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Cala l’aspettativa di vita degli italiani

L’aspettativa di vita degli italiani è in calo. È la prima volta che accade, in un contesto di ulteriore riduzione della prevenzione, di tagli alla sanità e di scarsa attenzione agli stili di vita.

“Nel 2015 la speranza di vita per gli uomini è stata 80,1 anni, 84,7 anni per le donne. Nel 2014, la speranza di vita alla nascita era maggiore e pari a 80,3 anni per gli uomini e 85,0 anni per le donne. L’andamento ha riguardato tutte le regioni.”

È questo il quadro tracciato nel Rapporto Osservasalute 2015, pubblicato dall’Osservatorio sulla salute delle Regioni italiane che ha sede presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.

Gli italiani- sostiene il rapporto – sono meno sedentari e fumano di meno, ma aumentano gli obesi, la cui quota , nel periodo 2001-2014, è passata dall’8,5 per cento al 10,2 per cento.

Peggiora anche il quadro delle vaccinazioni: nel periodo 2013-2014 si registrano coperture al di sotto dell’obiettivo minimo stabilito (95 per cento) anche per profilassi obbligatorie come tetano, poliomielite, difterite ed epatite B. Stessa tendenza per le vaccinazioni raccomandate, come pertosse e anti-Hib. Non va meglio per il vaccino anti-influenzale: tra gli ultra 65enni, negli ultimi 12 anni, la diminuzione ha raggiunto il 22,7 per cento, passando dal 63,4 per cento al 49 per cento.

Le analisi contenute nel Rapporto Osservasalute segnalano numerosi elementi che confermano il trend in diminuzione delle risorse pubbliche a disposizione per la sanità, l’aumento dell’incidenza di alcune patologie tumorali prevenibili, le scarse risorse destinate alla prevenzione e le persistenti iniquità che assillano il Paese e il settore della sanità.

La spesa sanitaria pubblica è passata dai 112,5 miliardi di euro del 2010 ai 110,5 del 2014; tale contrazione ha coinciso con una lenta ma costante riduzione dei deficit regionali. Tuttavia, tale riduzione è stata conseguita in gran parte tramite il blocco o la riduzione del personale sanitario e il contenimento dei consumi sanitari”.

Un quadro preoccupante confermato dalla riduzione dei posti letto negli ospedali: nel 2014 la dotazione di posti letto era pari al 3,04 per mille abitanti per la componente acuti e allo 0,58 per mille per la componente post-acuzie, lungodegenza e riabilitazione, tutti valori inferiori agli standard normativi.

Ascolta qui l’intervista di Piero Bosio al dottor Alessandro Solipaca, segretario scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane

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    Fa troppo caldo: scioperano i lavoratori della Emmegi, che costruisce condizionatori a Cassano d’Adda

    Troppo caldo, lavoratori in sciopero. 36 gradi nel capannone dove si producono componenti per i condizionatori. Il paradosso è che, in quella ditta, si producono scambiatori di calore, componente fondamentale per gli impianti di climatizzazione. Che però, nei capannoni della Emmegi di Cassano d’Adda, non ci sono. La conseguenza, temperature roventi, che superano i 36 gradi, e condizioni di lavoro inaccettabili. Per questo lavoratori e lavoratrici stanno scioperando, per ottenere almeno un po’ di refrigerio, che però al momento viene negato dalla proprietà, che anzi ha incaricato un consulente per farsi dire che “la temperatura è acettabile”. Maurizio Iafreni è Rsu Fiom alla Emmegi e responsabile della sicurezza: (foto Fiom Cgil)

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