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Cent’anni fa moriva Rosa Luxemburg

Il 15 gennaio del 1919 Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht furono prelevati a Berlino con la forza, da uomini dei freikorps, una milizia paramilitare agli ordini del ministro della difesa Noske e del primo ministro Ebert, entrambi socialdemocratici di rango. Quindi i due dirigenti della Lega di Spartaco scomparvero forse torturati, certo uccisi.

Le spoglie di Rosa, già al tempo leggendaria figura nel movimento di emancipazione e rivoluzionario del proletariato internazionale, non furono per decenni ritrovate. Soltanto nel 2009 Der Spiegel dà notizia della scoperta degli autentici resti. Non per caso a epitaffio Bertold Brecht scrisse “Ora è sparita anche Rosa la rossa/ dov’è sepolta non si sa/ siccome disse ai poveri la verità/ i ricchi l’hanno spedita nell’al di là”.

L’omicidio politico di Liebknecht e Luxemburg fu una tragedia che segnò l’intera storia del Movimento Operaio e Rivoluzionario europeo almeno fino alla fine della seconda guerra mondiale. Nasce lì la dizione di socialfascismo per indicare la socialdemocrazia, e il termine di socialfascisti per indicare i militanti di quelle formazioni politiche. Il che permise per esempio durante la guerra di Spagna (1936 -39) agli agenti dello stalinismo di ammazzare a destra e a manca senza scrupolo alcuno militanti schierati a difesa della Repubblica e contro Franco, accusati di essere socialfascisti, seppure questa denominazione non fosse più nell’ufficialità dell’ Internazionale Comunista -Komintern poi Kominform – e dei partiti comunisti che aderivano.

Ma se Rosa Luxemburg fu brutalmente uccisa dai sicari socialdemocratici – tra l’altro i freikorps furono gli antesignani dei corpi paramilitari nazionalsocialisti – non fu amata dai bolscevichi e dai comunisti dell’ortodossia marxista leninista, nonché vituperata dagli stalinisti. Fu Stalin in persona durante una riunione del comitato centrale bolscevico a lanciare strali contro Rosa che si era permessa di criticare la strategia insurrezionalista per la presa del potere – insurrezione di una ristretta minoranza che se permise di prendere il Palazzo d’Inverno, abbatté anche il governo del socialista Kerenskij e sciolse la Duma, il Parlamento eletto, comportando una drastica riduzione delle libertà democratiche appena conquistate.

Ma era ancora vivo e attivo Lenin che, racconta la leggenda, mise a tacere baffone con queste assai taglienti parole: “Sa compagno Stalin, ci sono aquile che qualche volta possono volare basse come galline, ma nessuna gallina per quanto starnazzante ha mai volato fino all’altezza delle aquile”.

Qui sta uno dei nodi, il continuo intreccio tra libertà, democrazia e socialismo che Rosa racconta a ogni piè sospinto. Non c’è nella sua concezione rivoluzione senza democrazia, non c’è socialismo senza il consenso della maggioranza, le è estraneo il concetto martellato da Lenin di dittatura del proletariato, che poi alla svelta diventa dittatura del partito, indi del comitato centrale, fino al dittatore unico da cui si emanano tutti i poteri, e allo sterminato gulag dove vengono e giacciono rinchiusi per decine d’anni milioni di schiavi ai lavori forzati.

Il pensiero e l’azione, ovvero la vita, di Rosa Luxemburg rappresentano una grande speranza di una rivoluzione che non sia incunabolo di una dittatura, una rivoluzione capace di assumere in toto la libertà, la coscienza e la creatività individuale come motori e fonti di energia per il suo sviluppo. E non fu un caso se nel ’68, libertario e antiautoritario, per esempio troviamo tracce ampie e profonde della Luxemburg, negli scritti di Rudi Dutschke e Peter Krahl, tanto per dire. Persino a Bologna in quei tempi quattro giovani, dettero vita a un gruppo “gli spartachisti” che rimandava a Rosa. E non solo loro, quando si terminava la canzone bandiera rossa, scandivano “Viva Marx, viva Lenin, viva viva Rosa Luxemburg (invece di viva Mao Tze Tung).

