprimere il dissenso, e si citano le disposizioni di prevenzione del contagio. A partire da questa premessa, i prefetti ed i questori potranno individuare aree urbane in cui è vietato manifestare, ed alcune manifestazioni potranno tenersi esclusivamente con specifiche modalità di carattere restrittivo, come sit-in statici, ma non cortei.
Se la premessa della direttiva cita espressamente le manifestazioni no green pass, nella conclusione si precisa che le indicazioni hanno valore generale e si applicano a manifestazioni su ogni tematica, anche sindacale, sempre su discrezione dei prefetti e finché resterà lo stato di emergenza.

Ai nostri microfoni due sociologi di sinistra, Domenico De Masi e Lorenzo Zamponi. “La via che sta seguendo la Lamorgese è pragmatica e graduale, giusto così”, dice De Masi:

“Oggi si vietano i cortei No Green Pass, domani potrebbe toccare ad altri”, risponde Zamponi:


 

La ricchezza creata in Italia nel 2021 non si traduce in nuovi posti di lavoro

(di Massimo Alberti)

Crescita, ma senza lavoro anche la commissione Europea certifica che la ricchezza creata nel 2021 in Italia non viene redistribuita e non si traduce in nuovi posti di lavoro. Nelle sue stime economiche d’autunno la commissione calcola nel 6,2% la crescita del PIL italiano di quest’anno, del 4,3% nel 2022. Ma l’occupazione non seguirà questo andamento, recuperando solo il 5,9% quest’anno, il 4% nel 2022, e solo il 2% nel 2023 quando forse tornerà ai livelli pre-crisi, in ritardo, sottolinea la commissione, rispetto alla produttività. La commissione attribuisce il ritardo alla carenza di figure qualificate. Ma com’è possibile, col tasso di disoccupazione al 10% e nei prossimi anni sopra il 9%? Da un lato c’è il problema che le imprese non sono in grado di trovare queste figure e le pagano troppo poco, dall’altra è la conferma che l’economia italiana si va sempre più strutturando su settori basati su lavori a basso valore aggiunto, e dove la componente industriale evoluta diventa sempre più sottile. L’Europa se ne accorge ora, ma da mesi i dati ci dicono che mentre gli indicatori delle imprese – produttività, fatturato, fiducia, ordinativi – sono già tornati ai livelli pre-crisi, così non è per l’occupazione e questi due fattori non si allineeranno. I dati di INPS e ISTAT aggiungono un aspetto tutt’altro che marginale: l’occupazione creata è precaria, quasi tutti contratti a tempo con una parte consistente che dura anche solo un paio di settimane o meno di 3 mesi. Lavoro povero e instabile. Segno che la ricchezza prodotta, ed anche questo tocca ancora ripeterlo, finisce da una parte sola. La politica non solo pone correttivi, ma anche nella manovra continua a spingere nella direzione dell’economia della goccia: a forza di foraggiare chi sta sopra, qualcosa arriverà anche a chi sta sotto.

17 rinvii a giudizio per la vicenda degli affidi illeciti di Bibbiano

È stato condannato a 4 anni Claudio Foti, lo psicoterapeuta torinese per la vicenda degli affidi illeciti di Bibbiano e della Val d’Enza. Le accuse erano di abuso d’ufficio, frode processuale e lesioni gravissime, per la presunta alterazione psichica di una paziente. I suoi legali contestano la sentenza ed hanno presentato appello. Assolta l’assistente sociale Beatrice Benati: per lei la Procura aveva chiesto un anno e sei mesi per violenza privata e tentata violenza privata. Il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, è stato rinviato a giudizio per abuso d’ufficio, ma prosciolto dalle accuse di falso. Il processo dovrà verificare se sia stata commessa qualche illegittimità nell’affidamento dell’appalto del servizio terapeutico di cura dei minori. In tutto 17 i rinvii a giudizio.

Quasi quattro malati su dieci soffrono della sindrome long Covid

(di Serena Tarabini)

Solo pochi mesi fa della sindrome long Covid o post Covid, se ne parlava poco o quasi per nulla, nonostante le persone che dopo aver contratto il Coronavirus non sono tornate come prima non siano poche. Secondo uno studio dell’Università di Oxford in collaborazione con l’Istituto Sanitario Nazionale sono il 37% del totale dei malati. Una minoranza neanche troppo piccola a lungo silenziosa , che ha dovuto costituirsi anche movimento internazionale per essere riconosciuta dall’OMS. [CONTINUA A LEGGERE SUL SITO]

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Oggi in Italia sono stati comunicati 8.569 casi di coronavirus con 67 morti. Il dato sui contagi accertati è il peggiore dallo scorso maggio, anche se la quota di persone positive rispetto ai tamponi è in leggero calo, dall’1,6 all’1,4%. Stabile l’occupazione delle terapie intensive, mentre sale il numero dei pazienti negli altri reparti COVID. Nel complesso la situazione continua a essere in peggioramento, con grosse differenze a seconda delle regioni.

