Approfondimenti

Il sintomo Bernie Sanders

Dopo l’inattesa vittoria in Michigan, Bernie Sanders torna ad essere “un caso”. Michael Hardt, filosofo americano classe 1960, è co-autore insieme a Toni Negri di Impero, un testo uscito negli Stati Uniti nel 2000, considerato il manifesto politico edella sinistra comunista del XXI secolo. Questa l’intervista che Euronomade.it gli ha fatto in merito alla possibilità di aprire uno spazio per la sinistra radicale negli Stati Uniti.

La rivista Jacobin ha scritto che attorno alle primarie si è riaperto lo spazio per una sinistra radicale negli Usa, grazie al fenomeno Bernie Sanders, il senatore del Vermont che non esita a dichiararsi “socialista”. Che valutazione dai della sua campagna?

Io vedo il fenomeno Sanders innanzitutto come un sintomo. Sintomo di un’atmosfera che, nell’epoca post-Occupy, è molto più a sinistra, molto più vicina alle istanze dei movimenti di quanto si pensasse. Almeno molto più di quanto pensassero la Clinton e il suo staff. Credo che dopo il movimento Occupy si sia radicato un desiderio di azione contro la disuguaglianza, contro le politiche finanziarie, che produce una richiesta oggettiva di misure politiche radicalmente alternative. In tal senso il personaggio Sanders, di per sé, è meno importante di quello che riesce ad esprimere. Potremmo definire il  da un lato come un sintomo e dall’altro come uno strumento. La sua candidatura ha fatto saltare per aria i calcoli dei partiti, in particolare dei Democratici e sta forzando la Clinton ad aprirsi a sinistra, se così si può dire. D’altra parte, una valutazione realistica dell’efficacia della sua campagna è difficile da fare. Voglio dire: premesso che gli Usa sono un Paese strano e può sempre succedere di tutto, almeno finora, a mio avviso è difficile pensare che sarà eletto. Però resta sempre un fenomeno che sta forzando la situazione politica, che apre il Partito Democratico a quell’atmosfera post-Occupy di cui parlavamo prima. Quindi direi così: Sanders è importante come sintomo e come strumento.

Questa vicenda sembra mettere in luce una serie di debolezze nell’impostazione della campagna della Clinton – che invece era data da tutti, all’inizio, come la candidata “naturale” dopo Obama – è così a tuo avviso? E quali sono, secondo te, i limiti più forti della proposta della Clinton?

Ma, credo che si possa dire che in gran parte la Clinton e il suo gruppo, avevano in testa una campagna “anni novanta“. Cioè loro pensavano di riproporre la strategia vincente di Bill Clinton: contendere ai Repubblicani parti dell’elettorato più moderato o di centro-destra, dando per scontato il voto dell’elettorato più di sinistra. La stessa operazione della terza via di Blair, in Inghilterra, per intenderci. Hillary è sempre stata in questo schema: basti guardare alle sue posizioni in politica estera, sugli interventi militari, etc. Insomma certamente la Clinton da questo punto di vista si colloca a destra di Obama ad esempio. Ecco mi pare che le debolezze della sua campagna dipendano in generale da questo: la Clinton interpreta una strategia vecchia, cioè un modello ormai esaurito o perlomeno molto contestato, tanto negli Usa quanto in Europa, no? La vicenda del Labour inglese con l’elezione di Corbyn va in questa direzione.  Non so, probabilmente quando si arriverà alle elezioni presidenziali la strategia moderata verrà riproposta, e può darsi che sia anche vincente. Comunque per me il fatto davvero interessante è l’irrompere in scena di quel desiderio che il movimento Occupy aveva saputo interpretare e che sposta i termini del confronto elettorale. Almeno in questa fase.

È curioso questo salto indietro all’impostazione dell’era Blair-Clinton, no? In fondo di mezzo ci sono stati gli anni di Bush e soprattutto, a sinistra, l’amministrazione Obama, con tutte le sue contraddizioni. Quale relazione c’è, a tuo avviso, tra la campagna di Sanders e la scomposizione o il recupero di alcune forme di soggettivazione politica che avevano attraversato le campagne per l’elezione di Obama?