L’influenza di Luxemburg non si ferma agli ambienti politici più o meno marxisti. Il suo libro più bello e profetico, “l’Accumulazione di Capitale” arrivando a definire la globalizzazione e a descrivere la possibile apocalisse con la resurrezione, permea per esempio il pensiero di Jared Diamond, l’autore di “Collasso”. Più in generale molti scienziati sociali e economici si nutrono oggi delle pagine di Rosa Luxemburg. Una gran donna, che andava davanti ai cancelli delle maggiori fabbriche europee arringando gli operai, nelle piazze a manifestare, nei congressi di partito a rovesciare tavoli burocratici e a denunciare dirigenti ignavi, raccontando non il sogno di un’utopia ma la scienza della possibile libertà e rivoluzione. Per questo fu uccisa. Per questo ancora vive.

  • Autore articolo
    Bruno Giorgini
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    Il 2 marzo il governo israeliano ordinava il blocco totale dell’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Oggi, esattamente due mesi dopo, il blocco è ancora in essere e da due mesi nella Striscia non entra niente: né cibo, né acqua, né medicinali, né carburante. La situazione peggiora giorno dopo giorno, le scorte sono ormai esaurite e la fame sta dilagando. In questo contesto di blocco totale, il più lungo che Gaza abbia mai sperimentato, dove morire di fame non è più solo un modo di dire, le ong e le organizzazioni umanitarie cercano di sopperire alle colpevoli mancanze dei governi. È in quest’ottica che la nave della Freedom Flotilla Coalition, si stava preparando a partire per Gaza carica di aiuti umanitari, con l’obiettivo di rompere l’assedio. Questa notte, però, la nave è stata colpita da due droni, che hanno fatto scoppiare un incendio e ne hanno ovviamente impedito la partenza. Abbiamo raggiunto a Malta Simone Zambrin, attivista di Freedom Flotilla, che si sarebbe dovuto imbarcare oggi per andare verso Gaza.

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    Il Comitato Sì Meazza presenta un esposto alla Corte dei conti contro il nuovo stadio

    Non è arrivata nessuna proposta alternativa. Quella presentata da Inter e Milan è rimasta l’unica offerta per l’acquisto dello stadio di San Siro e delle aree vicine al “Meazza”. Il Comune di Milano lo ha comunicato, alla mezzanotte del 30 aprile, alla scadenza dell’avviso pubblico per la raccolta di manifestazioni d’interesse. Un esito prevedibile, dal momento che la finestra è rimasta aperta per poche settimane. Ora proseguiranno i lavori della Conferenza dei servizi, già iniziati quando potevano arrivare anche altre proposte. Il fronte di chi si oppone ai piani dei due club e a come la giunta comunale sta gestendo la vicenda tenta ancora di interrompere il percorso avviato. Oggi il comitato Sì Meazza, dopo aver già fatto un esposto alla Procura, ha inviato alla Corte dei conti una segnalazione perché indaghi per danno erariale, chiamando in causa il Comune. Luigi Corbani del comitato Sì Meazza spiega perché ha depositato questa segnalazione.

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    1) Gaza senza cibo da due mesi. Il blocco israeliano agli aiuti continua indisturbato mentre la fame dilaga tra la popolazione. Nella notte colpita con droni la nave della Freedom Flotilla, che voleva portare aiuti nella striscia. (Sami Abu Omar, Simone Zambrin - Freedom Flotilla) 2) Guerra in Ucraina. Secondo le Nazioni Unite la situazione lungo il fronte è peggiorata da quando sono iniziati i negoziati per il cessate il fuoco. In esteri la testimonianza da Sumy. 3) Germania, i servizi segreti classificano Afd come partito estremista. I leader del partito rispondono: azione politica, ci difenderemo. (Alessandro Ricci) 4) L’effetto Trump sulle elezioni nel pacifico. Domani Australia e Singapore al voto. In entrambi i casi i dazi americani hanno ribaltato i sondaggi. (Lorenzo Lamperti) 5) Mondialità. La partita sul clima si gioca tra Usa e Cina. (Alfredo Somoza)

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