(di Andrea Monti)

I dati settimanali elaborati dalla fondazione Gimbe e diffusi oggi sono tutti in aumento: contagi, ricoveri e decessi. Dal 3 al 9 novembre le infezioni accertate sono state 41mila, quasi il 38% in più. I pazienti in terapia intensiva sono saliti di circa il 9%, quelli negli altri reparti covid del 15. In numeri assoluti siamo lontani dai picchi peggiori, quando i posti occupati in rianimazione erano migliaia, non centinaia come ora. Lo stesso vale per i decessi: in sette giorni sono stati 330, in aumento rispetto ai 257 della settimana prima, ma nei mesi più duri morivano centinaia di persone al giorno, non nell’arco di una settimana. Le cose variano molto a seconda delle regioni: in provincia di Bolzano i contagi individuati sono saliti del 75%, il doppio della media nazionale. In Alto Adige in sette giorni sono stati registrati 260 casi ogni 100mila abitanti, in provincia di Trieste addirittura 479. In quella di Milano, per fare un esempio di una situazione diversa, siamo poco sopra 50. Domani ci sarà un altro monitoraggio, quello ufficiale delle autorità. Per ora nessuna regione supera tutte e tre le soglie che fanno scattare il passaggio da zona bianca a gialla: quella di persone contagiate ogni 100mila abitanti, quella di occupazione delle terapie intensive e quella che riguarda gli altri reparti covid. Di un possibile cambio di colore oggi si è parlato in Lombardia, dove sia il presidente Fontana sia il coordinatore della campagna vaccinale Bertolaso non lo hanno escluso guardando ai prossimi mesi, nonostante la regione abbia numeri migliori di altre, a partire proprio da Trentino Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia.

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    GR sabato 04/05 7:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle 16 edizioni quotidiane del Gr. Un appuntamento con la redazione che vi accompagna per tutta la giornata. Annunciati dalla “storica” sigla, i nostri conduttori vi racconteranno tutto quello che fa notizia, insieme alla redazione, ai corrispondenti, agli ospiti. La finestra di Radio Popolare che si apre sul mondo, a cominciare dalle 6.30 del mattino. Da non perdere per essere sempre informati.

    Giornale Radio - 04-05-2024

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di venerdì 03/05/2024

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 03-05-2024

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 03/05/2024 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 03-05-2024

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Slide Pistons – Jam Session di sabato 04/05/2024

    La nuova frizzante trasmissione di Luciano Macchia e Raffaele Kohler. Tutti i sabati su Radio Popolare dalle 23.45. In onda le scorribande musicali dei due suonatori d’ottone in giro per la città, assecondate da artisti formidabili e straordinari.

    Slide Pistons – Jam Session - 03-05-2024

  • PlayStop

    Doppia Acca di venerdì 03/05/2024

    Dal 2011 è la trasmissione dedicata all’hip-hop di Radio Popolare.

    Doppia_Acca - 03-05-2024

  • PlayStop

    News della notte di venerdì 03/05/2024

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 03-05-2024

  • PlayStop

    Psicoradio di venerdì 03/05/2024

    Psicoradio, la radio della mente Nasce nel 2006, frutto della collaborazione tra il Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Usl di Bologna e l’associazione Arte e Salute Onlus. Il progetto PSICORADIO è composto da due momenti intrecciati: un corso di formazione per operatori radiofonici rivolto a utenti dei servizi psichiatrici del dipartimento di salute mentale di Bologna e provincia, tenuto da professionisti della comunicazione guidati dalla direttrice della testata, prof. Cristina Lasagni (Università della Svizzera italiana). una testata radiofonica, Psicoradio, regolarmente registrata al tribunale di Bologna, che si occupa dei temi della salute mentale. I programmi di Psicoradio privilegiano i territori della psiche nei suoi incroci con il sociale e la cultura. Tutti gli argomenti – dalla cronaca all’arte – sono guardati da un punto di vista prevalentemente psicologico. Nelle trasmissioni si incrociano vari registri: poetici, informativi, ironici, scientifici, narrativi, autobiografici, assieme alle voci di chi la sofferenza psichica la sta attraversando. l corso di formazione per operatori radiofonici, articolato in tre anni, è tenuto da professionisti della comunicazione, della cultura, dell’arte, della psichiatria. Nel corso si apprendono i saperi classici del “fare radio”: quelli tecnici (registrazione, montaggio, regia); quelli giornalistici (l’intervista, l’inchiesta, ecc); quelli che servono per ideare e costruire una trasmissione, un palinsesto; e ciò che riguarda la programmazione musicale. Oltre ai contenuti prettamente comunicativi il corso aggiunge ambiti “psi”: per esempio, la psichiatria e la psicologia, nelle loro storie ed evoluzioni, ma anche terreni meno conosciuti ma oggi importanti come quelli dell’etnopsichiatria. Nei primi 5 anni di attività Psicoradio ha realizzato più di 220 trasmissioni nazionali, circa 20 trasmissioni per altre testate e 20 trasmissioni in diretta. Ha anche realizzato campagne di sensibilizzazione e comunicazione e convegni su temi cari alla redazione: nel 2008 la ricerca Follia scritta, sulle parole della salute mentale nella stampa nazionale, nel 2010 la campagna Basaglia piace solo in tv?, per la difesa della legge 180 e contro alcuni progetti di legge di modifica e nel 2011 Cronisti della mente, incontro delle radio che trattano la salute mentale.