Durante la presidenza Obama, il movimento Occupy Wall Street, almeno in alcune sue componenti, aveva coalizzato persone che erano state molto impegnate per le elezioni del 2008 e che poi erano state deluse dall’amministrazione degli anni successivi. Insomma il movimento Occupy ha mantenuto viva l’utopia del 2008 ma cercando altri modi per esprimerla. Questo spazio di soggettivazione, a un certo punto, sembrava essersi disperso e invece ha continuato a lavorare sotterraneamente, reinterpretando il desiderio, l’utopia, della prima campagna di Obama. Credo che nella campagna di Sanders questo desiderio sotterraneo trovi una nuova forma di espressione politica. Quindi io vedo una continuità, una somiglianza, tra questi fenomeni: prima campagna di Obama nel 2008, movimento Occupy Wall Street e campagna per Sanders. Il Partito Democratico e la Clinton, hanno pensato che Obama avesse tentato una strada troppo di sinistra e che quindi per vincere si dovesse tornare alle vecchie ricette. Ma è stato un calcolo miope. Piuttosto è emersa una forte componente nella popolazione americana e persino dentro al partito, che dissente da questa strategia e mantiene viva la speranza in un cambiamento sociale radicale.

Rispetto alle politiche economiche, quali sono le differenze tra Sanders e la Clinton?

Sanders propone una serie di misure come l’aumento della tassa sulle grandi fortune dal 20 al 60 per cento, il completamento della riforma del Welfare, sia sui temi della sanità, che sull’università da rendere gratuita e la regolazione di Wall Street. La cosa interessante è che su questi temi la Clinton, fino ad ora, ha taciuto. Anzi direi che non si sarebbe mai immaginata di dover discutere di cose di questo tipo. Ma adesso è costretta. Non può più considerarle proposte irrealistiche, come di solito fanno i media mainstream. È questo che è importante: la campagna di Sanders fa emergere temi e proposte radicali che condizionano la campagna della Clinton e il dibattito generale. Tra i giovani americani, ma non solo, proposte come quelle di Sanders non sono affatto considerate irrealistiche o astratte. La Clinton è davvero in ritardo e difatti nei primi passaggi elettorali, ad esempio in New Hampshire, raccoglie consensi soprattutto tra gli over 65! Certo, è vero che alle primarie democratiche sono sempre i settori più di sinistra che votano, insomma alle elezioni presidenziali il bacino è molto diverso, però comunque ormai la Clinton deve rispondere e mediare con le istanze che emergono dai meeting di Sanders, e questa mi pare una cosa estremamente positiva.

Dopo Baltimora ci sono stati nuovi cicli di lotta contro il razzismo negli Usa: che rapporto c’è tra questi settori dell’attivismo, come Black Lives Matter ad esempio, e la campagna di Sanders?

In questo senso dicevo prima che Sanders è interessante come sintomo o strumento, più che di per sé. Perché la sua campagna elettorale funziona come una spugna. Per esempio, all’inizio lui non sapeva nulla e non diceva nulla dei conflitti razziali. Anzi in molte sue iniziative è stato contestato duramente. In alcune occasioni esponenti del movimento hanno occupato il suo palco e interrotto i suoi discorsi. Però Sanders ha risposto bene. Non solo non ha polemizzato ma ha accolto la contestazione. Ha detto: ma sì, avete ragione, entrate nella mia squadra e cambiamo il programma della mia campagna. Lui fa così. Insomma la sua campagna è capace di coalizzare le forze sociali, anche quando si esprimono in antagonismo alla sua candidatura. Tra l’altro proprio su questa cosa dell’elettorato nero, gli analisti politici davano per scontato il consenso per la Clinton, in particolare nel sud-est del Paese dove c’è il bacino tradizionale di Bill Clinton. Invece adesso nulla è più sicuro, perché Sanders ha recuperato una voce radicale delle proteste nere. Perciò dico: la campagna di Sanders è un sintomo, uno strumento, che catalizza istanze sociali radicali.

