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Le liti nella maggioranza nel giorno del DL Sostegni, l’Europa resta divisa su AstraZeneca e le altre notizie della giornata

Draghi PNRR ANSA

Il racconto della giornata di venerdì 19 marzo 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Il metodo di lavoro chiesto da Mario Draghi alla maggioranza è entrato in crisi e il Consiglio dei Ministri previsto per le 15 è slittato di diverse ore. La decisione dell’EMA su AstraZeneca non convince l’intera Europa: Norvegia, Svezia, Danimarca e Finlandia non hanno ancora autorizzato la ripresa delle inoculazioni. In Italia nel giorno della ripresa delle vaccinazioni col siero di AstraZeneca il tasso di rinuncia oscilla tra lo zero di Palermo e il 33% del Friuli Venezia Giulia. I giovani di Fridays For Future sono tornati a manifestare in occasione della giornata mondiale di azione per il clima. Infine, i dati di oggi sull’andamento dell’epidemia da COVID in Italia.

Il metodo di lavoro chiesto da Draghi alla maggioranza è entrato in crisi

(di Anna Bredice)

Non era quello che forse Draghi si attendeva. La sua prima conferenza stampa che slitta di ora in ora perché i partiti del suo governo litigano tra loro su un tema che una parte della maggioranza non fa fatica a chiamare condono. Un’etichetta che rischia di rimanere legata a Draghi nel suo primo vero provvedimento economico, il famoso Dl ristori, che ora viene chiamato Sostegni, del valore di 32 miliardi. Un importo consistente per aiutare chi non si aspettava una nuova primavera con attività chiuse, lezioni dei figli online e lavoro che non c’è.
Il metodo di lavoro che ha chiesto alla sua maggioranza, lavorare a testa bassa e poi dichiarare solo quando si fanno le cose, oggi è entrato in crisi, nel corso del pomeriggio da Palazzo Chigi sono arrivate solo notizie di discussioni, la Lega che si impunta, prima riunisce i suoi ministri, poi chiede un allargamento dei termini della sanatoria/condono, ai leghisti si aggiunge anche Forza Italia. PD e LeU invece stanno su posizioni opposte.
Tutte le riunioni che si sono tenute da ieri fino ad oggi non sono servite ad arrivare al Consiglio dei Ministri con un accordo, e così il primo Consiglio dei Ministri con un tema atteso da milioni di persone, è slittato dalle 15 alle 18.30. Più o meno quello che capitava anche con il governo Conte, i ritardi e le conferenze stampa all’ora di cena. Eppure la conferenza stampa di Draghi è importante anche per un’altra ragione, nel giorno in cui ricominciano le vaccinazioni con AstraZeneca il suo compito sarà quello di rassicurare e ridare fiducia a milioni di persone confuse dalle decisioni contrastanti degli ultimi giorni e forse anche l’occasione per lanciare la campagna di comunicazione di Palazzo Chigi per i vaccini, cominciando forse da un atteso suo annuncio di volersi vaccinare presto proprio con AstraZeneca.

La decisione dell’EMA su AstraZeneca non convince l’intera Europa

Sul vaccino Astrazeneca, dopo il verdetto dell’Agenzia Europea del Farmaco di ieri, oggi è arrivata anche la certificazione dell’OMS: non c’è correlazione tra vaccino e trombosi. Ma a molti Paesi europei non basta né l’una né l’altra rassicurazione: Norvegia, Svezia, Danimarca e Finlandia non hanno ancora autorizzato la ripresa delle inoculazioni dopo lo stop dei giorni scorsi. La Francia, sorprendentemente se si pensa che all’atto dell’autorizzazione al pubblico il siero di AstraZeneca era consentito solo per gli under 65, ha deciso di iniettarlo d’ora in poi solo agli over 55. La motivazione: i casi sospetti hanno riguardato soprattutto le classi d’età più giovani. Anche la Germania starebbe valutando una decisione simile. Com’è possibile? Lo abbiamo chiesto al farmacologo Silvio Garattini:

Avete sentito, Silvio Garattini chiede un atto forte, magari del presidente del consiglio Draghi, per rinnovare la fiducia degli italiani nel vaccino. Dati certi sulle possibili defezioni ancora non sono disponibili, le situazioni sembrano variare molto da una regione all’altra. Le inoculazioni dei vaccini AstraZeneca sono riprese, in Italia, oggi pomeriggio alle 15.

