
E’ famoso per aver condotto il programma di cucina “Unti e bisunti” ma chef Rubio, alias Gabriele Rubini, è soprattutto un’attivista che in tv, sui social e dal vivo non si nasconde dietro il politically correct. In prima persona si espone e si batte per le cause in cui crede. E’ per questo che insieme all’attore hollywoodiano Richard Gere è arrivato a Lampedusa e ha aiutato la Ong spagnola Open Arms e fare rifornimenti. La nave si trova da 10 giorni bloccata tra Italia e Malta senza che nessuno voglia prendersi la responsabilità di far sbarcare i migranti.
Radio Popolare ha parlato con chef Rubio che ha raccontato ai nostri microfoni la sua esperienza.
Com’è andata?
“E’ stato utile sia per loro che per me che per tutte le persone del posto, per le associazioni di volontariato e per tutti quelli che anche se non erano a Lampedusa avrebbero voluto stare con noi. Con noi a passare il messaggio che si tratta di esseri umani, di vite, non di numeri che devono qualificare il titolo per cui sono arrivate…rifugiati politici, migranti economici… Ognuno su queste terra, come dice anche l’articolo 13 della Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo, ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare poi nel proprio paese.
Se non si tiene conto di questo principio, tutto il resto lascia il tempo che trova, quindi ecco… io, insieme ad altri, abbiamo cercato di sottolineare questo punto: si tratta di essere umani nessuno deve giustificare niente soprattutto delle loro sofferenze. Perciò, aprire i porti!”
Perché hai deciso di sostenere proprio il progetto di Open Arms?
” Li conosco da molto tempo, sono in contatto con loro ma non c’è mai stata l’opportunità anche logistica di incontrarci. Poi c’è stato il salvataggio di queste 124 persone che erano in serio pericolo di vita, poi c’è stato il salvataggio di altri 39 migranti, tra cui due donne incinta, che sono state trasferite immediatamente in ospedale. A quel punto ho ritenuto opportuno dargli il mio supporto, come fanno tante persone meno famose di me di cui nessuno parla ogni giorno ma che sono un costante aiuto per la salvaguardia del genere umano, in questo specifico momento storico. Devo dire che mi fa schifo tutta questa attenzione, solo perché a bordo della Open Arms ci sono due persone famose, Gere decisamente più famoso di me. Allora i media tutti qui su questo ponte. Ecco perché l’ho fatto, per attirare l’attenzione, per creare la notizia”.
Che persone hai incontrato, che storie hai incrociato?
“Ho incontrato persone come me, come noi, semplicemente più sfortunate: sono persone che non meritavano di essere sfruttate, torturate, incatenate, stuprate e che ora meritano accoglienza su questo lato del mondo. In un mondo che sembra non voler più accettare chi è meno fortunato”.
Cosa hai fatto a bordo?
“Ho aiutato gli altri a trasportare il cibo e i rifornimenti a bordo, ho contribuito a servire il pranzo a tutti, chiacchierando, raccontando cose del mio lavoro, ascoltando storie, osservando, catturando sguardi e gesti che raccontano di tanta sofferenza”.
Ascolta l’intervista con Chef Rubio a cura di Bianca Senatore