Un altro aspetto della partita riguarda la questione delle donne, il femminismo militante. Anche qui la Clinton pare in difficoltà, perché secondo te?

Da un lato credo che, nonostante tutto, il fatto di essere donna resti uno svantaggio nelle competizioni elettorali. Ancora oggi in questo tipo di elezioni c’è un effetto penalizzante, che la Clinton subisce, come se dovesse compensare il fatto di essere donna mostrandosi dura, forte, ad esempio sulla guerra etc. Dall’altro lato però, credo che in giro ci siano vari malintesi in proposito. Si parla molto, ad esempio, di una divisione tra vecchie e nuove femministe… non so a cosa possano servire queste distinzioni, certo è che almeno dagli anni ’60 ci sono stati forti conflitti generazionali nel femminismo americano. La cosa più importante mi sembra un’altra: non si deve pensare che le militanti femministe andranno a votare – o che dovrebbero votare – per la Clinton semplicemente perché è donna. Significherebbe avere un’idea povera del femminismo, un’idea che ragiona in termini puramente identitari. No, il ragionamento femminista è molto più complesso di così.

Poi c’è la questione delle possibili fluttuazioni dell’elettorato cosiddetto populista. Insomma di quelli che oggi come oggi potrebbero votare Trump. Quali possono essere le oscillazioni di questo elettorato povero, nazionalista … eccetera. Si può dire qualcosa di più su questo?

Forse c’è un fenomeno simile in Europa no? Una popolazione povera, di classe operaia che vota a destra. Ma vota una destra antisistema e contro lo Stato. Mi pare che siano espressioni contigue a un certo spirito anarchico o libertario. Insomma si tratta di interpretare la voce di chi dice: siamo stufi del sistema politico. Penso sarebbe interessante recuperare a sinistra almeno una parte di questi voti. Anche perché, negli Usa, questo elettorato altrimenti viene intercettato da proposte razziste e nazionaliste. La grande differenza tra i due populismi è questa, no? Sia Occupy Wall Street che il Tea Party raccolgono una certa spinta antisistema, anti-Stato, ma nel Tea Party c’è un razzismo profondo, un nazionalismo esacerbato, l’idea che si debba salvare la nazione e il popolo. Ecco direi così: il populismo di destra traduce le spinte antisistema in una idea della nazione e del popolo, che non c’è invece, ovviamente, nei movimenti di sinistra. Se c’è un populismo a sinistra direi che è un populismo senza popolo. Però comunque il problema di reinterpretare questa carica antisistema che è vera, questa polemica forte contro lo Stato, i politici e i sindacati, resta. Insomma sono temi che vanno a mio avviso riarticolati in una possibilità di cambiamento radicale. Non so, forse è un compito troppo difficile, però mi sembra che ci sia, potenzialmente qualcosa di importante che corre attraverso queste espressioni.

Il vuoto che si è aperto nella Corte Suprema dopo la morte di Scalia giocherà in qualche maniera nel processo elettorale a tuo avviso? In fondo la Corte Suprema è praticamente sempre stata in mano alla destra – almeno dalla fine degli anni sessanta – e adesso, per la prima volta si apre la possibilità di modificarne gli equilibri in senso più progressista e dipenderà essenzialmente dal prossimo presidente eletto, no?

Non darei per scontato che Obama non intervenga. Comunque è vero: anche il nuovo presidente si ritroverà a dover sostituire altri membri della corte che sono molto avanti con gli anni. Di sicuro la Corte Suprema nel prossimo periodo prenderà delle decisioni che sono davvero cruciali per il Paese, e come dicevi tu, per la prima volta c’è l’opportunità di avere una composizione della Corte se non di sinistra, certo più equilibrata o almeno neutrale. Sarebbe un fatto importantissimo. Molto probabilmente nella campagna elettorale se ne parlerà e possiamo anche pensare che alla fine gli elettori sceglieranno candidati più moderati, più equilibrati, meno “estremi” per questo motivo. Però, sai, non sono sicuro che gli americani siano così prudenti… Secondo me in ogni caso è possibile che Obama, alla fine, nomini qualcuno, nonostante la forte opposizione dei Repubblicani che, tra l’altro, controllando il Senato, possono rifiutare la sua decisione.