    Psicoradio - 03-05-2024

  • PlayStop

    Sui Generis di venerdì 03/05/2024

    Una trasmissione che parla di donne e altre stranezze. Attualità, cultura, approfondimenti. A cura di Elena Mordiglia.

    Sui Generis - 03-05-2024

  • PlayStop

    Quel che resta del giorno di venerdì 03/05/2024

    Nella puntata di Quel che resta del giorno di venerdi 3 maggio 2024, condotta da Luigi Ambrosio, abbiamo affrontato il caso dell’inchiesta a carico di Daniela Santanchè, per cui è stato chiesto il rinvio a giudizio, con Nicola Borzi del Fatto Quotidiano. La maggioranza la difende e presenta un disegno di legge per la separazione delle carriere dei magistrati. Ne parliamo con il professor Carlo Galli dell’Università di Bologna. A Milano, alla Società Umanitaria, si dà spazio a un convegno sul nazifascista Julius Evola. La denuncia di Emanuele Fiano. L’Italia perde ancora posizioni nella classifica mondiale della libertà di stampa redatta da Reporteres Sans Frontieres. Ne discutiamo con Danilo De Biasio, consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. E a proposito di informazione: tutte le fake news e la disinfornazione sulla strage di Erba nel libro “Sangue e fango” del giornalista della Provincia di Como Paolo Moretti, che ne parla con noi

    Quel che resta del giorno - 03-05-2024

  • PlayStop

    Esteri di venerdì 03/05/2024

    Il giro del mondo in 24 ore. Ideato da Chawki Senouci Data di nascita: 6 ottobre 2003 (magazine domenicale di un’ora dalle 11.30 alle 12.30) Ogni giorno Chawki Senouci e Martina Stefanoni scelgono alcuni fatti che ritengono interessanti da segnalare agli ascoltatori e li propongono sotto forma di racconto, rubriche, reportage, piccole storie, interviste, approfondimenti e analisi. Essendo Esteri un magazine radiofonico i modi per “comunicare “ sono i titoli, un breve notiziario e i servizi lunghi. Il tutto inframezzato dai cosiddetti “intrusi” (notizie telegrafiche) e da stacchi musicali.

    Esteri - 03-05-2024

  • PlayStop

    Muoviti Muoviti di venerdì 03/05/2024

    (150 - 532) Dove tocca aiutare il buon Alessandro "laureato" Simonetta con alcuni consigli su come organizzare la festa di laurea e sugli errori da non fare. Poi andiamo a Torino con il nostro Guido Foddis per presentare l'imminente partenza del Giro d'Italia di ciclismo. In chiusura per la rubrica sui musei parliamo con il Dott. Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo storico del Trentino, che ci illustra come sono state riutilizzate a Trento due gallerie autostradali dismesse trasformandole in spazio espositivo.

    Muoviti muoviti - 03-05-2024

  • PlayStop

    Playground di venerdì 03/05/2024

    A Playground ci sono le città in cui abitiamo e quelle che vorremmo conoscere ed esplorare. A Playground c'è la musica più bella che sentirai oggi. A Playground ci sono notizie e racconti da tutto il mondo: lo sport e le serie tv, i personaggi e le persone, le ultime tecnologie e le memorie del passato. A Playground, soprattutto, c'è Elisa Graci: per un'ora al giorno parlerà con voi e accompagnerà il vostro pomeriggio. Su Radio Popolare, da lunedì a venerdì dalle 16.30 alle 17.30.

    Playground - 03-05-2024

  • PlayStop

    Jack Box di venerdì 03/05/2024

    Jack Box è lo scatolone musicale di Jack del venerdi, dal quale estraiamo i suoni che hanno caratterizzato la settimana, gli approfondimenti musicali del periodo, in un ora che suona tanto e in cui si parla poco. Dalle 15:30 alle 16:30, ogni venerdi.

    Jack Box - 03-05-2024

  • PlayStop

    Jack di venerdì 03/05/2024

    Per raccontare tutto quello che di interessante accade oggi nella musica e in ciò che la circonda. Anticipazioni e playlist sui canali social di Matteo Villaci.

    Jack - 03-05-2024

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di venerdì 03/05/2024

    Per riascoltare Considera l'armadillo noi e altri animali che oggi ha ospitato Lisa di @Santuario Nelloporcello di Cantù per raccontarci la sua storia e scopriamo che Lisa voleva essere un maiale in un Rifugio

    Considera l’armadillo - 03-05-2024

  • PlayStop

    Poveri ma belli di venerdì 03/05/2024

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 03-05-2024

Adesso in diretta