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Caso Mediapro in Francia: la Lega si riprende i diritti TV

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La Lega Calcio francese si prepara a fare i conti con un buco di bilancio di circa 400 milioni di euro. Un disastro economico che avrà delle conseguenze molto concrete sulle finanze dei club e che si somma alla crisi sanitaria che ha obbligato a chiudere gli stadi. L’epidemia, però, in questo caso non è la principale accusata e la chiusura delle biglietterie è solo un, pesante, danno collaterale. Il vero colpevole del rischio di fallimento va cercato alla voce diritti TV. Che non sono stati versati. Per capire cosa sta succedendo dobbiamo tornare al 2018, quando la società Mediapro, creata nel ‘94 in Catalogna e detenuta da un fondo di investimento cinese, strappa i diritti di diffusione dell’80% delle partite della prima e seconda Ligue ai gruppi Canal+ e Bin Sport. Lo fa promettendo di versare 820 milioni all’anno per il periodo 2020-2024: un’offerta irresistibile per il mondo del calcio francese, che dall’arrivo del Qatar al PSG, nel 2011, vive anni euforici.

Con le TV che giocano ogni volta al rialzo per ritrasmettere il campionato e le squadre che diventano economicamente sempre più dipendenti dai ricavati dei diritti televisivi. Per alcuni club, quei soldi coprono più della metà del budget annuale. L’offerta di Mediapro è talmente ghiotta che la lega firma il contratto, incurante del fatto che in Italia il gruppo non è riuscito a conservare i diritti per la Serie A perché non offre abbastanza garanzie finanziarie.

Fino ad agosto di quest’anno, tutto sembra andare per il meglio. Il gruppo spagnolo ha appena inaugurato i locali di Telefoot, il canale a pagamento consacrato al calcio. Ma a settembre annuncia che non pagherà la seconda tranche da 172 milioni, obbligando la lega francese a chiedere dei prestiti.

Colpa del virus, dice Madiapro, che chiede uno sconto e rifiuta di pagare anche la rata successiva. La lega calcio a questo punto è con le spalle al muro: oltre a dover chiedere nuovi prestiti, con i club che durante il mercato estivo hanno speso soldi non ancora incassati, rischia di perdere anche i diritti tv. Pur di raggiungere un accordo, venerdì ha ceduto alle richieste degli spagnoli e si accontenterà di un saldo finale di meno di 300 milioni di euro sugli oltre 800 promessi.

La decisione deve ancora essere convalidata da un giudice ma il sogno ad occhi aperti del calcio francese è finito bruscamente. Oltre a ritrovarsi con poche briciole invece di montagne d’oro, i club devono trovare rapidamente un nuovo gruppo disposto a trasmettere le partite. Rivedendo le loro richieste decisamente al ribasso.

Canal +, che è una filiale di Vivendi, di proprietà di Vincent Bolloré, si lecca i baffi e prepara il suo ritorno da una posizione di forza. Anche perché i concorrenti scarseggiano e la lega ha pochi margini di manovra per evitare la bancarotta o la scissione dei club più importanti, che potrebbero essere tentati di rinegoziare i diritti per conto loro.

  • Autore articolo
    Luisa Nannipieri
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    Sta diventando impossibile lavorare i propri campi per i contadini della Cisgiordania, soprattutto tra Hebron e Nablus, circondate da nuovi avamposti dei coloni. Le aggressioni si moltiplicano insieme alle minacce e allora diversi gruppi di contadini solidali si sono mossi per andare ad aiutare gli olivicoltori palestinesi. Questo è il racconto di Francesco Franchi della comunità agricola Mondeggi Bene Comune di Firenze, che ci descrive la sensazione di essere circondati, ma anche l’importanza della raccolta dell’olive, dell’importanza dell’olio e del potersi aiutare tra contadini, una pratica che contraddistingue la cultura dei campi mediterranea. “Per noi agricoltori è insopportabile che un momento comunitario e collettivo come la raccolta, non possa avvenire in sicurezza”. L'intervista di Claudio Jampaglia e Cinzia Poli.

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    Hamas prova a rilanciare il proprio ruolo politico, l'Autorità nazionale palestinese cerca di ritrovare la propria leadership con un cambio al vertice: il futuro politico della Palestina nell'analisi di Renzo Guolo, sociologo all’università di Padova esperto di religioni, attento analista del mondo arabo e islamico. Dalla Cisgiordania Francesco Franchi (della comunità agricola Mondeggi Bene Comune) ci racconta la raccolta delle olive accerchiati dai coloni e la solidarietà con agricoltori e pastori palestinesi non solo di contadini italiani ma anche francesi e di altre realtà. 20 anni fa la morte di Zyed e Bouna, due ragazzi di Clichy Sous Bois, periferia di Parigi, fulminati in una cabina elettrica mentre erano inseguiti dalla polizia aveva infiammato la rivolta delle banlieu francesi, il racconto e le differenze con l'attualità di Francesco Giorgini. Da New York Marina Catucci all'evento con Sanders, Ocasio e i sostenitori del candidato democratico di sinistra Zohran Mamdani.

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