Approfondimenti

Clima, il geologo Tozzi: “I sapiens non possono abitare ovunque”

Maltempo a Budrio (BO)

L’Italia è un Paese che ogni volta che piove si riscopre fragile e spesso impreparato al maltempo. E ora deve anche fare i conti con i fenomeni più estremi dovuti ai cambiamenti climatici.

Il geologo Mario Tozzi, esperto di consumo di suolo, è intervenuto oggi a Prisma. L’intervista di Roberto Maggioni e Lorenza Ghidini.

Com’è questa storia che l’Italia si scopre sempre impreparata davanti al maltempo?

Negli ultimi 25 anni le cose sono cambiate in maniera ragguardevole per via del fatto che, soprattutto per quanto riguarda le piogge, la stessa quantità d’acqua che una volta cadeva in quei mesi oggi rischia di cadere in un giorno. Questa concentrazione di piogge improvvise e così copiose trova il territorio impreparato perchè l’abbiamo tutto quasi interamente impermeabilizzato e costruito. Quando piove così tanto il problema è sempre a terra, non è tanto nella quantità d’acqua che comunque è cambiata come modalità di precipitazione nel corso degli ultimi due decenni. Noi abbiamo creato il rischio dove non c’era e abbiamo aumentato il rischio dove era minore costruendo in posti che andavano lanciati in pace, soprattutto se parliamo dell’azione dei fiumi e delle alluvioni.
Se tu costruisci sull’orlo dell’acqua, poi ti trovi che l’acqua invade le case: quando ci sono le case e l’acqua nello stesso posto, nel posto sbagliato ci sono le case. È il problema di sempre. Noi pensiamo di vivere in un territorio che non abbia rischi, ci illudiamo di questo in buona o cattiva fede. Poi però ci troviamo a piangere i morti oppure a contare i danni dal maltempo in Italia perché non siamo stati capaci di vivere bene sul territorio. Noi dovremmo sgomberare i luoghi pericolosi, vale la pena di ricordarlo senza peli sulla lingua.

Quali sono i luoghi più pericolosi e quali sono le zone d’Italia con il rischio idrogeologico maggiore?

L’Italia ha circa la metà del territorio a rischio idrogeologico, però qualche regione ha addirittura il 100% dei Comuni a rischio, come la Liguria, dove si è costruito all’inverosimile allo sbocco dei fiumi o dentro i fiumi stessi. Genova forse è l’esempio più grosso, ma anche le Cinque Terre. Ci siamo messi a vivere in posti dove oggettivamente era complicato vivere. Posti in cui se smantelli il bosco originario o la foresta e lavori il terreno terrazzando come hai fatto per secoli alle Cinque Terre allora è ancora peggio.
Ma se poi abbandoni pure il terrazzamento e ti dedichi solo all’accoglienza dei turisti, poi quella montagna ti viene giù.
Scendendo giù abbiamo la Toscana, la Maremma e l’Alto Lazio che sono sempre oggetto di alluvioni di questo tipo, ma anche in Calabria il 100% dei Comuni è a rischio idrogeologico, o la Sicilia nordorientale o la Sardegna di Olbia come abbiamo già visto nel 2013. Poi la Lucania, abbiamo visto Matera ma in generale riguarda tutto l’Appennino. E risalendo ci sono le Marche, il Trentino Alto Adige e il Veneto.
Questi sono i posti in cui il rischio idrogeologico è maggiore, ma questo fa parte del nostro territorio. Noi siamo fatti così, il territorio in Italia è geologicamente molto giovane e molto attivo e col maltempo frane e alluvioni fanno parte del percorso naturale. In quel territorio, però, avremmo dovuto un’attenzione che non abbiamo prestato.

Leggevo questa mattina su diversi quotidiani che fino ad alcuni anni fa i fiumi esondavano superando gli argini, mentre negli ultimi anni si è visto che gli argini li rompono. È così?

Dipende. Gli argini di cemento, come sono quelli delle città, non si rompono. Si rompono gli argini in terra, quelli pseudo naturali, per tante ragioni. A volte addirittura possono concorrere animali che fanno la tana, ma questa è una delle ultime cause. Il fatto è che a furia di costruire argini per proteggere le abitazioni messe nel posto sbagliato, e lo voglio ripetere un’altra volta, tu sopraelevi il fiume, cioè lo porti ad un livello più alto continuando ad alzare gli argini. A quel punto, quando arriva una piena con queste portate qui, è facile che la velocità del fiume sulle aree in cui ci sono delle anse possa portare a rettificare il proprio percorso e sfondare quell’argine lì. Il fiume può anche arrivare a questo, dobbiamo conoscere la violenza della natura. Il problema è che nelle aree in cui il fiume si deve espandere non ci deve stare nessuno. Le cosiddette aree golenali, quelle che il fiume invade quando è in piena, devono essere libere. Non è che puoi considerare il fiume soltanto dove comincia l’acqua. Tutto il letto è fiume e lo devi lasciare in pace.

Poi ci sono addirittura i fiumi tombati, come il famoso Fereggiano a Genova o il Seveso a Milano che poi si vendicano.

