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Morire per raggiungere l’Europa del Nord

Si continua a morire nel Mar Egeo. Nella notte tra il 7 e l’8 febbraio, sono annegati almeno in 35, mentre di altri 12 sono ancora dispersi. La Guardia Costiera greca ha diffuso un comunicato in cui afferma di aver salvato 573 persone, solo nel weekend. Altri 530 hanno raggiunto le coste greche decisi a raggiungere l’Europa Settentrionale.

La tratta tra le province a Nord della Turchia di Edermit e Balikesir e le coste di Lesbo è ormai il primo pezzo della rotta balcanica. Qui confluiscono sia afghani e pakistani, sia siriani. L’Europa cerca di coinvolgere la Turchia nella gestione dei migranti  con l’aiuto da 3 miliardi di euro. In Grecia, intanto, si protesta a Kos e a Salonicco per impedire la costruzione dei centri per la registrazione dei migranti, i cosiddetti ‘hotspot’, tassello fondamentale della strategia architettata a Bruxelles.

Claudio Gherardini sta attraversando la rotta balcanica con i migranti. Ora è a Gorizia, uno degli snodi al termine del percorso. Qui c’è un centro che li accoglie, gestito da Medici senza frontiere.

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Il centro di Gorizia

GORIZIA – Sono novantadue i profughi fuggiti da Afghanistan e Pakistan in attesa di asilo in Italia ospiti del campo di Medici senza frontiere a Gorizia.  Sarebbero finiti sotto qualche ponte sull’Isonzo ma Msf si é accorta dal 2014 che mancava un anello alla catena necessaria per impedirlo. Dallo scorso dicembre infatti é attivo il campo attrezzato di viale Vittorio Emanuele in pieno centro di Gorizia.

Questi uomini fuggono da persecuzioni e cercano di poter lavorare per mandare denaro alle famiglie rimaste nei luoghi d’origine a dalle quali separarsi è devastante. In Italia e in Europa non sempre trovano la solidarietà che si aspettano dalla famosa culla della civiltà.

Il Comune di Gorizia appreso che sarebbe nato un campo di Msf invitò l’organizzazione a andarsene nei luoghi di provenienza e gli fu fatto notare che già era presente ovunque fosse necessario. Appunto.

Non è facile immaginare cosa sarà di questi ragazzi qua da noi in Italia. Persone che avevano anche ruoli importanti e che si sono trovati a essere minacciati da governo e anche dai talebani.

L’Italia non sa niente o quasi su tutto quello che accade in quelle terre e comunque dato anche tanti bambini affogano nella indifferenza, non si vede come possa essere interessata a questi uomini dalla pelle scura e dallo sguardo intenso (che non abbiamo voluto fotografare).

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    Claudio Gherardini
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    Il 2 marzo il governo israeliano ordinava il blocco totale dell’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Oggi, esattamente due mesi dopo, il blocco è ancora in essere e da due mesi nella Striscia non entra niente: né cibo, né acqua, né medicinali, né carburante. La situazione peggiora giorno dopo giorno, le scorte sono ormai esaurite e la fame sta dilagando. In questo contesto di blocco totale, il più lungo che Gaza abbia mai sperimentato, dove morire di fame non è più solo un modo di dire, le ong e le organizzazioni umanitarie cercano di sopperire alle colpevoli mancanze dei governi. È in quest’ottica che la nave della Freedom Flotilla Coalition, si stava preparando a partire per Gaza carica di aiuti umanitari, con l’obiettivo di rompere l’assedio. Questa notte, però, la nave è stata colpita da due droni, che hanno fatto scoppiare un incendio e ne hanno ovviamente impedito la partenza. Abbiamo raggiunto a Malta Simone Zambrin, attivista di Freedom Flotilla, che si sarebbe dovuto imbarcare oggi per andare verso Gaza.

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    Il Comitato Sì Meazza presenta un esposto alla Corte dei conti contro il nuovo stadio

    Non è arrivata nessuna proposta alternativa. Quella presentata da Inter e Milan è rimasta l’unica offerta per l’acquisto dello stadio di San Siro e delle aree vicine al “Meazza”. Il Comune di Milano lo ha comunicato, alla mezzanotte del 30 aprile, alla scadenza dell’avviso pubblico per la raccolta di manifestazioni d’interesse. Un esito prevedibile, dal momento che la finestra è rimasta aperta per poche settimane. Ora proseguiranno i lavori della Conferenza dei servizi, già iniziati quando potevano arrivare anche altre proposte. Il fronte di chi si oppone ai piani dei due club e a come la giunta comunale sta gestendo la vicenda tenta ancora di interrompere il percorso avviato. Oggi il comitato Sì Meazza, dopo aver già fatto un esposto alla Procura, ha inviato alla Corte dei conti una segnalazione perché indaghi per danno erariale, chiamando in causa il Comune. Luigi Corbani del comitato Sì Meazza spiega perché ha depositato questa segnalazione.

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    Esteri di venerdì 02/05/2025

    1) Gaza senza cibo da due mesi. Il blocco israeliano agli aiuti continua indisturbato mentre la fame dilaga tra la popolazione. Nella notte colpita con droni la nave della Freedom Flotilla, che voleva portare aiuti nella striscia. (Sami Abu Omar, Simone Zambrin - Freedom Flotilla) 2) Guerra in Ucraina. Secondo le Nazioni Unite la situazione lungo il fronte è peggiorata da quando sono iniziati i negoziati per il cessate il fuoco. In esteri la testimonianza da Sumy. 3) Germania, i servizi segreti classificano Afd come partito estremista. I leader del partito rispondono: azione politica, ci difenderemo. (Alessandro Ricci) 4) L’effetto Trump sulle elezioni nel pacifico. Domani Australia e Singapore al voto. In entrambi i casi i dazi americani hanno ribaltato i sondaggi. (Lorenzo Lamperti) 5) Mondialità. La partita sul clima si gioca tra Usa e Cina. (Alfredo Somoza)

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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