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Msf lascia Pozzallo: “Impossibile lavorare”

Medici senza frontiere abbandona il centro di prima accoglienza di Pozzallo, in provincia di Ragusa. La struttura era la prima ad accogliere i nuovi arrivati sulle coste siciliani. “Il centro è spesso sovraffollato e mancano i servizi”, spiega Stefano di Carlo, capo missione Msf Italia.

Una scelta che è la conseguenza naturale del rapporto consegnato in novembre alla Commissione d’inchiesta parlamentare sui centri di accoglienza. “Non è possibile svolgere il nostro lavoro”, aggiunge di Carlo ai microfoni di Radio Popolare. Il centro dovrebbe arrivare ad un massimo di 200 ospite ma doppia la soglia prevista nei momenti di sbarchi frequenti: ingestibile.

“Non ci sono state risposte concrete alle nostre denunce”, continua di Carlo nella giustificazione della scelta adottata da Msf. “Serve una programmazione: non è possibile che ogni sbarco si trasformi in emergenza”.

Msf lascia Pozzallo nell’anno record dei morti nel Mediterraneo. I naufraghi sono stati 3.771 secondo l’Organizzazione mondiale delle migrazioni, circa 500 in più dello scorso anno. Gli arrivi via mare in Europa sono stati 996.645. Il mese peggiore è stato aprile, entrato nella momeria pèer il naufragio da 800 persone del 18: in tutto 1.244 morti. La rotta più pericolosa si conferma essere quella tra Libia e Italia, costata la vita a 2.892 persone per 839.561arrivi. In Italia sbarcano soprattutto eritrei (37.882), nigeriani (20.171), somali (11.242), sudanesi (8.766) e siriani (7.387). In Grecia siriani (455.363), afghani (186.500), iracheni (63.421), pakistani (23.318) e iraniani (19.612).

Ascolta l’intervista completa a Stefano di Carlo a cura di Luigi Ambrosio

Stefano Di Carlo Msf

 

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