Un’ultima cosa: come dato politico generale, sembra che la verticalizzazione politica delle istanze più radicali, in questo momento, non sia soltanto un’urgenza per i movimenti sociali, ma soprattutto e viceversa, una necessità per le organizzazioni politiche più tradizionali. Insomma è come se nessuna proposta politica democratica o di sinistra fosse più possibile al di fuori di questo rapporto con le esperienze di movimento. Possiamo dire qualcosa su questo?

Mi pare che sia una bella idea e che forse andiamo in questa direzione. Anche se mi pare che negli Stati Uniti, la situazione sia ancora prematura. Insomma non vedo ancora la possibilità concreta di una coalizione simile a quella ad esempio delle città spagnole, come Barcellona o anche, per restare alla Spagna, di Podemos sul piano nazionale. Perché quelle coalizioni sono state capaci di una proposta elettorale efficace. Negli Stati Uniti secondo me stiamo al livello del rifiuto di alcune politiche, ma non si riesce ancora a costruire una proposta politica alternativa matura. Direi così: forse non sarà adesso, con Sanders, però magari anche questo passaggio aiuterà ad aprire la possibilità di trasformare le coalizioni che rifiutano la politica tradizionale in coalizioni costituenti di una alternativa politica. Insomma io spero bene che andrà così.

Tratto da Euronomade.it

di Marco Assennato

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    GR domenica 05/05 19:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle 16 edizioni quotidiane del Gr. Un appuntamento con la redazione che vi accompagna per tutta la giornata. Annunciati dalla “storica” sigla, i nostri conduttori vi racconteranno tutto quello che fa notizia, insieme alla redazione, ai corrispondenti, agli ospiti. La finestra di Radio Popolare che si apre sul mondo, a cominciare dalle 6.30 del mattino. Da non perdere per essere sempre informati.

    Giornale Radio - 05-05-2024

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di domenica 05/05/2024

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 05-05-2024

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 03/05/2024 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 03-05-2024

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Reggae Radio Station di domenica 05/05/2024

    A ritmo di Reggae Reggae Radio Station accompagna discretamente l’ascoltatore in un viaggio attraverso le svariate sonorità della Reggae Music e sicuramente contribuisce non poco alla diffusione della musica e della cultura reggae nel nostro paese. Ogni domenica dalle 23.45 fino alle 5.30 del lunedì mattina, conduce Vito War.

