Approfondimenti

Finalmente, la moschea. Viaggio nella comunità musulmana di Piacenza

moschea piacenza

di Luca Parena

Finalmente, la moschea. Visto da fuori sembra un normale capannone industriale: mattoni, vetrate, uscite di sicurezza con i maniglioni antipanico. Lo segnala un cartello, ma dalla provinciale si rischia di non notarlo nemmeno. C’è scritto “centro culturale islamico”, ma da pochi giorni è ufficialmente una moschea. La comunità musulmana di Piacenza ha inseguito a lungo questo riconoscimento per mettere a tacere chi ripeteva che questo fosse un luogo di preghiera abusivo. In realtà, in Italia è così quasi ovunque: manca una legge d’intesa a livello nazionale e quindi, a fronte di un migliaio di centri culturali che di fatto svolgono le stesse funzioni, le moschee sono poco più di una decina. Dodici per l’esattezza e sembrava improbabile che l’ultima in ordine di tempo potesse arrivare proprio qui.

Prima delle votazioni del 2017, l’attuale amministrazione comunale di centrodestra non era andata giù leggera con le promesse: “Mai una moschea a Piacenza”, con buona pace della libertà di culto e dell’articolo 19 della Costituzione. C’è stato quindi un ravvedimento? Niente affatto. Il via libera è arrivato dagli uffici tecnici del Comune. Quel che poi è successo lo riassume Stefano Cugini, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Comunale: “Per la giunta di centrodestra è stata un’approvazione a loro insaputa. Si sono dimenticati di seguire questa pratica da un punto di vista tecnico. È anche giusto che sia così, la politica deve occuparsi di politica e non interferire con i procedimenti tecnici. Solo che quando hanno scoperto che l’iter si era concluso e la comunità islamica diventava ufficialmente una moschea, apriti cielo. C’è stata una guerra interna tra Fratelli d’Italia che esprime l’assessora all’Urbanistica e la Lega che è il partito più rappresentativo della maggioranza in Consiglio. È quasi saltata la giunta”.

Solo in un secondo tempo la maggioranza si è ricordata che l’origine dell’approvazione risale al piano strutturale comunale votato dall’amministrazione precedente, di segno politico opposto. Qui le aree produttive, come quella del centro islamico, venivano definite compatibili con i luoghi di culto. Seguendo correttamente la procedura, quindi, non c’è nulla che in teoria possa impedire l’approvazione. Un fatto puramente tecnico ha continuato però a fare cortocircuito con le peggiori strumentalizzazioni, fino a cercare appigli per cancellare il riconoscimento: “Dopo che la Lega ha chiesto a chiare lettere all’assessora di trovare ogni strada per tornare sui passi compiuti rispetto alla concessione dell’autorizzazione, sui giornali è stata resa pubblica da fonti della maggioranza una lettera di fuoco che l’assessora ha mandato al suo dirigente, imponendo nuovi controlli su una procedura che era già stata chiusa dagli uffici – aggiunge Cugini – C’è stato un nuovo sopralluogo in comunità con tanto di rotella e metro. Hanno riguardato tutta una serie di misure e ora siamo in attesa di sapere che cosa possano mai aver trovato. Dubito che riusciranno a rimettere in discussione un atto amministrativo che aveva già compiuto il suo iter”.

La comunità musulmana si è dovuta difendere ancora una volta, ma con la tranquillità di chi sa di aver ragione. Arian Kajashi è uno dei fondatori: “Non so nemmeno bene cosa dire, è veramente un paradosso. Fino a ieri si diceva che la nostra fosse una moschea abusiva perché pregavamo dentro. Adesso che abbiamo presentato le carte che ci sono state richieste e regolarizzato la nostra posizione, non va bene lo stesso. Non so se ridere o piangere. Lasciamo la politica ai politici, noi abbiamo fatto quello che dovevamo fare, siamo sereni, il resto non ci riguarda”. Il riconoscimento ufficiale della moschea ha avuto un significato particolare perché è arrivato a ridosso del Ramadan. Dopo la chiusura dell’anno scorso, c’è stata la possibilità, anche se con qualche limitazione, di tornare a celebrare in comunità il mese santo appena cominciato.

Il Covid e il coprifuoco serale dettano ritmi serrati: la preghiera comincia quaranta minuti dopo il tramonto e deve concludersi entro le 21:30. Non c’è tempo né modo di interrompere tutti insieme la giornata di digiuno. Ogni famiglia mangia seduta sulla propria auto panini, crêpes speziate, datteri e olive, si beve tè verde preparato a casa. Chi è da solo può chiedere di portare via i pasti preparati dalla comunità. In altre città si è deciso di non riaprire, qui invece all’interno della moschea sono ammesse fino a 200 persone. “L’anno scorso non abbiamo fatto niente qua, per noi è una grande gioia poter tornare a fare le nostre preghiere nel rispetto dei protocolli. Una doppia felicità perché la nostra moschea è stata riconosciuta dopo tanti sacrifici” dice Bashir sorridendo.
“Fare il Ramadan in famiglia è bello perché si è ancora più uniti, ma qui la famiglia si allarga e solo così si può sentire davvero la sua magia” racconta Leila. Con il riconoscimento della moschea si sente ancora di più questa magia? “Noi l’abbiamo sempre sentita – risponde – l’importante è lo spirito. Riunirsi crea gioia e una sensazione di multiculturalità perché siamo tutti diversi e di tanti Paesi diversi. Il fatto che la moschea sia stata riconosciuta è un valore aggiunto, dà un nome a quello che già sentivamo”.

