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“Ecco perché rifiuto la medaglia di Valls”

Camille Senon, 93 anni, ha una storia importante. Femminista storica ed ex dirigente del sindacato Cgt, Camille ha perso tutta la famiglia nel massacro di Oradour sur Glane (Haute Vienne) compiuto da un battaglione delle SS il 10 giugno del 1944.

Il 18 maggio scorso Camille Senon ha ricevuto una lettera del primo ministro Manuel Valls: le proponeva una medaglia di commendatore dell’ordine al merito. Lei, già legione d’onore, ha rifiutato. In una lettera indirizzata a Valls, Camille Senon ha fatto capire che non perdona all’esecutivo la riforma del lavoro El Khomri.

“In questa fase – scrive Madame Senon – è impossibile per me accettare questa medaglia mentre sono totalmente solidale con le lotte condotte da due mesi dai salariati, dai giovani, da una maggioranza di deputati e di francesi contro la ‘loi travail’ che voi avete imposto con il 49.3. Accettare sarebbe rinnegare la mia vita militante per ottenere più giustizia e solidarietà, per avere più libertà, fratellanza e pace”.

Quello che è considerato il più grande massacro di civili commesso in Francia dall’esercito tedesco è commemorato ufficialmente dal 1999. Furono trucidate 642 persone. Si salvarono soltanto Camille e altri undici abitanti (i cosiddetti “sopravvissuti del Tramway di Oradour”) perché stavano sul tram che li riportava a casa da Limoges. La storia di Camille Senon è legata per sempre a quella del suo paesino ed è il motivo dell’onorificenza proposta dal primo ministro Valls.

“Quando ho ricevuto la lettera – ha spiegato Camille all’agenzia France Presse – mi è apparso evidente che in questo momento, in cui delle persone lottano per far rispettare i propri diritti e in cui i miei compagni sindacalisti di Air France sono trascinati nei tribunali, era semplicemente inaccettabile per me ricevere l’onorificenza offerta da Manuel Valls. Non posso accettarla da un governo che non rispetta i lavoratori. Con il massacro di Oradour io ci convivo da 72 anni. Tutto quello che ho fatto da allora è per tenere viva la memoria, non per ricevere una medaglia”.

  • Autore articolo
    Chawki Senouci
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