    Reggae Radio Station - 05-05-2024

  • PlayStop

    Prospettive Musicali di domenica 05/05/2024

    Prospettive musicali dà risalto a una serie di espressioni musicali che trovano generalmente poco spazio nelle programmazioni radiofoniche mainstream. Non pensando al genere come concetto limitativo, Prospettive musicali vuole suggerire percorsi di ascolto eterogenei. Prospettive musicali potrà accostare musiche medioevali e avanguardie elettroniche, free jazz e musiche per ambiente, danze etniche e partiture contemporanee, improvvisazione e composizione, avant rock e canzone, silenzio e rumore, invitando il proprio pubblico a condividere esperienze di ascolto coraggiose e «di confine». Alessandro Achilli collabora con Radio Popolare dal 17 marzo 1991 con i cicli Sciabadà (1991), Est (1992), Le vacanze di monsieur Hulot (1991, con Giovanni Venosta, e 1992), L’Orchestra (1996), Concerti da Babele (2001, 2002, 2003), Township Beat, musiche dal Sudafrica (2010) e corrispondenze dai festival Mimi (Provenza), Ring Ring (Belgrado), London Jazz Festival; ha inoltre curato la regia e l’adattamento di un ciclo condotto da Robert Wyatt, interviste in diretta a Shelley Hirsch, Arto Lindsay, Peter Blegvad e Robert Wyatt, e puntate monografiche di Cantaloop, In genere, Zona disco, Replicanti, Yuppi do, Il giardino degli dei, 5 giri, Jazz Anthology, Happy Together e Notturnover estate. Clicca qui per notizie sulle sue attività con Musica Jazz, Musiche, Radio3 Rai e come fotografo non professionista e traduttore. Fabio Barbieri collabora con Radio Popolare dal 1997. È stato ideatore e conduttore di Tropici e meridiani e ha realizzato collegamenti e interviste per Notturnover,Candid, Sidecar, Zoe, Alaska e per il gr in network. Ha collaborato con la redazione musicale del quotidiano Il Manifesto. Suoi articoli e recensioni sono apparsi su Rockerilla, Lost Trails e nel volume Bassa fedeltà (Bollati Boringhieri). Nella stagione 2003-2004 ha curato per Patchanka una serie di corrispondenze settimanali da Londra, intitolata London Calling. Da quell’esperienza è nato un blog: http://www.fabiocalling.blogspot.co.uk/ Gigi Longo collabora con Radio Popolare dal 1987. Ha condotto Jazz Anthology, Music Mag, Onda su onda e Cibo per psiconauti. In veste di inviato, ha recensito decine di concerti jazz, rock e world music per Notturnover. Ha realizzato trasmissioni speciali su Charles Mingus, Gil Evans, Duke Ellington e Miles Davis. È stato collaboratore dell’Associazione Jazz Capolinea, del mensile Il Buscadero e dela rivista Alp Grandi Montagne.

    Prospettive Musicali - 05-05-2024

  • PlayStop

    News della notte di domenica 05/05/2024

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 05-05-2024

  • PlayStop

    La sacca del diavolo di domenica 05/05/2024

    “La sacca del diavolo. Settimanale radiodiffuso di musica, musica acustica, musica etnica, musica tradizionale popolare, di cultura popolare, dai paesi e dai popoli del mondo, prodotto e condotto in studio dal vostro bacicin…” Comincia così, praticamente da quando esiste Radio Popolare, la trasmissione di Giancarlo Nostrini. Ascoltare per credere. Ogni domenica dalle 21.30 alle 22.30.

    La sacca del diavolo - 05-05-2024

  • PlayStop

    Agitanti di domenica 05/05/2024

    Un programma per gente che muove mente, corpo e spirito. Un programma di sport – sport paralimpico – per imparare a conoscere le vite, i sogni, le discipline degli atleti che stanno cercando di qualificarsi per Parigi 2024. Per arrivare preparati alle prossime Paralimpiadi, al via il 28 agosto: sapendo cosa cercare, dove guardare, come godere della grandissima competizione che le discipline che gli sport per persone con disabilità riservano. Un magazine che prende il suo nome dagli Agitos (dal latno “agito”, metto in movimento), le tre anime – verde, rossa e blu, come i colori più diffusi nelle bandiere del mondo – che compongono lo stendardo dei giochi paralimpici e che rappresentano appunto mente, corpo e spirito. Magari – chissà – ascoltandolo scoprirai che esistono discipline a cui non avevi pensato. In cui puoi metterti in gioco con il corpo che hai, esattamente per come è fatto: metterti alla prova, sudare, divertirti, competere, tenerti in forma e spostare il tuo limite un po’ più in là. “You can’t be what you can’t see”, diceva Marian Wright Edelman, la prima donna afroamericana ammessa all’albo degli avvocati del Mississippi nel 1965. Non puoi essere ciò che non puoi vedere: ci vogliono modelli in cui ci si riconosce per come si è, altrimenti è difficile persino sognare di poter diventare qualcosa. Un discorso che vale per tutti quelli che in qualche misura vengono etichettati come “diversi”. Ogni domenica alle 21 per mezz’ora su Radio Popolare. Conduce Giulia Riva, giornalista e nuotatrice paralimpica. Un programma di corpi, teste e voci “diversamente” agili.