Il Seveso e il Fereggiano sono forse quelli più noti, ma consideriamo che in Italia ci sono circa 12mila chilometri di fiumi tombali. Solo a Genova sono 52. È frutto inizialmente delle bonifiche del fascismo, come a Genova dove costruivano grandi case sui fiumi che dovevano essere dimenticati.
In realtà averli messi sottoterra significa non poterli più vedere, non poter più fare manutenzione agli argini. Ed è davvero un danno clamoroso. Questo l’abbiamo dimenticato, ma se guardiamo le stampe del passato di Genova e altre città, lungo il corso dei fiumi non ci viveva nessuno. Stavano tutti in collina, e questo vale anche per Roma, che nasce non a caso sui sette colli. Nelle valli ci mettevano il foro, dove non si abitava in maniera persistente tutto il giorno.

Se dobbiamo abituarci ai fenomeni più intensi ed estremi dovuti ai cambiamenti climatici, quali sono gli interventi da fare subito?

Una cosa da fare è realizzare quelle opere che servono per affrontare al meglio il maltempo in Italia, come il collettore del Bisagno nel caso di Genova. L’altra opera, relativamente all’Arno, è l’espansione delle vasche vicine al corso del fiume che permettono di ospitare l’acqua forse in eccesso. Queste le aveva già progettate Leonardo Da Vinci. Io sono contrario alle grandi opere come logica. Più un fiume lo lasci in pace e meno danni fa, però è chiaro che ci sono casi in cui ormai c’è la città e quindi in qualche modo bisogna intervenire. Per il resto bisognerebbe fare un’operazione molto coraggiosa. Dalle zone pericolose, le aree cosiddette golenali, bisogna piano piano spostarsi. Non si può pretendere che si resista in quelle condizioni. Capisco che sia una cosa impopolare e difficile da dire, ma con un certo aiuto e col tempo quelle zone vanno sgomberate perché altrimenti non funziona più. Abbiamo visto che dove si fa questo ci guadagnano tutti. I sapiens non possono abitare ovunque e trasformare la terra in una grande città. Non funziona così la natura, ha tempi e ritmi molto diversi e dobbiamo tenerne conto.

Foto | Vigili del Fuoco

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio mercoledì 21/05 07:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 21-05-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve mercoledì 21/05 09:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 21-05-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di mercoledì 21/05/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 21-05-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 21/05/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 21-05-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di mercoledì 21/05/2025

    Referendum lavoro come se ne parla? Il tema centrale nella vita di tutti noi è più che marginale nel dibattito pubblico, la riflessione di Marianna Filandri sociologa dell’Università di Torino. Come si raggiunge il quorum? Corrado Oddi della Cgil e del Forum movimenti acqua racconta l'esperienza vincente del referendum del 2011 con pochi partiti, pochissimi media, senza tv e tanto passaparola e rete. Pnrr: manca il 30% degli interventi almeno, gran parte nei Trasporti, il punto di Andrea Di Stefano direttore di The Washing News. L'accordo all'Oms sulle future pandemia con l'opposizione dell'Italia per volere di Giorgia Meloni, il racconto di Nicoletta Dentico.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 21-05-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di mercoledì 21/05/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 21-05-2025

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di mercoledì 21/05/2025

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 21-05-2025

  • PlayStop

    PoPolaroid di mercoledì 21/05/2025

    Basil Baz evoca il suo amore per la Polaroid, per la bellezza dello spazio bianco intorno all’immagine, che gli permetteva di scrivere la data e dare un titolo alla foto; spesso era ispirato da una canzone. Come le fotografie, le canzoni sono memorie nel tempo, e in PoPolaroid accompagno la musica con istantanee sonore; scatti personali, sociali e soprattutto sentimentali.

    PoPolaroid – istantanee notturne per sognatori - 20-05-2025

  • PlayStop

    Avenida Brasil di martedì 20/05/2025

    La trasmissione di musica brasiliana di Radio Popolare in onda dal 1995! Da nord a sud, da est ad ovest e anche quella prodotta in giro per il mondo: il Brasile musicale di ieri, di oggi e qualche volta di domani... Ogni martedì dalle 23.00 alle 24.00, a cura di Monica Paes. Potrete anche, come sempre, scaricare i podcast e sentirla quando e quante volte volete... https://www.facebook.com/groups/avenidabrasil.radio/ https://www.facebook.com/avenidabrasil.radio/

    Avenida Brasil - 20-05-2025

  • PlayStop

    News della notte di martedì 20/05/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 20-05-2025

  • PlayStop

    Delorean di martedì 20/05/2025

    Un mezzo di trasporto specializzato in viaggi del tempo musicali, per intercettare le frequenze di dischi storici o di nicchie sfigatissime, attraverso gli occhi della “generazione boh”. Tutti i martedì dalle 21:30, a cura di Luca Santoro. IG: @lucaa.santoro

    Delorean - 20-05-2025

  • PlayStop

    Tutti in classe di martedì 20/05/2025

    a cura di Alex Corlazzoli e Lara Pipitone

    Tutti in classe - 20-05-2025

Adesso in diretta