Il tasso di rinuncia al vaccino Astrazeneca oscilla tra lo zero e il 33%

(di Andrea Monti)

Una mappa in evoluzione e con percentuali anche molto variabili nelle diverse zone d’Italia. Secondo i dati resi pubblici finora, il tasso di rinuncia al vaccino AstraZeneca oscilla tra lo zero di Palermo e il 33% del Friuli Venezia Giulia. Nella regione nordorientale il vicepresidente Riccardi ha detto che ieri sera si contava un terzo di disdette sulle prenotazioni bloccate dalla sospensione dei giorni scorsi. Nel capoluogo siciliano, all’estremo opposto non solo geografico, il commissario locale all’emergenza è netto: “Nessuna defezione”. In mezzo le sfumature, con informazioni al momento parziali e provvisorie. Mentre a Milano si formavano file fuori dai centri vaccinali, in Liguria la federazione dei medici di base Fimmg diceva che circa il 10% delle persone toccate dalla sospensione ha chiamato il dottore per disdire. La stessa percentuale è stata comunicata dalla Regione Piemonte. A Bologna il direttore dell’azienda sanitaria ha detto che finora le rinunce sono state poche. In Toscana stamattina si contava il 5% di annullamenti per i prossimi due giorni. Nel Lazio, infine, l’assessore alla sanità ha parlato di qualche migliaio di disdette su un totale di 200mila prenotazioni. Un dato nazionale al momento non c’è, ma le informazioni ufficiali disponibili e le code viste oggi non solo in Lombardia – da Perugia a Cosenza – fanno pensare che la percentuale delle persone in lista per il vaccino Astrazeneca che ha cambiato idea sia nettamente minoritaria.

I giovani di Fridays For Future tornano a manifestare

Da Milano a Roma, da Torino a Napoli, da Bologna a Bari oggi sono tornati a manifestare i giovani di Fridays For Future nella giornata mondiale di azione per il Clima. “Basta false promesse” lo slogan della mobilitazione che chiede ai governi di tutto il Mondo di agire subito per la riduzione delle emissioni inquinanti e non di fissare obbiettivi da raggiungere in 20 o 30 anni. Iniziative online con musica, dibattiti e un social bombing partito alle 18.30, ma anche presidi e biciclettate. Le voci raccolte questa mattina a Milano da Luca Parena:


 

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Oggi sono stati 25.735 i nuovi positivi al COVID e 386 le vittime. Con un tasso di positività stabile al 7%. Ancora in aumento invece i ricoveri, sia quelli ordinari che in terapia intensiva. 244 le persone ricoverate in rianimazione nelle ultime 24 ore, 31 in più di ieri. Dati in linea con il monitoraggio settimanale dell’ISS, in cui si evidenzia come unico dato stabile, rispetto alla settimana precedente, l’Rt, l’indice di contagiosità, fermo all’1,6. Per il resto tutti i dati sono in crescita: in particolare preoccupano i ricoveri con una percentuale dei posti occupati in terapia intensiva salita al 36% a livello nazionale, ben oltre la soglia di criticità. In crescita anche l’incidenza dei casi, arrivata a 264 ogni 100mila abitanti (una settimana fa era a 225).
Dunque da lunedì la stragrande maggioranza delle Regioni non cambierà colore. Le uniche novità riguardano la Sardegna che da bianca passa in zona arancione e il Molise che da rosso torna arancione. Per quanto riguarda la Lombardia fino a Pasqua compresa sarà zona rossa. Davide Tosi, ricercatore all’Università Insubria, intervistato da Roberto Maggioni:

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    Società Civile per il No. È nato il comitato, promosso da vari esponenti della società civile, da sindacati, associazioni e realtà democratiche, che sostiene le ragioni del No al referendum costituzionale sulla riforma della Giustizia del Guardasigilli Carlo Nordio. Presieduto da Giovanni Bachelet, il comitato ha nel direttivo nomi importanti come il segretario della Cgil Maurizio Landini, la presidente di Libertà e Giustizia Daniela Padoan e l’ex ministra Rosy Bindi. I principali punti del comitato vertono sul fatto che una magistratura autonoma, indipendente, che non guarda in faccia a nessuno sia una cosa che conviene ai cittadini. Il prossimo 10 gennaio a Roma si terrà la prima assemblea generale, per la partenza della campagna referendaria, che vedrà la nascita di comitati territoriali in tutta Italia per lanciare una campagna informativa sulle ragioni del No. “Riteniamo che sia una battaglia per evitare che venga minato un principio fondamentale della nostra democrazia”, ha detto Rosy Bindi, che fa parte del direttivo del comitato, nella nostra trasmissione Radio Sveglia. L'intervista di Alessandro Braga.

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