    Agitanti - 05-05-2024

  • PlayStop

    Bohmenica In di domenica 05/05/2024

    A cura di Gianpiero Kesten In co-conduzione: Zeina Ayache, Gaia Grassi, Astrid Serughetti, Clarice Trombella Ospite fisso: Andrea Bellati La famiglia allargata di Di tutto un boh colonizza la domenica di Radio Popolare! Tra domande scientifiche e curiosità esistenziali (a cui dare risposte, naturalmente) tutti i membri della squadra porteranno ogni settimana il proprio contributo, un po’ come i pasticcini o, ancora meglio, gli avanzi da spartire la domenica, tra buoni amici. La missione divulgativa e di infotainment di Di tutto un boh vivrà e lotterà insieme a noi. Ma la domenica, si sa, è anche il giorno delle somme da tirare, dei buoni propositi e della condivisione. Anche tra le famiglie atipiche e allargatissime, come quella della squadra di Di tutto boh e del pubblico di Radio Popolare. Bohmenica In va in onda ogni domenica dalle 19 alle 21.

    Bohmenica In! - 05-05-2024

  • PlayStop

    L'artista della settimana di domenica 05/05/2024

    Ogni settimana Radio Popolare sceglierà un o una musicista, un gruppo, un progetto musicale, a cui dare particolare spazio nelle sue trasmissioni, musicali e non. La nostra scelta racconterà molte novità discografiche, ma non soltanto. E ogni domenica, con mezz’ora di speciale, concluderemo i sette giorni proponendo un profilo approfondito del nostro Artista della Settimana.

    L’Artista della settimana - 05-05-2024

  • PlayStop

    Bollicine di domenica 05/05/2024

    Che cos’hanno in comune gli Area e i cartoni giapponesi? Quali sono i vinili più rari al mondo? Giunta alla stagione numero 15, Bollicine ogni settimana racconta la musica attraverso le sue storie e le voci dei suoi protagonisti: in ogni puntata un filo rosso a cui sono legate una decina di canzoni, con un occhio di riguardo per la musica italiana. Come sempre, tutte le playlist si trovano sul celeberrimo Bolliblog.com. A cura di Francesco Tragni e Marco Carini

    Bollicine - 05-05-2024

  • PlayStop

    Archivio Ricordi di domenica 05/05/2024

    Era da tempo che pensavo ad un nuovo programma, e non mi accorgevo che era già lì…ma dove? Semplice, nei vari supporti magnetici e negli hard disk dei miei due pc contenenti i miei incontri musicali (che non voglio chiamare interviste) degli ultimi quarantasei anni: quindi oramai un archivio, un archivio di parole e di voci che raccontano e portano alla musica! Quindi un archivio parlato, un Archivio Ricordi, da non confondere con quello cartaceo iniziato duecento anni fa dal mio antenato Giovanni, che ci ha conservato - tra le altre - la storia del melodramma: quello è l’Archivio storico Ricordi. Il mio non è ancora storico ma ci manca poco, eppoi vale la continuità: dalla conservazione su carta a quella digitale, tutto scorre… Ad ogni puntata un personaggio: spesso musicista, o in qualche modo legato alla musica, e non proprio un’intervista ma una conversazione con un’intelligenza musicale, potremmo dire. Qualche nome per le prime settimane? Bruno Canino, Claudio Abbado, Giorgio Gaslini, Franco Battiato, Maurizio Pollini, Riccardo Chilly, Sergio Endrigo, Karlheinz Stockhausen, Ennio Morricone… Un archivio sonoro che non si ferma, e che mentre racconta nel passato continua ad alimentarsi nel presente. E senza accorgerci ci troveremo su un sentiero della Storia della Musica. Buon ascolto. Claudio Ricordi settembre 2022