L’assenza di momenti comunitari un anno fa è stata pesante, ammette il presidente della comunità Yassine Baradai. Il Ramadan è digiuno, preghiera, silenzio, ma solo per potersi donare di più agli altri, soprattutto a chi ha più bisogno: “È il mese del dare, se si deve dare tutto l’anno durante il Ramadan bisogna dare molto di più – dice Baradai – abbiamo iniziato ricordandoci dei carcerati, che sono spesso dimenticati. Abbiamo rivolto loro dei doni. Ma ci sono tante persone da raggiungere. E abbiamo ancora tutto il mese per farlo”.

Foto | I pacchi donati dalla comunità al carcere di Piacenza per l’inizio di Ramadan

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio domenica 06/07 13:00

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 06-07-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve domenica 06/07 15:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 06-07-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di domenica 06/07/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 06-07-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 04/07/2025 delle 19:49

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 04-07-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Puntata di domenica 06/07/2025

    Il meglio della festa di Radio Popolare del 6, 7 e 8 giugno 2025

    All you need is pop 2025 - 06-07-2025

  • PlayStop

    La Pillola va giù di domenica 06/07/2025

    Una trasmissione settimanale  a cura di Anaïs Poirot-Gorse con in regia Nicola Mogno. Una trasmissione nata su Shareradio, webradio metropolitana milanese che cerca di ridare un spazio di parola a tutti i ragazzi dei centri di aggregazione giovanili di Milano con cui svolgiamo regolarmente laboratori radiofonici.

    La Pillola va giù - 06-07-2025

  • PlayStop

    Camera a sud di domenica 06/07/2025

    Un'ora di radio per anime volatili

    Camera a sud - 06-07-2025

  • PlayStop

    C'è di buono di domenica 06/07/2025

    La cucina e il cibo hanno un ruolo essenziale nella nostra vita, influenzano il nostro benessere e riflettono chi siamo. Scegliere consapevolmente cosa mangiare è cruciale e dovrebbe essere affrontato con conoscenza e divertimento. Niccolò Vecchia, nel programma "C'è di buono", racconta ogni settimana di prodotti e cucina, raccogliendo storie contadine antiche e moderne, esplorando una cultura gastronomica che è allo stesso tempo popolare e raffinata.

    C’è di buono - 06-07-2025

  • PlayStop

    Onde Road di domenica 06/07/2025

    Autostrade e mulattiere. Autostoppisti e trakker. Dogane e confini in via di dissoluzione. Ponti e cimiteri. Periferie urbane e downtown trendaioli. La bruss e la steppa. Yak e orsetti lavatori. Il mal d’Africa e le pastiglie di xamamina per chi sta male sui traghetti. Calepini e guide di viaggio. Zaini e borracce. Musiche del mondo e lullabies senza tempo. Geografie fantastiche ed escursioni metafisiche. Nel blog di Onde Road tutti i dettagli delle trasmissioni.

    Onde Road - 06-07-2025

  • PlayStop

    Ricordi d'archivio di domenica 06/07/2025

    Da tempo pensavo a un nuovo programma, senza rendermi conto che lo avevo già: un archivio dei miei incontri musicali degli ultimi 46 anni, salvati su supporti magnetici e hard disk. Un archivio parlato, "Ricordi d'archivio", da non confondere con quello cartaceo iniziato duecento anni fa dal mio antenato Giovanni. Ogni puntata presenta una conversazione musicale con figure come Canino, Abbado, Battiato e altri. Un archivio vivo che racconta il passato e si arricchisce nel presente. Buon ascolto. (Claudio Ricordi, settembre 2022).

    Ricordi d’archivio - 06-07-2025

  • PlayStop

    Itaca di domenica 06/07/2025

    Itaca, viaggio nel presente. I giornali, l’attualità, il colloquio con chi ci ascolta. Ogni sabato dalle 8.45 alle 10.30.

    Itaca - 06-07-2025

  • PlayStop

    Apertura musicale classica di domenica 06/07/2025

    La musica classica e le sue riverberazioni per augurare un buon risveglio a “tutte le mattine del mondo”. Novità discografiche, segnalazioni di concerti, rassegna stampa musicale e qualunque altra scusa pur di condividere con voi le musiche che ascoltiamo, abbiamo ascoltato e ascolteremo per tutta la settimana.

    Apertura musicale classica - 06-07-2025

  • PlayStop

    Guida nella Jungla di sabato 05/07/2025

    Nata da un'idea di Paolo Minella e Luca Boselli, GnJ "Guida nella Jungla" è un programma dedicato alla cultura musicale underground contemporanea. Dalla metà degli anni '90, offre chart, interviste, dubplate corner e news, con ospiti come Mr. Finger, Apparat, Hype, Phil Asher, Ian O’Brien, Dj Kool Herc, Snowgoons, Tech N9ne, Dj Gruff, Dj Skizo, Club Dogo, Looptroop Rockers, Foreign Beggars e molti altri. Evolvendosi con il panorama musicale, è ora condotta da Matteo (East Milan) in collaborazione con la crew di Loopsessions Milano e O'Red. #prestaciascolto www.facebook.com/gnjradio www.instagram.com/gnjradio

    Guida nella Jungla - 05-07-2025

Adesso in diretta