Approfondimenti

La proposta leghista di una Federazione della destra, l’assegno unico familiare e le altre notizie della giornata

Salvini Senato

Il racconto della giornata di venerdì 4 giugno 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Giorgia Meloni si taglia fuori dalla proposta di Salvini di mettere in piedi una Federazione della Destra. Le indagini sulla strage del Mottarone proseguono: perché la fune traente si è rotta? Come funziona l’assegno unico familiare e chi ne avrà diritto. Infine, l’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia.

Meloni boccia la proposta leghista di una Federazione della Destra

(di Luigi Ambrosio)

Giorgia Meloni nemmeno si è spesa in prima persona. Ha affidato il suo no alla proposta di Salvini a un comunicato anonimo del partito: “L’operazione è giusta ma non ci riguarda” ha scritto Fratelli d’Italia in merito al progetto di unire ancora di più i gruppi del centrodestra di governo in quella che Salvini ha battezzato “Federazione”.
L’idea sarebbe quella di creare di fatto un gruppo parlamentare unico, premessa eventuale di un partito unico o comunque di una alleanza molto stretta. Salvini pensa in questo modo di diventare il leader di tutta l’area politica, non solo del suo partito. E Meloni ovviamente non ci sta. Non certo per il dato formale che il suo partito sta all’opposizione. Ma per il dato sostanziale che non vuole farsi mangiare da Matteo proprio ora che sta volando nei sondaggi e l’obiettivo è quello di superare la Lega. Altro che subalterna a Salvini. Meloni vuole essere la leader della destra italiana e ambisce a Palazzo Chigi. Salvini lo sa, sta subendo la sua crescita, e la Federazione serve a fermare la presidente di Fratelli d’Italia.
In mezzo, Forza Italia. O meglio quel che ne resta. Berlusconi non è più in grado di guidare il partito né di fare politica attiva.
Oggi Forza Italia fa sapere che l’operazione è positiva e che in prospettiva si deve andare verso il partito unico. Ma è chiaro che sarebbe un partito egemonizzato da Salvini. Lo sa bene la minoranza di Forza Italia che non vuole morire in una destra sovranista. “Rischiamo di farci annettere dalla Lega” pensano Mariastella Gelmini e Mara Carfagna.
Per loro, da tempo, si parla di un futuro fuori da Forza Italia. Verso un’area centrista che però oggi non esiste, schiacciata da una destra sempre più forte e dai fallimenti renziani.

Come funziona l’assegno unico familiare

(di Lorenza Ghidini)

L’assegno unico familiare che sarà erogato nei prossimi 6 mesi spetta alle famiglie con un ISEE entro i 50mila euro e la cifra incassata dipende dal numero dei figli. L’importo massimo mensile è di 167,5 euro per primo e secondo figlio, se ce ne sono di più si va a salire del 30%. L’assegno però cala al crescere dell’ISEE. Le cifre citate spettano a chi ha un ISEE da 7.000 euro, si dimezzano con ISEE intorno ai 15mila. Tra i 40 e i 50 mila l’assegno per ogni figlio scende a 30 euro al mese.
Dei tre miliardi stanziati fino a dicembre per queste misure, due sono destinati dunque a chi attualmente non ha diritto ad assegni, sono circa 2 milioni di famiglie. Italiane, europee ed extraeuropee con permesso di soggiorno, purché paghino le tasse in Italia. Con figli fino a 18 anni di età.
Un miliardo invece sarà destinato a chi già percepisce assegni familiari, Per questi nuclei ci sarà una maggiorazione di 37.5 euro mensili per chi ha uno o due figi, 70 euro in più per chi ne ha tre o più.
Quanto al regime che entrerà in vigore a gennaio per tutti, sostituendo assegni, detrazioni e bonus di adesso, ancora non si sa molto, potrebbe andare sulla falsariga di quanto approvato oggi come anche no. Di certo gli assegni si otterranno sempre tramite la certificazione Isee, dunque saranno calcolati sul reddito e il patrimonio e non più solo sul reddito. Allora si capirà chi nel cambiamento ci guadagnerà e chi ci perderà.

Strage del Mottarone. Perché la fune traente si è rotta?

(di Luca Parena)

I contratti di manutenzione sulla funivia del Mottarone sono in queste ore al vaglio degli inquirenti e della Procura di Verbania. Il caposervizio Gabriele Tadini, il principale accusato, continua a chiamare in causa il gestore della funivia Luigi Nerini e il direttore dell’esercizio Enrico Perocchio, incaricato dei controlli sulla sicurezza. Tramite il suo legale, Tadini ha parlato di “ritardi nelle riparazioni”. Chi conduce le indagini sta cercando tra le carte riscontri per individuare quei gravi indizi di colpevolezza che la giudice per le indagini preliminari di Verbania non ha ravvisato una settimana fa, quando ha ordinato la scarcerazione di Perocchio e di Nerini. Secondo nuove testimonianze, domenica 9 maggio, due settimane prima della tragedia, Nerini in persona avrebbe gestito i viaggi della funivia in occasione di una gara sportiva al Mottarone, riempiendo le cabine di passeggeri, oltre i limiti previsti dalla normativa Covid. E secondo alcune foto pubblicate oggi dalla Stampa, con i forchettoni inseriti. Tutto è al vaglio degli inquirenti, impegnati anche a organizzare nuovi sopralluoghi sul Mottarone per l’inizio della prossima settimana, con il consulente della Procura di Verbania e con i periti di parte. C’è ancora una domanda cruciale che attende una risposta: perché la fune traente si è rotta.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

I dati COVID di oggi: sono stati 2.557 i nuovi positivi, con un tasso dell’1,1%. Le vittime sono state 73. Calano le terapie intensive, meno 56 rispetto a ieri, e i ricoveri nei reparti ordinari (meno 229). L’indice RT a livello nazionale continua a scendere, ora è a 0,68, meglio anche l’incidenza dei caso che è di 32 ogni 100 mila abitanti mentre la scorsa settimana era di 47.
Quattro regioni, Abruzzo, Umbria, Veneto e Liguria passeranno in zona bianca da lunedì. La Lombardia, se i dati saranno confermati, ci arriverà il 14 giugno.

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