    Archivio Ricordi - 05-05-2024

  • PlayStop

    Mitologia Popular di domenica 05/05/2024

    Mitologia Popular esplora e racconta il folclore e la cultura popolare brasiliana: da miti e leggende come Saci Pererê, Mula sem cabeça, Cuca alla storia di piatti tipici come la feijoada o la moqueca, passando per la letteratura, il carnevale, la storia delle città più famose e la musica, ovviamente. Conduce Loretta da Costa Perrone, brasiliana nata a Santos che, pur vivendo a Milano da anni, è rimasta molto connessa con le sue origini. È autrice del podcast Lendas con il quale ha vinto gli Italian Podcast Award per il secondo anno consecutivo.

    Mitologia Popular - 05-05-2024

  • PlayStop

    Giocare col fuoco di domenica 05/05/2024

    Giocare col fuoco: storie, canzoni, poesie di e con Fabrizio Coppola Un contenitore di musica e letteratura senza alcuna preclusione di genere, né musicale né letterario. Ci muoveremo seguendo i percorsi segreti che legano le opere l’una all’altra, come a unire una serie di puntini immaginari su una mappa del tesoro. Memoir e saggi, fiction e non fiction, poesia (moltissima poesia), musica classica, folk, pop e r’n’r, mescolati insieme per provare a rimettere a fuoco la centralità dell’esperienza umana e del racconto che siamo in grado di farne.

    Giocare col fuoco - 05-05-2024

  • PlayStop

    Pop Music di domenica 05/05/2024

    Una trasmissione di musica, senza confini e senza barriere. Canzoni da scoprire e da riconoscere, canzoni da canticchiare e da cui farsi cullare. Senza conduttori, senza didascalie: solo e soltanto musica.

    Pop Music - 05-05-2024

  • PlayStop

    Comizi d’amore di domenica 05/05/2024

    Quaranta minuti di musica e dialoghi cinematografici trasposti, isolati, destrutturati per creare nuove forme emotive di ascolto. Ogni domenica dalle 13.20 alle 14.00, a cura di Stefano Ghittoni.

    Comizi d’amore - 05-05-2024

  • PlayStop

    C'è di buono di domenica 05/05/2024

    La cucina, la gastronomia, quello che mangiamo…hanno un ruolo fondamentale nella vita di tutti noi. Il cibo che scegliamo ci cambia, ci influenza e parla di noi. Ci può far stare bene o male in base a quello che scegliamo di avvicinare alla bocca. L’atto di cucinare e di mangiare ogni giorno è uno dei più importanti che possiamo fare. E va affrontato con consapevolezza, con conoscenza, oltre che con uno spirito divertito. Per questo Niccolò Vecchia a C’è di buono ogni settimana racconterà di prodotti e di cucina, raccogliendo storie contadine antiche e contemporanee, parlando di una cultura che può essere, insieme, popolare e raffinata.

    C’è di buono - 05-05-2024

  • PlayStop

    Onde Road di domenica 05/05/2024

    Autostrade e mulattiere. Autostoppisti e trakker. Dogane e confini in via di dissoluzione. Ponti e cimiteri. Periferie urbane e downtown trendaioli. La bruss e la steppa. Yak e orsetti lavatori. Il mal d’Africa e le pastiglie di xamamina per chi sta male sui traghetti. Calepini e guide di viaggio. Zaini e borracce. Musiche del mondo e lullabies senza tempo. Geografie fantastiche ed escursioni metafisiche. Nel blog di Onde Road tutti i dettagli delle trasmissioni.

    Onde Road - 05-05-2024

  • PlayStop

    La domenica dei libri di domenica 05/05/2024

    La domenica dei libri è la trasmissione di libri e cultura di Radio Popolare. Ogni settimana, interviste agli autori, approfondimenti, le novità del dibattito culturale, soprattutto la passione della lettura e delle idee. Condotta da Roberto Festa

    La domenica dei libri - 05-05-2024

Adesso in diretta